RED [bang chan]

9

Mi sentii svuotata dopo quella confessione. Perché si era aperto con me in quel modo? E chi mi dava il diritto di ascoltarlo, entrando in contatto con i suoi demoni interiori? Non volevo legarmi a lui tramite il dolore, e tanto meno tramite la felicità. Non volevo legarmi e basta.

Darcy mi aspettava all'uscita con Felix. I due scherzavano come se si conoscessero da una vita, spintonandosi a destra e manca con sorrisi sornioni. Quando mi videro, i loro movimenti si arrestarono. ''Hazel, sei bianca come un lenzuolo..'' constatò la mia amica, lasciando andare la mano del biondino con le guance imporporate. Scrollai le spalle e li superai, dritta alla fermata dell'autobus. Ma invece di fermarmi, ed aspettare che il veicolo arrivasse, proseguii a piedi: pensai che in quel modo, camminando, mi sarei schiarita le idee, ma una volta a casa, tutto divenne peggiore. I brani che da sempre avevano accompagnato la mia crescita musicale, non riuscirono più a soddisfare la mia voglia di sfogarmi. Così, senza pensarci, mossi le mie dita sui tasti del pianoforte, replicando ciò che ricordavo della ballata di Chan.

Buttai fuori più frustrazione di quanta immaginassi, tant'è che mia madre venne a bussare per accertarsi che stessi bene. ''Hazel, ti va una fetta di torta? Caleb vuole mostrarci la sua nuova canzone'' Tolsi il piede dal pedale che prolungava le note, e mi stropicciai gli occhi. Chissà quanto tempo era passato; con la musica si perdeva il senso del tempo e dello spazio. ''Arrivo'' replicai, alzandomi dallo sgabello. La stanza sembrava vorticare, ed il pavimento sotto ai piedi tremare. Quella era per me la prova che avevo davvero battuto il record di ore al pianoforte.

Scesa in salone, la mia famiglia - compresi i nonni - erano riuniti chi sul divano, chi sulla poltrona con un piatto di torta sulle ginocchia. Caleb teneva stretto tra le mani un foglio di carta stropicciato. ''Finalmente, sorellona! Prendi un pezzo di torta e ascolta cos'ho creato..''