RED [bang chan]

40

Durante la pausa pranzo, mi sedetti nel cortile per mangiare qualcosa e parlare con Chan. Nonostante lì fosse notte, aveva espressamente chiesto di potermi ''vedere''. I mesi a New York sembravano volare senza nemmeno darmi il tempo di metabolizzarlo.

Sgranocchiai il mio toast, e risposi alla videochiamata. Il volto stanco del moro mi apparve in primo piano, illuminato da una lucina viola, quell'inconfondibile lucina che spesso accompagnava le nostre nottate insonni nella sua camera. Però, era bellissimo comunque. ''Hey..'' fu il primo a parlare. Dio, era chiaramente distrutto e la sua voce rotta non fece che preoccuparmi ulteriormente. Erano ufficialmente passati tre mesi da quando ci eravamo salutati, proprio all'ingresso del mio nuovo dormitorio. Ricordo i baci salati, mischiati alle lacrime e gli abbracci stritolatori che mi fecero sentire al sicuro, per l'ultima volta.

''Mi manchi'' ammisi, con un sorriso rammaricato. Perché quello era ciò che potevo permettermi: sorrisi che mascherano pianti dolorosi. Chan sospirò. ''E' proprio di questo che voglio parlarti'' disse, facendomi mancare qualche battito. Non era la prima volta che il pensiero di una rottura si fosse affacciato nella mia mente. Temevo che lui volesse lasciarmi perché la lontananza era insostenibile.

Deglutii, con la gola secca e non ebbi il coraggio di rispondergli. ''Sai, mi sono unito ad un gruppo..'' mormorò. Ne parlava compiaciuto. ''Produciamo la nostra musica, creiamo le nostre coreografie.. Sono felice di farne parte-''

Quello era solo un modo per dirmi ciò che non riusciva a dirmi, e che temevo da morire. ''Hazel, quello che sto cercando di dirti è che forse è meglio finirla adesso, piuttosto che soffrirne in futuro. Siamo giovani, abbiamo le nostre passioni e i nostri desideri. Non credi sia giusto?''

Tutti ci definivano col colore rosso: rosso passione, rosso rabbia. O l'una, o l'altra, finiva per ferirci. Ed io ero appena stata ferita.

EVERYBODY SAY NOOOO