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Il suo bagaglio a mano era uno zainetto, quel famoso zainetto che Chan trasportava a destra e manca col suo pc, di cui era particolarmente geloso. Sostava di fronte ad un taxi, pronto per salirvi sopra: ero certa che non ci saremmo rivisti per molto tempo, e non seppi se sentirmi sollevata o sinceramente provata. ''Ti auguro il meglio per questa vita, Hazel..'' ammise con un sorriso abbozzato e senza vergogna per le lacrime che stavano rotolando sulle sue guance nivee. Avevamo sbagliato entrambi, forse. In amore si vince e si perde, è inevitabile. ''Si, anche a te'' borbottai, incapace di guardarlo negli occhi per l'ultima volta.

Chan salì sull'auto, e non lo vidi più.

Tornai indietro per assicurarmi che Jisung stesse bene: doveva aver sentito un gran baccano. Ma mi precedette. Mi osservava da lontano, all'entrata dell'ospedale. Il suo sguardo era triste.

''Lui è..-'' balbettò, indicando la macchina che si era appena allontanata. ''Il mio primo amore'' risposi rammaricata, con un amaro in bocca che mi avrebbe consumata.

''Deve essersi preoccupato, se è venuto fino a qui..'' non volevo più sentir parlare di Chan, era troppo doloroso per me, perciò afferrai la sua mano e lo zittii con un bacio. ''E' il passato, devo metterci una dannata pietra sopra''


Due mesi dopo, finalmente, andai a togliere il gesso. Non suonare per tutto quel tempo era stata una vera e propria tortura medievale: quando riposai le dita sui tasti del pianoforte, il mio mondo tornò a colorarsi e il mio cuore a battere come le ali di un colibrì.

''Ti eri proprio trattenuta'' constatò Jisung, posando il suo violino nella custodia. Successivamente si sedette accanto a me, afferrò la mia mano tra le sue e mi sussurrò due paroline che da sempre erano per me proibite. ''Ti amo, Hazel''

Ma lo sappiamo, far entrare qualcuno nel nostro cuore è una condanna a morte.

RED [bang chan]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora