7.

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"Che cazzo hai fatto, bionda?" urlò euforica ma le intimai di fare silenzio, se ci avessero sentite sarebbe stata la fine del mondo per me.
E lei me l'avrebbe fatta pagare eccome perché era maledettamente riservata e figuriamoci se voleva che le persone parlassero di un bacio tra una specializzanda, come tutte le altre.
Non ero nulla per lei, proprio nulla.
"Non so cosa mi è preso, mi stava spiegando alcune cose e istintivamente l'ho baciata. Sono un'idiota Saray e ora lei sicuramente starà già preparando le mie carte di licenziamento." dissi in panico e la donna davanti a me mi tranquillizzò accarezzandomi la spalla.
"Ci parlerò io, cazzo biondina ma tu sei tanto coraggiosa nessuno aveva mai fatto una cosa del genere! Solitamente è Zulema che si porta a letto chi vuole, oddio sei pazza." disse ridendo e spalancai la bocca incredula non appena uscì dalla stanza e mi consigliò di non parlarne con nessuno di ciò che era successo.
Qui le voci correvano velocemente.
Alcune ore passarono ed ero in galleria osservando l'intervento di Amelia cercando di distrarmi in qualche modo, ero affascinata dal suo modo di operare e sorrisi per quanto fosse affascinante.
Avevo già avuto varie occasioni di stare con lei e ci sapeva veramente fare, essendo primario chi voleva intraprendere la sua strada la seguiva in ogni angolo remoto di questo ospedale.

"Glioblastoma Multiforme." dissi alzando la mano non appena Amelia ci fece radunare fuori dalla sala e Alex sbuffò perché l'avevo preceduto.
"Sapresti dirmi cos'è biondina?" disse Amelia togliendosi la cuffia dalla testa e i suoi capelli ricaddero nelle spalle.
"Il glioblastoma, noto anche come glioblastoma multiforme o astrocitoma di grado IV, è una forma molto aggressiva di tumore che colpisce il sistema nervoso centrale. Solitamente si manifesta quasi esclusivamente nel cervello, ma può anche apparire nel tronco cerebrale, nel cervelletto e nel midollo spinale." risposi senza sbagliare una virgola e Amelia sorrise battendo le mani felice.
Fece altre domande a quelli del primo anno ma poi i suoi occhi azzurri si depositarono sui miei verdi.
Stravedeva per me e si vedeva tanto.
"Tu mi piaci tanto e per il prossimo intervento che farò vorrei che mi assistessi. Ci stai Macarena?" disse guardandomi con gli occhi che brillavano e spalancai la bocca incredula annuendo.
Finalmente potevo entrare in sala.
Tutti fecero delle esclamazioni sconvolte ma io ero al settimo cielo, dato che la neurochirurgia mi affascinava tanto.
E il tempo scorreva velocemente quindi dovevo pensare bene a cosa volessi fare in futuro.
"Ci sto eccome." dissi mordendomi il labbro e Amelia se ne andò dicendomi che mi avrebbe cercata molto presto.
"Fai colpo sulla Shepherd e lei ti adorerà a vita, hai molte speranze." disse Richard raggiungendomi e gli sorrisi afferrando il tablet che mi porse gentilmente un'infermiera.
"La neurochirurgia è il mio punto debole, Amelia ci sa fare eccome e ho perso il conto ormai di quanti interventi ho osservato dalla galleria." gli risposi salendo le scale e l'uomo al mio fianco mi porse del caffè.
"Grazie mille." dissi accennando un sorriso e il mio sguardo si depositò su Zulema in lontananza.
Tremai sul posto e notai che stava parlando animatamente al telefono, si toccava il viso nervosa e non le staccavo letteralmente gli occhi di dosso.
Dovevo scusarmi con lei in modo maturo e civile, senza farla arrabbiare di nuovo.
"Ti piace non è vero?" disse Richard notando il mio sguardo sognante su di lei e sospirai, scuotendo la testa.
Ero qui da malapena un mese e dovevo capire di chi fidarmi, ciecamente.
Non dovevo dire cose sbagliate per non crearmi una brutta reputazione.
"La mia è adorazione nei suoi confronti, amo la sua bravura." dissi sorseggiando del caffè e volevo tanto sapere qualcosa in più su di lei.
Quindi feci domande vaghe a Richard sperando che mi rispondesse e così fece.
Menomale che non si era accorto di nulla perché sicuro conosceva appieno la riservatezza della mora nei confronti del mondo intero, dovevo capirla subito.
Per evitare altri sbagli con lei.
"Zulema? Ah , è araba al 100%. Era sposata ma suo marito è morto di incidente circa cinque anni fa, è stato straziante per tutti qui dentro. Per favore non dire queste informazioni a nessuno in giro, anche se praticamente tutti sanno la sua storia ma io non ti ho detto nulla ok?" disse l'uomo davanti a me e annuii.
Era sposata, ora è vedova.
Suo marito è morto da anni.
Ora capivo il suo comportamento così forte e strafottente nei confronti di tutti, la sua era sofferenza pura.
Quando una persona aveva sofferto in passato te ne accorgevi subito, ed io il suo dolore lo vedevo tutto quanto.
Fino all'ultima briciola.
O almeno quello che voleva mostrare lei perché sapevo che nascondeva tutto ciò che riguardava la sua persona davvero.
Forse perché lei aveva visto in me una sicurezza tale da abbandonarsi un minimo a tutto ciò che aveva archiviato.
Ma non dovevo illudermi di nulla.
Notai proprio lei venire nella nostra direzione e non mi degnò di uno sguardo, mi morsicai il labbro ricordando ciò che avevo fatto e sospirai dispiaciuta.
Non volevo che mi odiasse.
"Richard, il mio paziente ha appena ricevuto il cuore nuovo e sto andando in sala per il trapianto. Ti lavi con me?" disse stringendo il suo telefono tra le mani e la guardai come un'idiota.
Non l'avevo vista per alcune ore e sembrava che fosse diventata ancora più bella e sensuale, incredibile.
"Va benissimo Zulema." disse Richard andandosene e non appena Zulema fece per seguirlo, afferrai il suo polso piano.
Provocandomi dei brividi assurdi.
"Possiamo parlare?" dissi nervosa e mollai la presa dato che mi fulminò con lo sguardo, facendomi venire tanta paura.
"Non ho niente da dirti, spero solamente che non riaccada mai più." disse furiosa e mi accigliai tanto, davanti a tutta la sua rabbia nei miei confronti.
Fece per andarsene ma la mia voce la fece bloccare un'altra volta, facendola sbuffare subito, era tanto tesa e nervosa.
"Promesso mi dispiace, non ho ragionato e ho reagito d'istinto." dissi toccandomi i capelli nervosamente e Zulema rise, scuotendo la testa incredula per poi afferrarmi il braccio con forza.
Mi trascinò dentro al bagno e la sua mascella era maledettamente contratta, la mia schiena andò a sbattere contro al muro e gemetti dal dolore, per la botta.
Era veramente fortissima e tremai appena perché non l'avevo vista così arrabbiata.
"Sei tu che mi hai baciata, non puoi fare questi ragionamenti con me. Il tuo istinto cosa, Macarena? Parli di me alle mie spalle, mi baci e cosa fai dopo sentiamo? Ti infili nel mio letto?" disse alzando la voce e il suo corpo sovrastava il mio nel mentre che ero attaccata contro al muro con forza.
Il suo viso era ad un centimetro dal mio e i suoi occhi mi stavano distruggendo.
Letteralmente.
"Non so perché l'ho baciata, volevo farlo già da quella notte al bar." le confessai timidamente e le mie guance andarono a fuoco, perché il suo sguardo era tantissimo autoritario e freddo.
"Approfitti troppo della mia gentilezza, hai questo viso da finta santarellina del cazzo che mi fa uscire fuori di testa." disse serrando la mascella e sgranai gli occhi per la sua affermazione.
"Mi licenzia? Perché l'ho baciata?" dissi sconvolta e non appena feci per toccarla mi afferrò i polsi e li alzò inchiodandoli nel muro dietro di me.
Incredibile come mi respingesse ogni qualvolta che provavo ad alzare le mani, al minimo movimento scattava senza lasciarmi nemmeno un po' di controllo.
"Rimani al tuo posto, non puoi entrare dentro alla mia vita e scombussolarla. Non te lo permetterò perché mi sono promessa di non farlo mai più." sussurrò fissando le mie labbra e non capivo a cosa si stesse riferendo.
"Mi dispiace Zulema, cazzo io-" dissi in lacrime e la donna davanti a me mi lasciò andare, come se si fosse scottata.
"Non mi interessa un cazzo delle tue scuse, sei qui grazie a me quindi d'ora in poi pensa a te stessa bionda. Non ti farò più nessun tipo di favoritismo, sei da sola qui ed io non ho voglia di perdere tempo con queste cotte del cazzo da adolescenti, chiaro?" disse con un tono di voce apatico e annuii, ovviamente doveva lacerarmi il cuore in due con le sue parole distruggendomi come niente.
Ero senza parole da tutto quanto.
Perché aveva reagito così?
Mi guardò un ultima volta e avevo la testa abbassata non volendo farle vedere che alcune lacrime avevano incominciato a rigarmi il viso ma le asciugai veloce.
Se ne andò via con il suo solito passo sicuro e menefreghista senza darmi nemmeno il tempo di realizzare che, l'avevo allontanata un minimo.
E questo era solo l'inizio.

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