Ad ora di pranzo, la tavola era imbandita con ogni ben di Dio: i miei genitori volevano celebrare l'apertura delle audizioni alla Juilliard, anche se non ne trovavo il senso. Non avevo mosso ancora un passo, fuori da quella città, perciò la mia ansia salì alle stelle. Sarei stata all'altezza di una scuola come quella?
''Partiremo settimana prossima, che ne dici?'' esordì mio padre, riempiendo il suo bicchiere di vino bianco, e proponendo lo stesso a Chan, che però declinò con gentilezza. ''Mi sembra perfetto'' replicai, e grazie al cielo il mio ragazzo mi tranquillizzò con uno dei suoi sorrisi migliori. Lo sapevo, però, cosa si celava dietro tale sorriso: la paura di perdermi. Anch'io avevo quella paura, ma l'amore era più forte di qualsiasi altra cosa. Sarei rimasta a New York, se fossi stata tanto fortunata da esser accettata, mentre lui sarebbe rimasto a Sydney. ''Verrò con voi'' asserì Chan, sicuro delle sue parole ma con la mascella contratta. Vidi rosso, per un momento.
''Non sei costretto, so che è difficile per te-'' ma la sua voce, per la prima volta dura, nei miei confronti, tagliò corto. ''E' una parte importante del tuo percorso, e non voglio perdermelo''
La settimana passò troppo velocemente, mentre me ne stavo immersa tra spartiti e fogli volanti: il pianoforte spettatore della mia perdita di controllo. A momenti sarei esplosa. Aspettavo quel momento da una vita intera, ed esigevo la perfezione da me stessa. Nonostante il soffitto della mia camera riproducesse l'arte ed i mosaici che adornavano la sala in cui si svolgevano i concerti, non riuscii a tranquillizzarmi, i miei occhi indugiavano su due brani diversi, di artisti differenti e con una storia alle spalle che in comune non avevano niente.
''Bach o Beethoven?'' mi mordicchiai l'interno guancia. L'indomani sarei partita, e non avevo ancora deciso. Tipico di me.
Quando cominciai a tremare, segno che un fastidioso pianto stava per bussare alla porta del mio cuore, mi lasciai andare sulle ginocchia. Avvolta nel silenzio, udii un singhiozzo, e poi due, tre, fino a perderne il conto.
''Hazel?''
Una voce, allarmata ma dolce come il miele, si insinuò tra i miei pensieri. ''Non sono pronta, non sono-'' singhiozzavo, col respiro corto e il cuore che batteva all'impazzata. ''Amore, invece lo sei.. Lo sei..'' e le braccia di Chan circondarono la mia vita, cullandomi come una bambina in cerca di affetto. ''Sei pronta, devi solo alzarti da questo pavimento''
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RED [bang chan]
FanfictionHazel si ritrova bloccata, ben presto, tra due delle cose più importanti della sua vita: Chan, e la musica. Ogni scelta compiuta l'ha portata ad amare entrambi incondizionatamente, impossibilitata quindi dall'abbandonare anche solo ipoteticamente un...