la figura dell'uomo dall'aura bianca si fece strada velocemente vicino al grande arco in pietra, per sferrargli un pugno in pieno viso. Malfoy senior cadde a terra inerme, massaggiandosi la mandibola indolenzita. altre scie bianche entrarono nella stanza: liberarono tutti i ragazzi, catapultando i mangiamorte lontani da loro.
uno andò a finire proprio dietro di me, che mi costrinse a spostarmi decisi di trovare Shaila e Luis.<dove vai, ragazzina?> mi sentii afferrare dal maglioncino e spingermi indietro. l'uomo aveva una maschera simile a quella che usavano per la peste divulgatasi fra i babbani secoli prima.
non riuscivo a scorgerne il volto, eppure sentivo di conoscere già quella persona.
emisi un piccolo verso di sorpresa, colta alla sprovvista.afferrai la bacchetta, ma lui fu più veloce, puntandomela al collo.
<lasciala subito!> urlò Shaila.
<stupeficium!> Luis lanciò l'incantesimo. era un grande rischio lanciare l'incantesimo, se non fosse stato preciso mi avrebbe presa. la persona dietro di me si volatilizzò mentre io tornavo a camminare con i miei piedi.
raggiunsi i miei amici e li abbracciai forte.<grazie ragazzi. avete visto la Lestrange?> chiesi. se non altro, ero andata fin lì solo per una cosa, ed io non potevo farmi sfuggire quella occasione.
<è lì, ma siamo circondati da auror e mangiamorte.> sospirò la mia migliore amica. ci pensai, per quanto la mia amica fosse preoccupata io non mi potevo tirare indietro.
<copritemi.> dissi e, senza altri indugi iniziai a camminare verso il mio obbiettivo.
<Cass è una follia!> urlò Shay in lontananza.
di soppiatto mi avvicinai alla porta.<expelliarmus!> un bagliore rosso partì proprio dietro di me e colpì un mangiamorte, intento a colpirmi con un'incantesimo.
un'altro incantsimo lo colpì nel petto, allontanandolo e facendolo svenire.<stai bene?> chiese il mio salvatore. girai il capo nella sua direzione, la guardai per un secondo, poi scomparve in una nube bianca. era una donna. aveva i capelli rosa, simili ai vestiti della vecchia barbie ma, al contrario lei non era affatto vecchia. indossava un cappotto lungo e sembrava aver finito gli studi ad Hogwarts l'anno prima. non riuscii a dirle nulla. nessun grazie, nessuna presentazione.
un urlo mi riportò alla realtà: Harry potter chino su se stesso, consapevole di aver perso l'ultima persona che considerava la sua famiglia, l'unica persona che capiva come si sentisse. l'uomo che lo aveva salvato poco prima era stato risucchiato dalla nube trasparente. si era unito alle altre anime, anime che, in un modo o nell'altro, non sarebbero più tornate indietro.
nel primo attimo Harry non aveva capito: l'uomo di fronte a lui, a cui stava sorridendo, venne colpito da Bellatrix Lestrange. nel secondo attimo capì che non era un'incantesimo di disarmo, mentre l'uomo brancolava nel buio e alla fine, quando anche la luce che i suoi occhi emanavano si spense, si abbandonò tra le nuvole, scomparendo come tutte le altre anime perse.
l'ultimo attimo, quello di realizzazione, fu il più doloroso. i pochi ricordi che aveva con quella persona furono distrutti in un solo secondo, senza poter dire addio un'ultima volta.
un urlo straziante si diffuse per tutta la stanza, facendo rabbrividire anche i mangiamorte senza cuore.eppure, se un prigioniero che scappò due anni prima da Azkaban era riuscito a redimersi e ricominciare, il destino era riuscito a vincere di nuovo. quello che avevo riconoscito come Sirius Black, presunto pluri omicida e sostenitore del signore oscuro, aveva ritrovato la serenità per pochi secondi, quando tutto ciò fu distrutto da una delle maledizioni senza perdono. Remus Lupin, ex professore di difesa contro le arti oscure al terzo anno, lo strinse in un abbraccio consolatorio, distrutto anche lui dalla prematura morte di un suo amico e compagno.
Potter si divincolava, non voleva essere consolato, voleva fare giustizia. appena il suo corpo si liberò dalla presa dell'auror corse, più veloce di un felino e con più rabbia di un serpente infastidito. senza pensarci lo seguii, convinta che mi avrebbe portato dritta all'obbiettivo. stetti molto attenta a non farmi vedere, ma sempre pronta ad uscire allo scoperto appena ne avessi avuto l'occasione.
Dovevo riuscire nel mio intento, dovevo farcela. Più me ne convincevo però, più un brutto presentimento mi logorava dentro. La Lestrange rideva, soddisfatta di ciò che aveva appena fatto e richiamava Harry come se volesse burlarsi di lui anche in una situazione tanto delicata.
poco dopo un lampo rosso attraversò gran parte della sala, catapultando la donna a terra dolorante e senza più il suo sorriso beffardo tanto famoso. Potter aveva appena lanciato la maledizione cruciatus sulla strega.
Ella rotolò su un fianco mentre il ragazzo la raggiungeva a passo felpato, così decisi che fosse il momento perfetto per avvicinarmi un po' e capire quale delle mie opzioni fosse la migliore da scegliere. mi accovacciai dietro un caminetto magico in attesa delle loro prossime mosse. Sicuramente, una delle cose avrei dovuto impedire di fare ad Harry era quella di ucciderla subito, se mai avesse voluto farlo. dovevo tenere conto di tutte le possibilità, poiché non riuscivo a prevedere le mosse di Potter.
d'un tratto però, il capo di Harry cominciò a vorticare su sé stesso, cercando in qualche modo di scrollarsi qualcosa di mente. tutto intorno a loro due sembrò diventare buio, tetro e pericolosamente oscuro. in un'attimo di ambita perplessità, una figura ossuta vestita di una toga nera fino ai piedi, sgusciò fuori dall'ombra, avvicinandosi ai due. non avevo mai percepito tanta oscurità nell'aria fino a quel momento, e faceva maledettamente paura.
Potter si girò verso la figura alle sue spalle, puntandogli la bacchetta, che venne lanciata via dalla figura pallida e malforme.
<ahhhh!> urlò <così debole..> continuò la voce. il suo tono, aspro e malefico, mi risuonò nelle orecchie. dall'altra parte, di fianco a Potter, un camino magico si illuminò di una fiamma verde, rivelando poi l'ultima persona che mi sarei mai aspettata di trovare lì: Albus Silente.
si avvicinò con grazia ai due - quattro contando la sottoscritta e la Lestrange - e con voce stanca disse le sue prime parole.
<sciocco da parte tua venire qui stanotte, Tom. Gli Auror stanno per arrivar->
<per allora me ne sarò già andato. E tu..sarai morto.> rispose il pallido signore oscuro. Il suo attacco fu immediato: dalle bacchette di entrambi fuoriuscirono i loro incantesimi, Silente rossa e il signore oscuro verde. Per mia sfortuna, nel frattempo Silente era riuscito a spingere Potter dietro il camino in cui mi ero nascosta, mentre la Lestrange sgattaiolò via tramite la fiamma verde del camino.
<accidenti!> imprecai. Potter si girò verso la mia direzione con il suo solito sguardo confuso.
<Cassandra, cosa ci fai qui?> chiese scioccato. Sospirai.
<nulla, ora me ne vado.> risposi, stringendo la mia bacchetta. dovevo trovare un camino da cui risalire.
<cosa? n-> non riuscì a finire, poichè avevo già trovato la mia via di fuga. gli lanciai uno sguardo di scuse nella speranza che non se la prendesse troppo e venni risucchiata in un vortice. mi ritrovai con i piedi sopra il wc di un bagno londinese, da sola. uscii da quella porta infernale e mi protesi per aprire tutte le cabine disponibili. di lei non c'era traccia. strinsi i pugni, decisa nell'intento di trovarla. Vagai per le strade di Londra, ma non riuscii a trovarla.
<cazzo!> frustrata, girai i tacchi per tornare nel bagno che mi avrebbe condotto di nuovo al ministero. prima di entrare nel bagno delle donne venni afferrata per un braccio, e trascinata da qualche parte.
Poi non ci capii più nulla. Sentii i miei muscoli tendersi, e poi restringersi, le ossa rompersi e poi rimettersi a posto, gli organi contorcersi fra loro e poi tornare al loro posto. quando tutto finì, mi salì un conato di vomito che non riuscii a fermare, di fatto vomitai.
Mi ero appena smaterializzata.
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L' Ultima Discendente
Romance*primo libro completato* *secondo libro completato* Cassandra Blake, una serpeverde mezzosangue. Durante il suo quarto anno, si ritroverà a passare del tempo con Draco Malfoy per via di una punizione. Con il tempo scoprirà anche la sua vera famiglia...