CAPITOLO 20

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-Ci siamo. -

-Sei sicura che può aiutarci? -

-Certo. Sono sicura di una sola cosa: la verità. -

-Umm... Ok. -
Non sapevo perché, ma eravamo lì, di fronte al libro in attesa di aprirlo. Shaila aveva insistito per scoprirne almeno un piccolo indizio.

-Pronta? - Chiese trepidante.

-Pronta. - Senza starci troppo a rimurginare sopra lo aprii e la cosa mi lasciò a dir poco sbalordita. Le prime due pagine, da prima bianche, iniziarono a colorarsi di verde scuro, e piano piano dei rami di albero si incontrarono, si incrociarono l'un l'altro e si elevarono, formando un enorme albero. Al posto delle foglie vi erano centinaia di volti, sia femminili sia maschili. Essi erano tetri, vuoti, morti. Tutti tranne quelli in cima. Era raffigurato il mio volto, luminoso e pieno di vita. Guardai un po' più in basso altri due volti illuminati attirarono la mia attenzione. Alla sinistra c'era quella che pensavo fosse mia madre, con lunghi capelli corvini come i miei, occhi scuri, un viso delicato e delle labbra carnose. Al suo fianco, mio padre, anch'egli con capelli corvini, con un viso ovale e marcato, e aveva i miei stessi occhi, di una sfumatura né azzurra né verde, una via di mezzo.

-Shiva e Elijah Soulblack. - Sussurrò Shaila venuta al mio fianco.

-Si.. Sono i miei genitori... -

-Non capisco però. Se tu e i tuoi genitori siete illuminati vuol dire che sono vivi, no? -

-Si.. -
Se erano vivi, perché mi avevano abbandonata? Non ero abbastanza? Volevano il figlio maschio? Cosa non andava in me?

-Cass... Cos'hai? -

-Niente, e comunque abbiamo finito. Abbiamo scoperto che i miei genitori sono vivi, ma non possiamo andarli a cercare, quindi dovremmo anche aspettare. -

-Lo so.. Ma potremmo delegare qualcuno. -

-Si, potremmo...-

-Mi dici cosa ti ha turbato? Prima vuoi sapere la verità, poi dici che è tempo perso, perché? -

-Perché, che senso ha cercare dei genitori che ti hanno lasciato sulla soglia di una casa come uno scarto, un peso? Cosa!? Niente! -
I miei occhi bruciavano e il naso pizzicava, ma no, l'avevo promesso a me stessa, non avrei più pianto. Ricacciai tutto indietro e mi rivolsi a Shaila.

-Io vado. -
E mi girai. Pronta per svoltare l'angolo sentii il mio nome, e quello basto per farmi girare. Shaila corse verso di me e mi strinse forte in caldo abbraccio.

-Mi dispiace Cass.. - Disse con le lacrime che le rigavano il viso.

-So che questa situazione ti sta stressando moltissimo. - Disse ritraendosi e guardandomi in faccia.

-Se bisogna dire tutto quello che mi stressa.. Uff.. Non ne finiamo più. -
Ridemmo.

-Shaila.. - Dissi tornando seria.

-Si, Cass? -

-Grazie. Per appoggiarmi in tutto quello che faccio, ogni cosa, anche la più stupida o la più pericolosa. Grazie per sopportare ogni mio sbalzo d'umore e per riempire gli spazi vuoti che mi colmano in giornate tempestose. Graz.. -

-Ok! Ho capito! Non essere troppo sdolcinata! - Mi disse lei accigliata.
La guardai e risi.

-Ok..! -

-Allora, io dico che ci siamo meritate un buon budino, che ne dici? -

-Io dico: cavolo si! - La presi a braccetto e andammo nella sala grande. Presto ci raggiunse anche Luis, portando con sé un piccolo sacchetto di velluto nero.

L' Ultima DiscendenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora