6.

1.4K 102 72
                                    

Bevvi l'ennesima aspirina sentendo le ambulanze in lontananza ma il mio mal di testa non cessava di smettere.
Ieri avevo esagerato con l'alcool dopo ciò che era successo con Zulema e si era volatilizzata, scomparendo subito dopo.
"Ciao, alcolista." disse Jackson raggiungendomi e sbuffai divertita.
"Ciao, Avery." mormorai finendo di prepararmi e il ragazzo ricambiò il mio sorriso, facendomi vedere il caso che stava studiando da giorni.
Incominciammo a discutere spensierati cercando di trovare una soluzione e subito la voce di Zulema mi fece sussultare dalla paura.
Si comportava come se niente fosse e aveva il suo solito atteggiamento freddo, che mi faceva tantissima paura.
"Ferreiro ti è passata la sbronza o devo metterti sotto sedativi?" disse facendo ridere le persone presenti in stanza e serrai la mascella.
Mi stava provocando come al solito.
Vidi Amelia ridacchiare per la sua battuta ma rimasi al mio posto, sicuramente sperava che ribattessi ma feci finta di nulla mordendomi la lingua forte.
"Capo, posso occuparmi del paziente in trauma 2? Lo sto monitorando da ieri." disse Lexie e Zulema annuì dandole il consenso subito.
Spalancai la bocca incredula perché ogni volta che lo facevo io rifiutava, infatti notò il mio sguardo contraddittorio e inarcò un sopracciglio confusa.
Gli altri chirurghi mi davano il consenso però ogni qualvolta che gironzolava lei rifiutava ogni mia possibile richiesta.
Affidò a tutti un compito mentre io rimasi da sola, non sapendo assolutamente cosa fare perché non volevo farla arrabbiare dopo ciò che era successo.
Infatti dovevo darmi un contegno.
"Devo rimanere qui a contare le mattonelle o posso rendermi utile?" sbottai innervosendomi perché odiavo essere trattata diversamente dagli altri.
"Usi ancora questo sarcasmo del cazzo con me e la licenzio subito." disse Zulema davanti a tutti e tremai, mi fece cenno di seguirla e la raggiunsi.
Era ritornata a darmi del lei.
Saray mi intimò da lontano di mantenere la calma e la mora mi fece accomodare in un laboratorio deserto al secondo piano, senza usare l'ascensore.
Chiuse la porta e si legò i capelli sistemandosi la sua frangia impeccabile, mi lanciò dei guanti e davanti a me avevo della pelle sintetica per le suture.
"Le so fare, posso andare dagli altri a fare qualcosa di vero?" dissi togliendomi il camice bianco per rimanere più comoda ma Zulema scosse la testa sedendosi davanti a me.
Eravamo faccia a faccia, di nuovo.
Solo che ora ci divideva un tavolo.
"Perché sei così testarda con me?" disse di punto in bianco con la mascella contratta e abbassai lo sguardo arrossendo come mio solito.
"Scusi." sussurrai infilandomi i guanti e la mora non mi staccava gli occhi di dosso, scrutandomi seria in viso.
"Scuse accettate." disse afferrando il filo da sutura ma volevo parlarle.
"Riguardo a ciò che è successo ieri, io volevo parlarle di alcune cose." dissi sfiorandole la mano ma rimase immobile, con un sorrisetto abbastanza serio.
"Non è successo nulla, eri ubriaca." disse semplicemente e scossi la testa perché quelle cose le pensavo davvero.
"Zulema, per favore posso parlarle?" dissi avvicinandomi ma lei non mi considerava per nessuna ragione al mondo, cambiando argomento.
"Sai quante persone pagherebbero per stare con me? Devi ringraziare che ti sto facendo vedere queste cose che nessun altro sa, quello che fanno gli altri sono cose basilari per te. Seguo il tuo percorso e i tuoi casi in modo impeccabile quindi, stai zitta." disse furiosa e annuii, mi fece vedere come sistemava il filo e la sua voce era la cosa più bella.
Andai letteralmente in un'altro mondo immaginando a come potessero essere i suoi gemiti e la guardavo come un'idiota.
Guardavo come gesticolava mostrandomi tutte le sue tecniche che avevo studiato nei libri di università ed era così sensuale anche mentre parlava tranquillamente.
Stava facendo vedere tutto questo a me, tra tutti gli specializzandi che c'erano qui dentro, lei aveva scelto me.
Ero letteralmente sconvolta perché davanti a me avevo Zulema Zahir e ancora non ci credevo che lavoravo per lei, ed era tutto così nuovo.
"Mi stai ascoltando?" disse guardandomi seria e ritornai alla realtà.
Boccheggiai confusa non avendo ascoltato nulla e si alzò sbuffando seria.
"Quanto mi fai incazzare bionda." sbottò furiosa e si mise dietro di me, mi morsicai il labbro percependo il suo profumo meraviglioso e tremai appena.
Era assurdo ciò che provavo.
"Rilassati." sussurrò divertita al mio orecchio e disse nuovamente tutti i procedimenti che dovevo seguire.
Prestai molta più attenzione e le sue mani perfette mi guidavano con molta lentezza, giusto per non farmi perdere nessun genere di passaggio.
Spiegava in modo impeccabile e il suo corpo era appiccicato al mio, se mi fossi voltata di poco minimo l'avrei baciata.
"Successivamente dopo aver infilato l'ago qui devi tirare non troppo forte." disse seria e lo feci sotto al suo sguardo attento e sorrise non appena feci giusto.
"Vedo che impari in fretta." sussurrò alle mie spalle e il suo fiato caldo mi solleticava il collo facendomi sorridere.
"E lei ci sa fare con le mani." sbottai senza pensarci e ridacchiò per la mia affermazione così perversa.
"Ancora non hai visto niente." sussurrò sfiorando il mio lobo con il suo labbro inferiore e l'istinto era quello di voltarmi e baciarla con forza e passione.
Ma minimo mi avrebbe uccisa, sicuro.
"Ho seguito i suoi ultimi interventi dalla galleria e non pensavo che la sua specializzazione fosse cardio." dissi voltandomi piano e il suo viso era ad un centimetro dal mio.
"Ma davvero? Ora mi stalkeri nel mentre che opero i pazienti bionda?" disse divertita e sorrisi per quanto fosse bella, da una parte amavo la sua ironia.
"Le dispiace? Magari la prossima volta potrei assisterla volentieri, se vuole." sussurrai provocandola e speravo che cedesse un pochino ma era impossibile.
Era troppo forte e aveva una forza di autocontrollo al di fuori dal normale.
"Le cose te le devi guadagnare con me, nella mia sala non faccio entrare mai i specializzandi deboli come te." disse fissando le mie labbra ma io la guardavo dritta negli occhi, sussultando.
Ero tutt'altro che debole.
"Non sono debole e nemmeno con la medicina quindi, si può fidare." sussurrai sfiorandole piano il braccio e mi lasciò fare un pochino, seguì il mio gesto ma le stavo semplicemente sfiorando quel poco di pelle scoperta con l'indice.
Ma poi la ritrassi perché il suo corpo diventò di ghiaccio, non volevo rischiare.
"Non mi fido di nessuno." disse togliendosi i guanti ma non appena ritornò nella sua posizione la sfiorai di nuovo.
Non riuscivo a resisterle proprio.
"In realtà nemmeno io, ormai ho perso il conto di come si fa a fidarsi." le confessai timidamente abbassando la testa ma lei mi fissò subito curiosa.
"Grandi delusioni le tue, sbaglio?" disse guardandomi dritta negli occhi e annuii, facendo un respiro profondo.
"Ormai sono abituata a ricevere delusioni nella vita e Kayla è stata la più recente ma non importa ormai." dissi guardando il viso perfetto della donna davanti a me che arricciò le labbra, abbastanza incuriosita.
"L'amavi?" mi domandò di punto in bianco e sgranai gli occhi, scossi la testa e mi sorrise divertita capendomi subito.
"Cioè, credevo di sì ma poi mi sono accorta che non provavo più determinate cose come prima. Ho bisogno di altro nella mia vita." le sussurrai facendo un sospiro e mise la testa di lato, guardandomi seria.
Mi faceva male parlarne ma stranamente con lei riuscivo ad aprirmi.
"Di cosa hai bisogno?" mi domandò Zulema e mi morsicai piano il labbro guardando le sue iridi così oscure.
"Fuoco, passione, voglio avere tremendamente qualcosa di mio tra le mie mani e possederlo gelosamente." mormorai serrando la mascella e rimase incantata dalle mie parole.
"Quindi vuoi qualcuno." disse avvicinandosi fino ad appoggiare le mani sulle mie cosce snelle per reggersi.
Stavamo uscendo fuori controllo e il cuore stava per uscirmi dal petto.
"Non so se lei vuole me però." dissi sorridendo imbarazzata e decisi di avvicinarmi anche io al suo viso.
Zulema rimase immobile come una statua osservandomi seria e strinsi il suo braccio sfiorandole le labbra piano.
Mi staccai guardando il suo sguardo penetrante e riappoggiai le labbra sulle sue, inalando il suo profumo.
Aprì di poco la bocca e chiusi gli occhi lasciandole un lieve bacio a stampo, che non venne ricambiato però.
Avevo varcato la sua linea rossa, senza nemmeno pensarci due volte.
Ma il mio istinto mi disse di riprovarci e la baciai nuovamente con molta più forza, ricambiò per mezzo secondo muovendo di poco la bocca e tentai di far scivolare la mia lingua tra le sue labbra.
Avevano una morbidezza unica e il loro sapore era così buono, volevo divorarmi la sua bocca e toccarla ma entrambe eravamo rigide come due statue.
Lei lo era il triplo di me ma era troppo tardi affinché potessi tornare indietro, non sapevo nemmeno io perché lo stavo facendo a dir la verità.
Il suo corpo era rigido come il ghiaccio ma non mi diede nessun accesso anzi, mi morsicò il labbro con forza interrompendo tutto quanto subito.
Gemetti facendo una smorfia di dolore e mi leccai il labbro percependo un pochino di sangue a causa sua.
"Che cazzo stai facendo?" sussurrò incredula e mi vennero le lacrime agli occhi, avevo combinato una cazzata bella grande ed ero senza fiato in corpo.
"Scusi." dissi serrando la mascella cercando di darmi un contegno e Zulema si alzò toccandosi le labbra furiosa.
Era sconvolta per il mio gesto.
"Esci, non voglio vederti." disse sottovoce e non me lo feci ripetere due volte, i suoi occhi erano più cupi del solito ed era arrabbiata da morire.
Cazzo, sicuro mi avrebbe licenziata.
Percorsi velocemente il corridoio e Saray mi salutò ma la bloccai afferrandole la mano e trascinandola in una stanza a caso, letteralmente terrorizzata.
Avevo il fiatone per tutto quello che avevo combinato e non riuscivo a parlare, sembrava che mi mancasse la parola, non ce la facevo.
"Maca, che è successo? Sei pallida." disse la donna davanti a me cercando di tranquillizzarmi ma ciò che stavo provando era incredibile, ero così fuori di me.

"Saray, l'ho appena baciata."

anatomyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora