CAPITOLO 27

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tossii, in ginocchio e con la testa pesante. quando mi guardai intorno non sapevo dove fossi. mi alzai in piedi. ero sotto il portico di un giardino, e pioveva. la villa che si ergeva dietro di me era completamente fatta in mattoni neri, e i corvi che ci volavano sopra dava l'aria di essere un posto oscuro.

<Cassandra?> mi richiamò una voce vellutata. alle mie spalle c'era un uomo ed una donna, entrambi con capelli neri e gli occhi spenti. Avevano una toga a righe blu e bianca e venivano nella mia direzione.

<Shiva?> blaterai sputacchiando vomito di quà e di là. non credevo che potesse essere davvero lei poiché sapevo di ciò che avevano fatto i mangiamorte per ingannarmi ma in loro sembrava esserci molta più umanità rispetto alla falsa Shiva. Restai dov'ero, aspettando che uno dei due dicesse o facesse qualcosa.

<finalmente riuniti!> fece una risata la donna alle mie spalle, Bellatrix <come una bella famigliuola.. felice!> il suo tono di voce acuto mi fece tornare il vomito appena placato.

<Sisy, ascoltami. devi scappare o-> provò a dire l'uomo dai capelli neri al fianco di Shiva. mi fermai ad osservarlo. aveva i capelli lunghi, gli occhi color acquamarina. Rividi me stessa in lui, e mi fece provare un brivido.

<Cassandra, sono tua madre..> le parole di quella donna che si professava mia madre, celavano una bugia che non potei fare a meno di svelare.

<non lo sei, invece!> con la poca forza rimasta strinsi la bacchetta tra le mie dita e gliela puntai.

<expelluarmus > un lampo rosso la colpì, scaraventandola a cinque metri più indietro, e facendo volare via la sua bacchetta. Gli occhi di mio padre, del mio vero padre, vivo, si piantarono nei miei con fierezza.

<crucio! >la maledizione mi colpì. Caddi in ginocchio per il dolore. Le urla dei miei genitori mi risuonarono nelle orecchie mentre mi contorcevo. Ogni cosa intorno a me sembrava bruciare, la mia pelle, il mio stesso sangue sembrava farlo. Urlai con tutto il fiato che avevo, cercando un'aiuto che non sarebbe arrivato.

Piano piano però, il dolore diventò meno intenso, fino a sparire. Riaprii gli occhi, guardandomi intorno.

Mio padre brandiva una bacchetta, la stessa bacchetta che avevo sottratto alla falsa Shiva - di cui non vidi traccia. Bellatrix era distesa a parecchi metri di distanza.

Elijah mi aiutò a rimettermi in piedi e, una volta recuperata la mia bacchetta mi guardai intorno. Non sembrava esserci nessuno. Intanto Shiva ci raggiunse.

<voi due dovete andarvene, ora> dissi togliendomi i capelli dal viso. Mio padre rimase allibito.

<senza di te? Mai> rispose in modo brusco.

<so tenerli a bada e..> non riuscii a finire la frase.

<voi..maledetti dalla morte..> la voce squillante della Lestrange mi costrinse a girarmi. Sorrideva.

Sia io sia Elijah eravamo pronti a combattere, quando una voce mi fece tremare il cuore.

<Bellatrix, ferma!> Il timbro inconfondibile di Draco fece capolino dalla porta principale della villa.

<Draco, stanne fuori> Bellatrix lo liquidò, infastidita. Come due calamite, i miei occhi si scontrarono potentemente con quelli di Draco. Le sue iridi color ghiaccio spiccavano in mezzo a tutta quell'oscurità. Lessi preoccupazione e paura.

Mio padre mi fece da scudo con il suo corpo mentre cercavo di distogliere lo sguardo dalla persona di cui mi stavo innamorando.

Aveva ancora la divisa della scuola addosso, probabilmente perché si era precipitato lì.
Le maniche della camicia erano arrotolate fino al gomito, lasciando scoperti gli avambracci tonici.

<il signore oscuro vi considera..preziosi> continuò la Lestrange <quindi non posso uccidervi> disse con un velo di tristezza.

Se non poteva ucciderci, era perché gli servivamo vivi.

<e pensi che tenendoci prigionieri la situazione possa cambiare?> chiese Elijah davanti a me.

Una risata riecheggiò. Shiva affiancò suo marito, nonostante fosse sprovvista di bacchetta.

<non saremo mai vostri complici!> incalzò mia madre. La Lestrange era visibilmente contrariata. Mi costrinsi a pensare in fretta.

Feci ciò che non avrei mai creduto possibile. Mi parai davanti ai miei genitori, rivolgendomi alla mangiamorte.

<Al signore oscura gli basterà una sola Soulblack per i suoi piani> nonostante la situazione mi facesse rivoltare lo stomaco, non riuscii a concepire un piano migliore.

<propongo un'accordo> dissi. Il silenzio che ne seguì mi lasciò il tempo per formulare le mie condizioni.

<mi unirò a voi, sarò una mangiamorte. In cambio rivoglio i miei genitori liberi> dissi d'un fiato. Non ebbi la forza di girarmi e vedere l'espressione di Draco, nè quella dei miei genitori.

<interessante> una voce pesante, misteriosa e quasi impercettibile fece capolino.

Era la voce del signore oscuro.

<sarò lieto di accoglierti...come mia servitrice> con le dita ossute, mi fece cenno di avvicinarmi. Deglutii un groppo in gola e feci un passo.

< Cass, no..> mio padre cercò di trattenermi per una spalla, che con fermezza scostai. I pochi metri che mi separavano dal signore oscuro sembravano diventare a ogni passo sempre di più.

Quando arrivai al suo cospetto gli porsi tremante l'avambraccio. La sua bacchetta, di legno chiaro, quasi perforò la mia carne. In un secondo, il marchio nero prese forma come inchiostro su carta. Il serpente iniziò a dimenarsi e allora non fu solo nel mio braccio, ma anche nel cielo. Niente poteva coprire l'oscurità di quel momento, neanche il dolore di dover tradire i propri ideali.

Quando quella che mi sembrò un'iniziazione finì mi sorrise calorosamente.

<magnifico> la sua attenzione era rivolta a me, ma riferendosi a qualcos'altro.

In tutto quel trambusto, non mi ero resa conto di aver liberato la maledizione. Nubi color pece avvolgevano le nostre figure, coprendo tutto ciò che ci circondava.

Richiamai a me l'aura, che si disperse dentro di me. Il cielo era rimasto buio e tetro. Mi girai verso i miei genitori. Riuscii a reprimere le lacrime, mentre mi univo a loro.

<Cassandra> mi richiamò Draco. Non potevo vederlo, il mio cuore non avrebbe retto.

<aspetta> il destino però, voleva che soffrissi. Mi si parò davanti, boccandomi per un polso.

<non abbiamo niente da dirci noi due> riacquistai la voce. Faceva male, come non mai. I suoi occhi freddi erano terrorizzati.

<perché lo hai fatto?> chiese. La verità, era che non lo sapevo neanche io. Sapevo solo che non avrei lasciato che le persone a cui tenevo rischiassero un'altra volta la loro vita per me, ma che lo avrei fatto io.

<non sono cose che ti riguardano, ora se non ti dispiace..> mi strinse il polso, e il suo sguardo si fece più intenso.

<tutto di te mi riguarda> il suo tono di voce estremamente basso mi costrinse ad abbassare lo sguardo verso i miei piedi. Dentro di me volevo abbracciarlo, baciarlo fino a non avere più fiato in corpo e oltre. Ma le mie azioni fecero capire tutt'altro.

Strattonai il polso, liberandomi. Lo superai a grandi falcate, raggiungendo Elijah e Shiva. Li presi per mano.

<andiamocene da questo posto> dissi.
Chiusi gli occhi, poi il mio corpo iniziò a deformarsi e formarsi, fino a contorcermi lo stomaco. Quando riaprii gli occhi, per vomitare, eravamo davanti all'ingresso di Soulblack manor.

La smaterializzazione funzionò, i miei genitori erano a casa. Avevo fatto un patto per poterli avere con me, e non avrei sprecato quell'occasione. Avevo rinunciato a tutto e il marchio nero bruciante ne era la condanna.

Era questione di tempo, e il signore oscuro mi avrebbe chiamato a sé.

L' Ultima DiscendenteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora