L'indomani arrivai in modo impeccabile a lavoro ed entrai facendo un cenno a Richard che mi sorrise felice nel vedermi.
E non appena vidi il suo sorriso capii che già sapeva della mia assunzione ma non fece domande per non dare troppo all'occhio dato che ero nuova.
Mi mostrò la stanza dove solitamente stavano gli altri specializzandi e non appena entrai, molti sguardi furono su di me e tutti mi fissavano incantati.
"Ciao." salutai timidamente e mi infilai il camice, una ragazza si avvicinò e mi tese la mano sorridendomi cordialmente.
"Sono Lexie, piacere." disse dolcemente e ricambiai felice per il fatto che stessi incominciando a fare amicizia.
Almeno non sarei stata da sola.
"Macarena Ferreiro e il piacere è mio." dissi afferrando lo stetoscopio e un ragazzo si mise in mezzo a noi.
"Tu devi essere la nuova giusto? Sono Alex Karev." disse con uno sguardo malizioso fissandomi e alzai gli occhi al cielo, ma per educazione gli strinsi la mano guardandomi attorno ed eravamo circa una ventina in stanza.
Ad un certo punto le porte si aprirono e la stessa donna che avevo visto ieri fece il suo ingresso, facendomi sussultare.
"Sono Miranda Bailey, chirurgo generale e oggi vi guiderò io. Quelli del primo anno vengano con me, mentre gli altri del terzo anno possono andare tranquillamente con Meredith. Ho cinque regole. Memorizzatele. Regola numero uno, non perdete tempo a fare i ruffiani, vi odio e non cambierete le cose. Protocolli traumatologici, lista telefonica, cercapersone. Le infermiere vi chiameranno al cercapersone, scattate appena vi chiamano, e correte. Questa è la regola numero due. Il vostro primo turno di guardia inizia ora e dura 48 ore. Siete specializzandi, schiavi, nullità, l'ultimo anello della catena alimentare della chirurgia. Richiedete esami, scrivete ordini, siate di guardia a notti alterne fino all'esaurimento e non lamentatevi. Le stanze sono per chi è di guardia e ne trovate e bizzeffe in ogni piano. Gli aiuti la monopolizzano. Dormite quando e dove potete. E siamo alla regola numero tre: se io dormo non svegliatemi, a meno che il vostro paziente non sia in punto di morte. Regola numero quattro, il paziente moribondo non deve essere morto al mio arrivo: non solo avrete ucciso una persona, ma mi avrete anche svegliata inutilmente. È chiaro? Regola numero cinque: quando io mi muovo, voi mi seguite." disse indicando Meredith alle sue spalle e quest'ultima appena mi vide mi fece un cenno guardandomi molto sorpresa nel trovarmi insieme agli altri del terzo anno.
Vidi gli specializzandi muoversi e in stanza rimanemmo per la precisione in cinque, ma all'entrata avevo visto un'altro gruppo da venti andare con Richard.
Lexie sorrise guardando Meredith e mi sussurrò che era la sua sorellastra, Alex invece aveva uno sguardo annoiato mentre gli altri due ragazzi non si presentarono finendo di prepararsi.
"Molto bene, seguitemi." disse Meredith facendoci l'occhiolino e la seguimmo direttamente in pronto soccorso dove regnava il caos totale.
Mi fermai davanti ad uno scenario da brividi e notai molti pazienti con ferite enormi, venire portarti d'urgenza.
"Tu biondina, con me." disse Meredith avvicinandosi ad un paziente e indossai velocemente i guanti, studiando al meglio la situazione come meglio potevo.
"Cosa facciamo in questi casi?" disse la donna al mio fianco, inserendo i vari aghi e guardai il signore che era letteralmente svenuto, con un profondo taglio sulla testa privo di sensi.
"Dobbiamo verificare che le pupille siano reattive e chiamare neuro." dissi decisa afferrando la pila che portavo nel camice e notai Meredith fare un cenno ad una donna, che subito si avvicinò.
"Poi?" disse mettendosi in mezzo e i suoi occhioni azzurri mi guardavano incuriosita, studiandomi attentamente.
Praticamente tutti approfittavano del fatto che fossi nuova per mettermi alla prova ed ero già in soggezione.
"Le pupille non sono reattive e serve subito una tac al cranio, per verificare che non ci sia nessuna emorragia interna." dissi alzando piano le palpebre e l'uomo non ebbe nessun sussulto.
"Ti sei guadagnata un posto in sala operatoria al mio prossimo intervento, sei stata abbastanza svelta e odio chi non sa rispondermi subito." disse il neurochirurgo che avevo davanti e prima che se ne andasse mi fece l'occhiolino.
"Amelia Shepherd, primario di neurochirurgia e se sai conquistarmi nei dovuti modi non ti libererai di me." aggiunse divertita e le sorrisi prima di vederla scomparire dalla mia vista andando in sala, era mora, occhi azzurri e poco più alta di me con un sorriso che amavo perché era tanto divertente.
Questo posto già mi piaceva.
"Ma qui non vi fermate mai?" domandai a Meredith e scosse la testa, indicandomi il prossimo caso che avevo.
"No, riesci a fare da sola? Ho un'intervento e devo correre in sala." disse velocemente e annuii lasciandola andare, ero finalmente da sola.
"Per favore, mi aiuti!" urlò una donna all'entrata del pronto soccorso e subito le andai incontro cercando di tranquillizzarla.
"Signora si calmi, può dirmi brevemente cosa è successo? Venga." dissi facendole strada e mi indicò suo figlio che aveva un taglio sul braccio.
Aveva un panno bianco ricoperto di sangue e il bambino non smetteva di piangere, letteralmente a singhiozzi.
"Stava giocando in camera sua come sempre quando ho sentito un rumore di vetri rotti e subito mi sono precipitata da lui e ho visto tanto sangue, ha rotto il vaso per sbaglio." disse in panico e feci accomodare il bambino sopra al lettino, aveva il viso innondato di lacrime e gli sorrisi cercando di tranquillizzarlo.
La madre si sedette nella sedia e subito mi misi all'opera guardandomi attorno cercando di memorizzare dove tenevano le varie cose, era tutto nuovo per me.
"Signora stia tranquilla, è solo un taglio che essendo in quel punto ha causato una perdita di sangue più grande del solito, ma andrà tutto bene. Suo figlio sta bene, queste cose possono capitare con i bambini." le spiegai passandole un fazzoletto e fece un lungo sospiro di sollievo, annuendo.
Intanto notai Zulema legarsi i capelli con una donna al suo fianco e non appena mi vide, si fermò a guardarmi per vedere cosa stessi facendo da sola.
Era il mio momento per farle capire che ero abbastanza sveglia e mi cambiai i guanti facendo calmare il bambino.
"Sai che i guerrieri hanno tantissime cicatrici nel corpo? Però non piangono mai perché sono tantissimo forti." incominciai rivolgendomi al piccolo e i suoi occhioni mi scrutavano piano.
Però smise improvvisamente di piangere cercando di essere tanto coraggioso.
Afferrai il filo da sutura insieme all'ago, dovevo per forza fargli l'anestesia locale per non fargli sentire assolutamente nulla.
"Tu sei uno di loro?" dissi sorridendogli e lo sguardo di Zulema era su di me, mettendo poi la testa di lato curiosa.
Il bambino smise improvvisamente di singhiozzare e la madre accarezzò il suo viso calmandolo ancora di più.
"Sì." disse lui con la vocina spezzata dal pianto e mi avvicinai, cercando di non fargli vedere la siringa con l'anestesia.
"Se ti dicessi di chiudere gli occhi e di fare un bel respiro profondo, lo fai?" dissi dolcemente e mi sedetti aspettando che lo facesse, non appena chiuse gli occhi molto delicatamente gli iniettai l'anestesia e non percepì nulla.
"Wow, sei proprio un guerriero!" esclamai felice e il bambino sorrise non sentendo assolutamente nulla, afferrai l'ago da sutura e persi il conto ormai di quante volte mi ero esercitata a farlo.
Sapevo mettere i punti in modo impeccabile e notai Zulema avvicinarsi, era una cosa che solitamente veniva giudicata ma io lo sapevo fare bene.
"Salve, sono Zulema Zahir primario di chirurgia di questo ospedale. Va tutto bene?" disse stringendo la mano della donna e nemmeno la guardai dato che ero concentrata a mettere i punti al bambino davanti a me, che non percepiva neanche il minimo dolore.
Anzi, gli avevo dato un gioco in modo tale che si distraesse per non vedere il mio lavoro abbastanza perfetto.
Ovviamente avevo prima pulito e disinfettato la ferita per evitare qualsiasi divergenza che potesse peggiorare la situazione.
"Io invece sono Saray Vargas chirurgo pediatrico, venga le faccio strada." disse la donna affianco a Zulema fissandomi e se ne andò con la signora per poter farle firmare alcuni fogli.
"Sorprendente." disse la mora alle mie spalle e fece un sorriso al bambino che la guardava terrorizzato.
Come biasimarlo.
Pure i bambini avevano paura di lei.
"Stringi meglio qui, biondina." sussurrò la donna dietro di me e la vidi mettersi i guanti per poi abbassarsi alla mia altezza, era ancora più bella da vicino.
E tutti la guardavano con timore.
Spostò i miei capelli di lato per avere una migliore vista e afferrò le pinze che avevo, facendomi vedere una tecnica nuova che non avevo mai visto.
Ma comunque nemmeno mi toccò, non volevo cedere e avevo la mascella contratta lasciandomi guidare dal suo tocco esperto, era a dir poco formidabile.
"Se tu non stringi qui, al minimo movimento i punti saltano fuori." sussurrò al mio orecchio e mi morsicai il labbro sentendo la sua voce roca.
Trattenni il fiato per la troppa vicinanza e il suo profumo mi fece rilassare tantissimo, sfiorò il mio lobo con il labbro inferiore distrattamente e sussultai.
"Fammi vedere se hai capito." disse dopo un po' e le sue mani sfiorarono le mie, rifeci lo stesso procedimento e il bambino ci guardava incuriosito.
Non so con quale forza mantenni il mio autocontrollo dato che non si era spostata da me ma riuscii a concludere.
Mi voltai piano verso la donna alle mie spalle che mi sorrise divertita sbuffando poi una risatina per averla sorpresa.
Ancora una volta.
"Di solito è molto difficile imparare a mettere i punti così bene, però vedo che ti sei esercitata molto." disse allontanandosi subito e annuii, la stavo considerando appena dato che ero concentrata sul mio paziente.
"Vuoi un bel cerotto?" dissi dolcemente rivolgendomi al bambino e Zulema afferrò del ghiaccio per metterlo nel braccio del piccolo, che stava decisamente meglio.
"Sei per caso madre?" disse la mora rimanendo ancora con me e notai alcuni specializzandi fare dietrofront non appena la videro, nascondendosi da lei.
Erano tutti terrorizzati dal suo atteggiamento infatti lei li vide e li guardò male per poi alzare gli occhi al cielo.
"Io e la mia ragazza non ci abbiamo ancora pensato, ma no non lo sono." dissi voltandomi per sistemare alcune garze e il suo sguardo cambiò non appena scoprì che fossi impegnata.
Era quasi sorpresa, infatti i suoi occhi diventarono più glaciali del solito.
"Bene, perché ci sai fare con i bambini ed è strano che abbia smesso di piangere subito." disse riferendosi al bambino davanti a noi e feci spallucce.
"Amo i bambini, tutto qui." sussurrai guardandola intensamente e la vidi serrare la mascella molto piano, ci guardammo per una frazione di secondi in più e senza proferire nessuna parola, si voltò lasciandomi sola.E non appena scomparì dalla mia vista mi accorsi che stavo trattenendo il fiato.
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anatomy
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) L'anatomia è una scienza che studia la conformazione e la struttura degli esseri viventi, secondo che abbia per oggetto l'uomo, gli animali o le piante, si divide in: - a. umana, a. comparata, a. vegetale. Zulema Zahir è il capo di...