Capitolo 4

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Tyler aveva ventotto anni e un carattere introverso, tenebroso ma con una dolcezza infinita nel cuore.
Ma quella dolcezza la teneva ben sigillata perché la vita per lui non era facile, non lo era mai stata fin da quando aveva sei anni.
I nonni lo avevano cresciuto e lo avevano fatto studiare con tanto amore dopo la morte di sua madre, e lui glie ne era molto grato.

La nota oscura che Tyler portava nel cuore era suo padre con il quale aveva un rapporto difficile.
Con l’aiuto dei nonni e la voglia di studiare Tyler si era laureato in informatica, una delle sue grandi passioni, il computer lo portó ad entrare nella ditta di import/export più influente della città.
Preso a ben volere dal CEO, il direttore e proprietario dell’azienda, Tyler era entrato a far parte della cerchia ristretta dei tecnici informatici specializzati.
Una squadra che vigilava in rete.
Una squadra Top Secret.

Un’altra sua passione era la musica e precisamente la batteria.
Suonare per lui era vita, libertà, quella libertà che poteva cambiargli la vita.

Aveva cenato con i nonni e si era ritirato nella sua camera, se ne stava disteso con le braccia incrociate dietro la testa fissando il soffitto.
Da qualche settimana il suo pensiero fisso era una ragazza dai capelli castani e gli occhi verdi.
Quegli occhi che aveva incrociato per pochi istanti quella domenica mattina, quegli occhi che l’avevano sedotto all’istante.
L’aveva poi ritrovata per caso ad uno dei suoi primi concerti, proprio la sera stessa.

Era forse il destino?

L’avrebbe voluta conoscere, ma si era frenato quando aveva scoperto che quella meravigliosa creatura era la sorella di Luke, il suo amico e compagno di band.

La mattina successiva però il pensiero di lei era sempre lì, e le sue abili dita non si erano fermate sulla tastiera del computer.
Aveva scoperto l’età, dove viveva, con chi viveva, dove lavorava, aveva capito la sua passione quella dei fiori, e aveva colto la sua dolcezza.
In cuor suo aveva sperato di rivederla, sapendo però che non avrebbe potuto fare altro che guardarla.

Se lei avesse saputo il suo passato, la vita di merda di suo padre, sarebbe scappata come tante ragazze che aveva frequentato.
Per questo aveva deciso di avere solo rapporti occasionali, niente sentimento, nessuno glielo avrebbe dato, ne era certo e consapevole.

Nei successivi concerti lei non era andata, aveva visto solo le sue due amiche una che sbavava dietro a Luke, l’altra euforica solo perché conosceva dei musicisti.
Ma lei non c’era.
Alcune domeniche non era potuto andare al canile, un luogo a cui lui era molto legato, perché la nonna non era stata bene.

Dare amore a quei piccoli animaletti era una cosa che lo faceva stare in pace.
E lì una domenica l’aveva rivista le era stata affidata proprio a lui da Martha.
Lei era lì, Stella era davanti a lui con il suo stupendo sorriso e la sua allegria.
Quell’allegria che avrebbe tanto voluto avere o meglio esternare.
Aveva iniziato a parlare con lui, sentiva la sua voglia di conoscerlo, sentiva perfettamente quello che lei provava.
Lo provava anche lui, ma non poteva…

Lei non era per lui…

All’ennesima domanda che lei gli aveva fatto, l’aveva tratta male per allontanarla e lei l’aveva fatto, gli aveva risposto tristemente e se n’era andata.
Se n’era pentito subito, l’aveva richiamata e raggiunta.
Toccarla era stato come una scossa d’elettricità, si erano guardati, aveva sentito il suo alito caldo.
L’avrebbe voluta baciare per assaggiare il suo sapore di quelle stupende labbra.
Ma si era ritirato, il suo pensiero era sempre quello.

Lei non era per lui...

Mentre continuava a far divertire Oliver lui l’aveva sempre tenuta d’occhio senza farsene accorgere.
Lei lo aveva guardato per tutto il tempo, aveva memorizzato tutto quello che lui aveva fatto con il cane, rimanendo in silenzio.
Era così bella, un fiore da poter cogliere e conservare per tutta la vita.
Ma il suo lato oscuro lo ammoniva di continuo.

Quando era arrivato il momento di salutarsi, lei lo aveva invitato a prendere un gelato.
Quanto avrebbe voluto che fosse un appuntamento!
Aveva accettato convinto.
Non c’era niente di male se avessero preso un gelato insieme.
Non sarebbe successo niente tra loro, anche se a lui non sarebbe dispiaciuto.
Ma non poteva andarci a letto per divertimento, non con lei.
Era tornato a casa, aveva pranzato come sempre con i nonni e poi si era chiuso in camera sua.
Si era messo a scrivere della musica con la morte nel cuore.
Aveva preso la sua decisione, era per il bene di Stella.

Non ci sarebbe andato!

Preso dalla rabbia aveva lanciato in aria i fogli scritti aveva preso la giacca, salutato i nonni ed era uscito di corsa, salendo sulla moto.
La sua meta, quando aveva da sfogarsi, era sempre la solita.
Parcheggiò la moto, suonò la porta e appena Sue Ellen gli aprì, si fiondò su di lei, chiudendo la porta con un calcio, sbattendo la ragazza contro il muro e baciandola con foga.

“Wow McCormick sei in vena oggi” le disse lei appena lui si staccò dalle sue labbra carnose.

“Stà zitta e fatti scopare” le disse lui alzandola di peso e portandola in camera.

Appena si fu sfogato, si alzò si accese una sigaretta la fumò e si rivestì, guardò la ragazza distesa sul letto, posò una banconota sul mobile ed uscì da quella casa.
Doveva smetterla di fare così…
Ma sapeva anche che non poteva…

Angolo autrici

E qui avete iniziato a capire i sentimenti di Tyler e cosa prova verso Stella.

La sua vita difficile...

Tra passione e lacrime.  (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora