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Quella notte piansi.

Mi sfogai di tutto ciò che si era appiccicato al cuore come una scorza dura. Avevo passato la serata con Caleb, ma a parte abbozzare qualche sorriso, non aveva dato cenni di miglioramento; mi sentivo una sorella orribile.

Mia madre mi aveva accarezzato la fronte come quando ero bambina, dicendo che mio fratello era forte, e che non dovevo sentirmi in colpa. Così come mio padre, che dopo avermi baciato la guancia umida di lacrime, si era dileguato per andare a dormire.

Con le prime luci del giorno ad infastidirmi gli occhi, decisi che sarei rimasta a casa. Il mio rendimento scolastico era ottimo, quindi per una giornata di assenza non sarebbe successo niente. Rimasi a letto, con gli occhi incollati al muro - dove vi era una copia del bellissimo dipinto di una delle sale della Juilliard - e non feci altro che ascoltare il mio stesso respiro. Era regolare, sottile e appena udibile.

Guardare quel dipinto mi preparava a ciò che avrei dovuto affrontare poco dopo il diploma. Ero disposta a tutto per essere ammessa nella scuola dei miei sogni, anche suonare il pianoforte fino a sentire dolore alle dita. Per raggiungere degli obbiettivi ci vogliono tanti sacrifici.

''Hazel?'' sentii mormorare dietro la porta della mia camera. Dovevano essere le 07:15, e mio fratello si era alzato per prepararsi. ''Si, Caleb?'' gracchiai, la voce ancora impastata dal sonno. Lui aprì la porta, che cigolò. Mi rivolse uno sguardo stranito, confuso. ''Non ti alzi per andare a scuola?''

Io scossi la testa, e nel frattempo mi misi a sedere. Le coperte erano così calde e appetibili che non me la sentivo di abbandonarle. ''Stai bene?'' continuò. Scossi la testa nuovamente. A che serviva mentire?

''Ce la farò, sorellona. Te lo prometto.''

RED [bang chan]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora