Richard mi sorrise non appena misi i punti sulla fronte di un ragazzo.
Stasera il pronto soccorso era caotico.
Ma non tantissimo.
"Hai studiato poco fa?" disse l'uomo al mio fianco e annuii, infilandomi dei guanti nuovi afferrando successivamente del ghiaccio istantaneo.
"Premi qui, così evitiamo l'edema." dissi sorridendo al paziente e appuntai alcune cose nel mio tablet in modo serio.
"Craniotomia, vieni?" disse Amelia ad un certo punto e annuii estasiata, Richard mi tranquillizzò e seguii Amelia.
"È da tanto che non ne vedo una." dissi felice e la donna al mio fianco mi guardò con un sorriso sulle labbra.
In lontananza vidi Zulema parlare con Saray e il suo sguardo era strano, mi squadrò dalla testa ai piedi ma non appena notò con chi stessi diventò seria.
Le passai affianco e mi afferrò per un polso facendo irrigidire Amelia, non capivo cosa diavolo volesse da me.
Anche prima era rimasta a fissarmi in modo serio senza aprire bocca.
"Dove stai andando?" sbottò nervosa e mi tolsi dalla sua presa.
"In sala con me, qualche problema?" disse la donna al mio fianco mettendosi leggermente in mezzo e l'araba serrò la mascella guardandola dritta negli occhi.
Conoscevo bene quello sguardo.
"Zule, hey." disse Saray ma la mora aveva lo sguardo fisso su Amelia.
"Amy, ti aspetto in sala?" dissi cercando di far alleggerire la tensione e la donna annuì, sorridendomi rilassata.
Lanciai un'occhiataccia a Zulema ma non appena percorsi il corridoio il mio polso venne afferrato con forza.
Zulema mi rinchiuse dentro alla stanza dove solitamente mettevamo le medicine di scorta e sussultai, impaurita.
Oggi era maledettamente strana.
"Manda un messaggio a quella e dille che non vai in sala, intesi?" sbottò alzando la voce e afferrai il telefono tremando, era pur sempre il mio capo e non dovevo sbagliare una virgola.
Quindi dovevo obbedire per forza.
Scrissi il messaggio velocemente e la mora chiuse la porta a chiave, lo spazio non era grandissimo e avanzò verso di me, facendomi indietreggiare.
"Non sto capendo cosa ho fatto." dissi alzando le mani pacificamente e Zulema si incollò al mio collo, mordendolo con forza facendomi mugugnare dal dolore.
"Sei fredda, nemmeno mi guardi." sussurrò lasciandomi una scia di baci e mi arrabbiai, spingendola lontana.
Non mi riconoscevo più.
Stavo uscendo fuori di testa a causa sua.
Cosa diavolo dovevo fare dopo il nostro discorso di ieri? Era palese che la stavo evitando apposta, per non stare male.
"Lei non può fare così, non sono un'oggetto che può usare o toccare quando cazzo le pare!" urlai con le lacrime agli occhi e Zulema sgranò gli occhi serrando la mascella, senza dire una parola.
"Cazzo, ieri notte sono stata sincera. Le ho detto palesemente che la voglio e lei cosa fa? Viene qui e mi tratta così dopo avermi rifiutata un'infinità di volte? Non so come sono le altre donne con lei ma io non mi farò trattare-" dissi sbraitandole contro ma la sua mano si serrò attorno alla mia gola e mi fece sbattere la testa contro al muro.
Mi baciò infilandomi la lingua in bocca e ansimai ricambiando il bacio, aumentò la presa togliendomi tutto il fiato che avevo in corpo e mugugnai eccitata.
Nessuno mi aveva mai afferrato con una forza tale fino a farmi mancare il fiato.
"No, Zulema." dissi contro le sue labbra e infilò la mano sotto al mio camice, affondando le unghie nella mia pelle, aderendo la mia schiena contro il muro freddo alle mie spalle.
"Per favore." sussurrai gemendo per come mi stava baciando e non mi lasciava andare proprio per niente.
Non l'avevo mai vista così, forte.
Appoggiò la fronte contro la mia e avevamo il fiatone entrambe, le sue mani vagarono nella mia schiena e strinse i miei glutei forte spingendomi, i nostri bacini si scontrarono e sussultai appena.
"Mi sta togliendo la possibilità di imparare qualcosa e Amelia mi piace, mi tratta bene e mi spiega tutto quindi per favore, voglio andare in sala." sussurrai implorandola ed era vero, la stavo supplicando con gli occhi innondati di lacrime e per quanto volessi stare con lei, in sala non potevo entrarci quando volevo io ed erano occasioni rare.
"No Macarena, stai qui." disse mordendomi la mascella e mi attaccò alla parete baciandomi il collo lentamente.
Voleva divertirsi con me e basta.
Scoppiai a piangere dal nervoso e singhiozzai afferrandomi il viso tra le mani, tremando come una foglia.
Non ce la facevo più, con lei.
Non poteva rifiutarmi e trattarmi come una bambola quando le faceva comodo, non ero così ingenua come pensava lei.
Misi la testa di lato staccandola e mi asciugai il trucco colato, sbuffando.
"Guardami, bambina." disse la mora autoritaria e mi afferrò il viso piano.
Trovai tutta la pace del mondo nei suoi occhi e la fissai colma di dolore, non poteva usare il suo potere per distruggermi così impedendomi di migliorarmi, non era giusto.
E lei lo faceva eccome.
"Domani andrai in sala, Amelia non mi piace e odio come si comporta con te." disse serrando la mascella e inarcai un sopracciglio confusa, non capendo.
Cosa diamine c'entrava? Era pur sempre un chirurgo eccezionale ed io dovevo specializzarmi come dio comanda.
"Io non sono sua." dissi lanciandole una frecciatina riferendomi al suo discorso e quasi sorrise divertita.
"Ieri notte lo volevi così tanto, ma potrei tranquillamente scoparti qui." disse accarezzando piano i miei glutei e mi stava provocando alla grande.
Macarena non cedere.
Voleva sicuramente mettermi alla prova.
Dovevo giocare la sua stessa moneta.
"Ieri notte sarebbe stato perfetto." incominciai con voce sensuale e sorrisi maliziosamente, fissandola incantata.
Era bellissima da arrabbiata.
"Perché?" disse mordendosi il labbro e gemetti sentendo il suo profumo.
"Mi piaceva l'atmosfera, poi penso che farlo nel divano sia eccitante dato che non l'ho mai fatto in vita mia." dissi facendo spallucce e mi morsicai il labbro facendola uscire fuori di testa.
Ero così inesperta rispetto a lei, chissà quante persone aveva avuto.
Mi ero ripresa un pochino ma volevo piangere e sbraitarle contro tantissimo.
Era una stronza, grandissima.
"Ti eccito io o il divano?" disse afferrandomi per la gola piano e sbuffai.
Incredibile come fosse sicura di se.
"Sa già la risposta." dissi stringendole il camice e serrò la mascella mordendomi il labbro inferiore con i suoi denti perfetti.
"No, invece." disse guardandosi attorno confusa e abbassai lo sguardo, facendo un lungo respiro profondo.
Che idiota.
"Lei." sussurrai ad un centimetro dal suo viso e appoggiò la mano sul muro, precisamente affianco alla mia testa.
Ero imprigionata.
"Le tue parole di ieri non le ho scordate, ci ho pensato spesso." disse con una serietà unica e sgranai gli occhi.
"Le ho detto la verità, ma a quanto pare per lei non conta e onestamente mi sono stancata." dissi serrando la mascella e la spinsi appena.
Mi toccai il viso nervosamente e uscii dalla stanza, percorrendo poi velocemente il corridoio.
Zulema mi inseguí afferrandomi il polso ma la scansai continuando a camminare.
"Lo sto facendo per te!" urlò furiosa e mi fermai in mezzo al corridoio.
Alcune infermiere ci videro ma Zulema entrò dentro ad un laboratorio vuoto ovviamente spingendomi dentro.
"Per me? Senta, sono stanca e sa cosa farò? Quello che voglio sì, oggi la prima che vedo me la porto a letto." dissi alzando la voce e la vidi serrare la mascella, terribilmente seria.
"Finalmente, almeno non sono più dentro alla tua cazzo di testa. Io mi diverto abbastanza e sono sicura che con te sarebbe solo una scopata dato che sei una ragazzina, inutile." sputò acida e una lacrima mi rigò il viso, per lei era solamente un'oggetto.
Incredibile come cambiasse umore in zero secondi, mi voleva ma poi mi scacciava quando le pareva.
"Perché io valgo solo questo giusto?" urlai ad un centimetro dal suo viso e mi asciugai le lacrime, letteralmente ferita.
"L'hai detto tu stessa che lo volevi." disse l'araba alzando le braccia incredula e cercai di calmarmi un minimo.
"Io ho detto che voglio lei, non una scopata inutile di una notte." dissi specificando e i miei neuroni stavano andando in tilt, ero fuori di me.
"Sai già che non voglio." disse toccandosi i capelli e a quel punto mi avvicinai ad un centimetro dal suo viso.
"Cos'hanno le altre che io non ho? È la mia età? Perché cazzo non mi vuole?" urlai furiosa e le vene del collo mi pulsavano per come ero furiosa.
Mi sentivo un'oggetto, per non parlare dell'inferiorità che provavo nei confronti di tutte le persone che frequentava lei.
"Lascia perdere." disse mettendo la testa di lato con la mascella contratta.
"Okay, lascio perdere e vaffanculo." sbottai alzando la voce come non mai e Zulema mi afferrò il braccio.
"Stai parlando con me, non con una tua cazzo di amica e se decido di licenziarti posso farlo benissimo." disse sfidandomi e scoppiai a ridere, scuotendo la testa incredula.
"Mi licenzi, forza." mormorai sfidandola e tanto era inutile stare in questo posto se ogni giorno con lei era guerra pura.
Qui a Madrid c'erano altri ospedali e avrei imparato sicuramente altre cose.
Dovevo fare qualcosa per uscire da questa situazione al più presto e questo era il momento più adatto.
Zulema mi guardò con un lampo di sfida e sulle sue labbra si formò un sorrisetto stronzo, da grandissima figlia di puttana."Sei licenziata, bionda."
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anatomy
Fanfiction➵ ZURENA. (gxg) L'anatomia è una scienza che studia la conformazione e la struttura degli esseri viventi, secondo che abbia per oggetto l'uomo, gli animali o le piante, si divide in: - a. umana, a. comparata, a. vegetale. Zulema Zahir è il capo di...