EPILOGO II LIBRO: CAPITOLO 29 🌶

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La mia amica ricambiò con trasporto, e dopo pochi secondi diventò una scena poco casta.

Louis non ce la fece più: lo vidi sparire in mezzo alla folla.
Senza perdere tempo lo seguii. Aveva bisogno di un'amica con cui confidarsi e sfogarsi.

Percorsi le scale che portavano ai dormitori fino ad arrivare di fronte alla sua stanza. Bussai. Nessuna risposta.

<Louis ti prego lascia che ti aiuti> dissi, sperando che la musica al piano di sotto non avesse coperto le mie parole. Nessuna risposta.

Sospirai. Era chiaro che voleva affrontare da solo la situazione, almeno per il momento. Conoscevo Luis da quasi sei anni e sapevo che sarebbe corso a parlarne con me quando se la fosse sentita. Mi girai, pronta a tornarmene di sotto, e andai a sbattere contro qualcosa di sodo.

Alzai lo sguardo. Di nuovo, i nostri occhi si incatenarono.

<cosa ci fai qui?> chiesi, incrociando le braccia, gesto che non passò inosservato. Il suo sguardo scese proprio dove i miei seni erano messi in risalto. Si leccò le labbra, per poi riportare la sua attenzione sul mio viso.

<che ci fai tu qui? È il dormitorio maschile> capovolse la domanda. Sentii le guance in fiamme. Aveva ragione, ero io lì ad essere nel posto sbagliato.

<niente, ora me ne vado> feci per aggirarlo, ma lui mi bloccò per un polso.

<aspetta> sussurrò, ma lo sentii benissimo <dobbiamo parlare>

<cosa vuoi?> chiesi senza giri di parole. Lui si avvicinò al mio orecchio, dove potevo percepire il suo respiro, il suo profumo e le sue labbra carnose. Mi mancò il fiato.

<sei la creatura più bella che abbia mai visto..> sussurrò flebile. Le gambe quasi cedettero, tanto che d'istinto le chiusi.

<Draco non..> la frase mi morì in bocca quando la sua bocca scese lungo il mio collo, riempendomi di baci umidi. Le sue mani si arpionarono ai miei fianchi. Le mie dita trovarono facilmente i suoi capelli, dentro cui affondarono.

<s-stai con Astoria..> cercai di essere quella con più autocontrollo dei due, e parve funzionare, perché si allontanò quel tanto da quardarmi negli occhi.

<Non mi è mai piaciuta> le dita scivolarono sulle mie cosce quasi del tutto scoperte. Stavo per rispondergli quando sentimmo delle voci provenire dalle scale. Fu lui a muoversi per primo; velocemente si nascose dietro un muro che si trovava adiacente all'ingresso della sua stanza - cosa che permetteva di avere molta più privacy - e mi trascinò con sé, facendomi sbattere la schiena contro la parete fredda. Aspettammo pochi secondi in cui lui non faceva altro che giocare con l'unico strato che separava le sue dita dalla pelle della mia gamba. Quando fui sicura che non ci fosse più nessuno parlai di nuovo.

<allora perché..>fui zittita da uno strappo. Aveva tirato le mie calze, fino a romperle. Il suo sorrisetto strafottente sbucò fuori. Con maestria si infilò proprio dove aveva fatto il buco, allrgandolo fino a strapparmeli completamente. Emisi un suono simile ad uno squittio.

<ho desiderato farlo da quando ti ho vista scendere quelle fottute scale stasera..>Era ad un soffio dalla mia parte sensibile, ciò che separava le sue dita da esso erano le mie mutandine.

<quindi ora sta' zitta e godi> sussurrò sulla mia bocca. Infilò la mano dentro quest'ultime, solo per affondare le sue dita dentro di me. Un'ansito uscì dalla mia bocca, che lui soffocò con un bacio. Il suo sapore di mela mi devastò, mandando in tilt l'ultimo briciolo di ragione che mi era rimasta.

<stronzo..> dissi contro la sua bocca una volta ripreso fiato, e affondando di nuovo le dita nei suoi capelli. La sua risata vibrante mi inumidì proprio dove lui continuava ad entrare e uscire da me con frequenza. Con il pollice stimolò la parte più profonda di me, che mi fece inarcare la schiena e far sbattere il mio petto con il suo.

Era una sensazione nuova ed incredibilmente piacevole. Iniziai ad oscillare i fianchi, andando incontro ai suoi movimenti. Mi sfuggì un gemito, accompagnato dal mio bacino che finalmente accolse completamente le sue dita, e mi fece sospirare quando sentii il metallo freddo del suo anello contro la mia intimità.

Con il braccio libero mi sollevò la coscia destra, aprendomi di più le gambe. Ripresi a baciarlo con più foga, quasi come se fosse una necessità. Le nostre lingue sembravano essere diventate una cosa sola. Le gambe mi iniziarono a tremare freneticamente, mentre aumentava il ritmo. Sentii una scossa attraversarmi tutto il corpo, per poi liberarla, bagnando Draco dei miei umori su tutta la mano. Il gemito che ne seguì fu attutito dalla sua bocca ancora sulla mia.

Scivolò fuori da me solo per portarsi le dita in bocca e leccare ciò che ne rimaneva. Sentii le gambe vacillare, ma restai per godermi lo spettacolo. Era ancora attaccato a me quando appoggiai la fronte sul suo petto.
Riprendendo fiato, ripresi anche controllo del mio cervello.

Ero in estasi.

<Amore> mi richiamò lui. Nel dirlo gli vibrò il petto, mentre il mio si stava sciogliendo dalla dolcezza con cui aveva pronunciato quella parola.

<mmhm?> emisi. Con la mano ancora a sostenere la mia coscia, iniziò ad accarezzarmi formando dei cerchietti immaginari.

<te l'ho mai detto che hai un sapore delizioso?> sussurrò. Ringraziai merlino, pioché lui non riuscì a vedere il rossore nelle mie guance. Alzai la testa poco dopo, inchiodando i miei occhi ai suoi, ardenti di desiderio. Sul suo viso c'era un sorriso.

<smettila..> riaquistai la voce, anche se suonava ancora debole. Avevo i brividi, e con lui ancora appiccicato a me era difficile riprendermi. Si chinò, piantandomi un bacio sull'angolo della bocca.

Restai sorpresa.

<vorrei sentirti gemere il mio nome tutta la notte davvero, ma ora devo andare..> lo disse con una tale sensualità che dovetti ricorrere a tutta la mia forza di volontà per non immaginarmi scene poco caste.

Annuii, perché non riuscii a fare altro. Come se gli costasse un enorme sacrificio, mi lasciò andare, e con un ultimo sguardo, sparì dietro la porta della sua stanza.

Impiegai alcuni minuti per assimilare ciò che era successo. Sentivo le labbra gonfie, il viso in fiamme e le gambe tremanti. Il suo tocco era stato il primo, e non sapevo se sarebbe stato l'ultimo.

Con quel pensiero, mi diressi nella mia stanza, dove ad accogliermi c'era Shaila.

<oh, sei qui> dissi, pensando fosse ancora con Blaize.

<sei arriv..cass cosa è successo alle tue calze?> indicò ciò che ne rimaneva di essi. La guardai, sperando che ci arrivasse da sola, e funzionò, ma non del tutto.

<per tutti i fondatori! Hai fatto sesso con Draco?!> urlò. Cercai di calmarla e spiegarle la situazione senza scendere troppo nei dettagli. Lei rimase a dir poco sbalordita.

<e brava la mia amica!> commentò con un sorriso sul volto.

<ora basta parlare di questa cosa> mi venne in mente che anche lei era in ottima compagnia nel frattempo <anche qualcun'altra qui era abbastanza impegnata..> colse subito l'allusione, ma il suo sguardo non prometteva niente di entusiasmante.

<beh non è successo niente di così eclatante..giusto una toccatina quà e là..> fu parecchio vaga nel darmi i dettagli, ma capii che non avevano fatto altro che mettersi la lingua in gola a vicenda.

<e Louis? Non l'ho più visto> chiese ad un certo punto, mentre mettevo a posto le ultime cose in valigia. Non sapevo come spiegare la situazione a Shaila senza fargli capire i sentimenti che Louis aveva per lei.

<era stanco, è andato nel suo dormitorio> inventai, anche se era abbastanza accettabile come scusa.

<oh peccato, beh gli racconterò domani..> rispose facendo spallucce. Annuii e scostai le coperte del mio letto. Mi avvolsi dentro quest'ultimo e diedi la buonanotte a Shay.

Per quanto volessi dormire, i pensieri me lo impedirono. Pensai ai miei genitori, sia quelli veri sia quelli adottivi. Pensai a Draco, ai miei amici. E soprattutto pensai al fatto che ormai ero una mangiamorte, e che in un modo o nell'altro sarei diventata poco alla volta come loro.

Solo alle prime luci dell'alba riuscii a riposare gli occhi.

L' Ultima DiscendenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora