Prologo

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All'inizio dei tempi i figli della luna, i licantropi, vivevano in pace l'uno con l'altro; Alfa, Beta, Omega e Delta convivevano in pace e armonia.

La pace durò finché un Alfa dal cuore duro come la pietra e l'animo sporco come il catrame, decise di innalzarsi al di sopra degli altri tre generi.

I Beta, sempre fedeli e affidabili, si misero al servizio dell'Alfa, mentre gli Omega, gentili e pacifici, gli offrirono la loro devozione e sottomissione incondizionata; ma i Delta, il cui animo era forte e autoritario con gli Alfa e gentile e amorevole come gli Omega, si ribellarono al suo potere e ingaggiarono una lotta cruda e sanguinosa.

Con sommo rammarico della Dea della Luna, i Delta, in evidente minoranza numerica, furono sconfitti ed esiliati ai limitari dei territori dei branchi. Furono additati come mostruosi e definiti minacce alla sicurezza e stabilità dei branchi e del potere degli Alfa.

Tuttavia la benevola e affranta Dea decise di punire gli ingordi Alfa, costringendoli a cercare un compagno per tutta la vita, a non sentirsi completi fino al suo ritrovamento e a provare sofferenza eterna se mai questo fosse morto; mentre ai Delta donò una forza superiore persino a quella degli Alfa, perché potessero sopravvivere in solitudine e il potere di comandare persino sui capobranco.

La dea non solo punì gli Alfa ma anche gli altri due generi: ai Beta fu vietato di assumere qualsiasi ruolo di potere, sarebbero stati costretti a servire per tutta la vita gli Alfa. Agli Omega fu dato l'onere di portare in grembo i cuccioli degli Alfa e a perdere quasi del tutto la loro forza di lupo, rendendoli deboli e indifesi.

E così fu per i successivi millenni, mentre il sangue e la sofferenza continuavano a dilagare per la terra.

La Luna, invece, rimase in attesa di un Delta che, come avevano fatto i suoi predecessori, avrebbe alzato la testa e avrebbe combattuto gli Alfa e ristabilito l'equilibrio.

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