run Felix, run

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il cavallo grigio correva veloce, tra gli alberi, sotto un cielo del medesimo colore del suo manto, colmo di nuvole.
correva, correva, e nemmeno sapeva dove andava.
seguiva solo le direttive del padrone, che sembrava conoscere la strada da percorrere fin troppo bene.
il vento che arrivava sul viso del giovane fece scivolare una lacrima appena scesa sulla sua guancia dietro di sè, facendola volare via.

vaffanculo

attraversò campagne, sotto quel cielo così nuvoloso, guidato dal suono delle cicale e degli zoccoli che sbattevano sulla strada battuta piena di sassolini, che con il suo passaggio volavano via.

vaffanculo cazzo.

era completamente confuso, non aveva idea di cosa stesse facendo, nè di cosa avrebbe fatto una volta arrivato.
era solamente guidato dall'istinto e dalla voglia di libertà.

vaffanculo. perché io?

le lacrime continuavano a scendere sul suo volto accigliato, e mentre la meta continuava a farsi più vicina, il suo cuore si stringeva sempre più, man mano che la strada da percorrere si riduceva.

***

Changbin guardò fuori.
il cielo era grigio, pieno di nuvole.
temeva sarebbe arrivato un grosso temporale, preoccupandosi così dei panni fuori a stendere.

<<Rachel, porta dentro i panni, secondo me piove tra poco.>>

la ragazza gli gridò un si annoiato dall'altra stanza, essendo impegnata a prepararsi per la notte.
una volta uscita dal bagno corse fuori, tornando poi in casa con le mani stracolme di vestiti e tovaglie.
poggiò tutto svogliatamente sulla sedia situata vicino alla porta d'ingresso, per poi chiuderla violentemente con il piede.

<<ha già iniziato a piovere, Changbin.>> disse stressata, con i capelli zuppi che le ricadevano sul viso.

il ragazzo accennò un sorriso divertito, guardando la moglie tutta bagnata dopo che si era già lavata e profumata per la notte.
<<scusa, non mi sono accorto.>>

<<non ti accorgi di niente in questo periodo Changbin! ma che ti prende?>> borbottò, tornando in bagno arrabbiata.

al ragazzo non importava molto.
erano piuttosto normali quegli scatti di nervosismo di Rachel, quindi ormai nemmeno ci faceva più caso.

dopo qualche ora la ragazza già dormiva.
quella serata di pioggia era perfetta per accendere il caminetto, e mettersi a leggere un bel libro vicino al fuoco.
l'atmosfera silenziosa della notte, il tepore del camino e lo scoppiettare della legna.
a Changbin piaceva molto, era proprio come faceva Felix.

Felix...

il suo nome era sempre fisso nella sua mente, da quella sera.
non riusciva più a pensare ad altro, qualsiasi cosa facesse.
era tormentato dal fatto che fosse così lontano da lui e per di più in un posto così pericoloso, con quel mostro di suo padre.
inoltre, non riusciva più a parlare con Rachel come faceva prima, nè a toccarla con lo stesso sentimento.
si chiedeva sempre perché mai preferisse il corpo sfregiato e magro del biondo, a quello snello e sinuoso di Rachel.

Felix cosa mi hai fatto?

sorrise amaramente, guardando le pagine della raccolta di poesie che stava sfogliando, stringendole tra i polpastrelli.
quella sera si addormentò così, con il libro stretto tra le mani e con l'immagine del ragazzo fissa nella mente.

era notte fonda, quando Changbin sentì dei rumori nella casa.
aprì gli occhi, lentamente, leggermente intontito.
era tutto buio, non vedeva nulla, e questo lo mise in agitazione ancor di più.
riuscì solo a scorgere la finestra spalancata, accorgendosene sentendo i rumori del temporale molto più forti.

allarmato, prese lentamente la pinza di ferro che serviva per spostare la legna del camino.
si avvicinò a passo felpato alla finestra, riuscendo ad intravedere una figura.

che cazzo succede?

si spaventò, alzò la pinza di ferro che aveva in mano sopra la sua testa, con l'intenzione di colpirla.

ad un certo punto, dato che esitò nel colpire la figura, si sentì due mani bagnate sull'addome, che si asciugarono a contatto con i suoi vestiti.
delicate, vagarono alla ceca fino a raggiungere il suo collo, e finalmente arrivare sulle sue guance.

Changbin abbassò l'arma, confuso.
aveva proprio davanti a sè la persona che si era intrufolata in casa sua, ma a causa del buio non riusciva proprio a vederne il viso.

<<sono Felix, Changbin.>>

una voce roca e profonda parlò, e il ragazzo fece cadere l'arma per terra, provocando un tonfo.

non ci credo.

gli toccò il viso, constatando dalla sua altezza che fosse davvero lui.
un sorriso si fece strada sul suo volto, mentre una lacrimuccia gli scese dall'occhio, toccando la mano ormai asciutta del biondo.
quest'ultimo rise.
<<che fai, piangi?>> gli chiese, asciugandogli la lacrima con il pollice, come poteva.

<<no che dici.>> cercò di negare, ridendo, per poi prendergli la testa da dietro e spingerla nel suo collo, abbracciandolo forte e bagnandosi tutto anche lui, a contatto con i vestiti fradici dell'altro, affondando poi le dita nei suoi capelli bagnati.
il biondo si rannicchiò nell'abbraccio, infreddolito, sentendo finalmente il calore del corpo di Changbin. in quel momento gli diede un conforto e un sollievo immenso, non solo perché avesse freddo.
sentire qualcuno che gli stesse davvero vicino, qualcuno che gli voleva bene, fu esattamente quello di cui aveva bisogno, e anche solo poterlo abbracciare lo rese immensamente felice.
si mise a piangere silenziosamente nel suo collo, cercando di non farsi sentire da Changbin, avendo una cosa importante da dirgli.

<<voglio vedere il tuo viso, Felix. non mi sembra vero tu sia di nuovo qui.>> sussurrò nel suo orecchio.
l'aria che emise la sua bocca pronunciando quelle parole fece il solletico all'orecchio di Felix, e gli fece passare un brivido lungo la schiena.

il moro si godette il profumo dell'altro, inspirando profondamente nell'incavo del suo collo, e avvolgendolo ancora più forte con le sue braccia muscolose.

<<Changbin ho così tante cose da raccontarti...>> disse con la voce spezzata, asciugandosi le lacrime, strofinandosi sul tessuto dell'abito del ragazzo.

<<non possiamo stare qui, vieni andiamo.>> disse Changbin, buttando uno sguardo in giro, per assicurarsi che Rachel non fosse sveglia, prendendolo per mano e portandolo fuori.
anche fuori era davvero buio, e in più pioveva a dirotto.
entrarono di fretta nel capanno, dove erano presenti alcuni attrezzi e cumuli di fieno per i cavalli.
era presente anche qualche coperta, che era rimasta lì da quando Rachel ci aveva dormito.

Changbin si affrettò ad accendere la piccola lanterna presente su uno scaffale, che con la sua luce fioca e calda illuminò tutto il capannone.
lentamente si girò, riuscendo finalmente a vedere la figura di Felix, ora seduta su una balla di fieno, tutto infreddolito e fradicio.
sorrisero, guardandosi negli occhi per qualche secondo, quando il biondo si alzò nuovamente per fiondarsi nelle braccia dell'altro.

<<mi sei mancato, Changbin.>>

erano leggermente impacciati l'uno con l'altro, non sapevano come comportarsi, ne sapevano cosa fossero.
amici?
conoscenti?
amanti?

non era importante, l'unica cosa che importava in quel momento era che erano felici di rivedersi.

Changbin ignorava il fatto che quella felicità sarebbe durata poco, e che presto il suo cuore sarebbe tornato a soffrire come tutti i giorni in cui stavano lontani.

<<anche tu. tantissimo.>>
Changbin si staccò dall'abbraccio.
si allontanò da lui, sorridendogli, stendendo una coperta e facendolo sedere su un cumulo di paglia, poggiandogliene un'altra addosso.

prese poi ad asciugargli i capelli delicatamente, con un lembo della coperta, muovendo la mano sulla sua testa in maniera incerta.
Changbin guardava il viso di Felix, nella penombra della stanza, che gli sorrideva dolcemente, nonostante il motivo per il quale fosse andato a trovarlo gli angosciasse la mente.

Princess ~changlix~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora