39.

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Eravamo in laboratorio già da un paio di ore esercitandoci sulla pelle sintetica e volevo terribilmente finire il turno.
Volevo tornare a casa.
Volevo Zulema.
"Quel nodo sta per saltare in aria." disse Meredith autoritaria riprendendo uno specializzando del primo anno e non appena alzai lo sguardo, notai l'araba appoggiata sullo stipite della porta.
Mi cercò con lo sguardo e non appena mi vide, avanzò tra i banchi salutando brevemente Meredith.
Parlarono di alcune cose e abbassai lo sguardo serrando la mascella di poco, ero all'ultimo banco a lato e in poco tempo il suo corpo mozzafiato era alle mie spalle, in tutta la sua altezza.
Non potevamo farci vedere da nessuno ed io non volevo parlare del nostro rapporto così complicato nemmeno a Lexie, perché non sapevo nemmeno io cosa eravamo.
"Rifallo." sussurrò Zulema alle mie spalle e intrufolò le mani sotto al mio camice, mi morsicai il labbro e spostò piano i miei capelli di lato per sfiorare il mio collo con le sue labbra perfette.
Dio quanto la volevo.
La sua mano accarezzò il mio ventre piano e spostò il camice bianco in modo tale che nessuno potesse vederla.
"Zulema, per favore." sussurrai stringendole il polso e tolse la mano, se non avessi fatto questi nodi bene Meredith non mi avrebbe scelto per il prossimo intervento.
L'araba non si tolse da dietro di me e osservava curiosa come eseguivo il tutto, con molta concentrazione in viso.
"Sei andata in quel locale, mhm?" sussurrò al mio orecchio e sussultai, annuii ma non avevo fatto assolutamente nulla.
Avevo bevuto giusto un paio di drink e avevo festeggiato con i miei amici.
"Sorprendente, hai visto qualcuna?" sbottò alzando di poco la voce e alcuni specializzandi si girarono verso di noi.
"Zulema?" disse Meredith inarcando un sopracciglio confusa ma Zulema le fece un sorriso autoritario.
"Ti dispiace se ti rubo la bionda?" disse ad un certo punto e per poco non svenni per la sua autorità.
I miei amici mi guardarono confusi e già sospettavano qualcosa tra noi due.
"Tutta tua." disse Meredith accennando un sorrisetto strano e il mio polso venne stretto dalla mora con molta forza.
Ovvio che ero sua.
Percorremmo il corridoio e alcune persone ci guardavano sorprese ma a Zulema non gliene fregava proprio nulla.
L'ascensore si aprì ed era deserto, prima che potessi aprire bocca la mia schiena era contro al muro con le mie mani bloccate, alzate sopra alla mia testa.
"Lo sai che, tu sei mia?" sussurrò la mora infilandomi la lingua in bocca e mi baciò con una passione unica.
Gemetti estasiata nell'essere bloccata così e il suo ginocchio era in mezzo alle mie gambe nel mentre che l'ascensore saliva.
"Sono tua." mormorai eccitata e mordicchiò un lembo di pelle del mio collo, le porte si aprirono di scatto e alcune persone entrarono ma Zulema mi aveva già trascinata lontana.
"Dimmi, bambina." sussurrò non appena entrammo dentro al suo ufficio e lo chiuse a chiave togliendomi il camice.
Mi morsicai il labbro e strinse il mio seno inchiodandomi contro la porta, schiacciandomi il viso contro il legno.
Non riuscivo a muovermi.
"Ti sei vista con qualcuna?" aggiunse contro al mio collo e mi mordicchiò l'orecchio, ansimandomi contro.
"Perché lo vuoi sapere?" mormorai con il fiato corto attaccata a questa misera porta e la sua mano si serrò attorno ai miei capelli tirandoli all'indietro.
"Sono il tuo capo." disse come se la risposta fosse ovvia e mi voltai di scatto, mi stavo stancando di essere totalmente dominata da lei.
Non ero più una stupida ragazzina.
Zulema sorrise nel vedere il mio spirito di iniziativa ma sapevo che fino a quando non l'avrei fatta mia lei non si sarebbe mai lasciata andare del tutto con me.
La baciai afferrandola per la vita e le nostre lingue si intrecciarono nel mentre che le stringevo i glutei forte.
Gemette mordendomi il labbro e la spinsi sul divano mettendomi a cavalcioni.
"Cazzo, quanto vorrei averti." sussurrai contro al suo collo e la sua pelle era ricoperta di brividi.
Rise appena per il mio linguaggio e mi dedicai al suo collo, leccandolo e mordendolo con una possessione unica.
"Mi vogliono scopare in molte." disse stringendomi la vita e il silenzio era rotto dagli schiocchi delle nostre lingue.
"Mai quanto me, figlia di puttana." sussurrai mordendole le labbra ed era estasiata nel vedermi così.. matura.
Non ce la facevo più.
L'afferrai per la gola piano ma mi bloccò facendomi mettere sotto di lei, con uno sguardo a dir poco di fuoco.
Afferrò le mie mani e le inchiodò nel divano, infilandosi tra le mie gambe.
"Cosa volevi fare? Scordatelo." disse fissandomi dall'alto e alzai di poco la testa per morderle il labbro.
Mi sentivo così sua.
"Fammi tua, Zulema." dissi eccitata e mi dimenai appena facendola sorridere.
"Sei una bionda insolente, e sai cosa faccio con quelle come te?" sussurrò abbassandosi fino ad arrivare ad un centimetro dal mio viso.
Le circondai la vita con le cosce e mi morsicai il labbro sfidandola, volevo avere questi momenti qui.
Di fuoco totale.
"Dimmelo." sussurrai tenendole testa in modo impeccabile, non volevo più sottomettermi a lei come una stupida.
Volevo un'equilibrio.
"Le punisco." sussurrò togliendomi la maglia lentamente e fissò il mio intimo in pizzo, rosso fuoco.
Mi guardò malissimo e sorrisi soddisfatta, aprendo ancora di più le gambe in modo tale che potesse distendersi meglio.
"E tu, vorresti punirmi?" dissi seducendola e le piaceva questo mio nuovo atteggiamento.
", hai qualche idea?" sussurrò con voce rauca facendomi eccitare e la sua mano si infilò sotto al mio reggiseno incominciando a massaggiare piano.
Lurida stronza.
"Mhm mhm." dissi con il respiro accelerato e mi guardò con un sorrisetto in viso, pizzicando piano il capezzolo.
Inarcai la schiena di poco mordendomi il labbro e affondai le unghie sul suo braccio, stava aspettando che la implorassi ma non l'avrei fatto.
Dovevo essere forte.
"Potrei farti venire così." sussurrò inchinandosi e abbassò quel misero pezzo di stoffa, succhiando entrambi i miei capezzoli turgidi.
Il fuoco che stavo provando dentro al mio corpo era sublime, letteralmente.
"Sapessi in quanti modi ti farei venire io Zulema, non ne hai idea." sbottai afferrandole i capelli in un pugno, forte.
"Sei una dilettante." disse la donna sopra di me ridendo e con l'altra mano libera continuò a massaggiare, facendomi gemere estasiata.
Aveva tremendamente ragione e una delle mie paure era proprio quella di non soddisfarla, per niente.
"Insegnami." dissi con una scintilla negli occhi e le sue labbra scesero lungo il mio addome, baciandomi sensualmente.
Volevo imparare tante cose da lei.
Gemette piano e sorrise notando i miei brividi a causa del suo tocco.
La sua mano strinse il mio seno con possessione, abbassando piano i miei pantaloni per baciarmi il ventre, piano.
"Vuoi che ti insegni? Non riusciresti a resistere con me, zero proprio." disse facendo scorrere il suo labbro inferiore lungo l'addome senza smettere di guardarmi, con una passione unica.
"Mettimi alla prova, voglio passare tutta la notte con te, sentirti." sussurrai ansimando non appena divorò il mio collo con dei baci umidi e caldi combaciando il suo corpo con il mio.
"Poi?" sussurrò eccitata muovendosi contro la mia intimità e gemetti, circondandole la vita con le cosce.
Eravamo così affiatate.
Così in balia di averci costantemente.
"Voglio vederti urlare, sentirti gemere solo il mio cazzo di nome." dissi stringendole con una mano il gluteo nel mentre che si strusciava sopra di me.
Mi stava facendo uscire fuori di testa.
"Dimmi che sei mia." aggiunsi facendomi scappare un gemito rumoroso e le spinte che dava l'araba erano secche, decise, stuzzicando il centro.
"Mhm, piccola." mugugnò contro al mio collo gemendo piano e mi paralizzai sentendola, volevo sentirla per davvero.
Senza nessun pudore.
Non l'avrei implorata per nessuna ragione al mondo e ansimai più velocemente affondando le unghie sul suo braccio.
"Dio." imprecai mordendomi il labbro portando la testa all'indietro e la sua lingua era sul mio capezzolo per poi morderlo un pochino forte.
E poi.. successe una cosa inaspettata.
La mia mano si infilò dentro ai suoi pantaloni e sfiorai il suo centro, sgranai gli occhi dato che mi lasciò fare un pochino e feci una leggera pressione.
Vidi che si morsicò il labbro chiudendo gli occhi con forza e continuai a toccarla lentamente tramite il tessuto dei suoi slip, quasi sorrisi nel sentirla letteralmente fradicia a causa mia.
Cazzo come le facevo effetto.
Strinse il mio polso e mi gemette in bocca ma non voleva togliere la mano anzi, mi stava dando una chance.
Mi misi comoda e massaggiai il suo clitoride piano baciandola sulle labbra nel mentre che si sosteneva sopra al mio corpo con il braccio, per non farmi peso.
"Bionda." sussurrò estasiata mordendosi il labbro e non ci credevo che la stavo toccando finalmente, dopo mesi.
"Shh, Zule." mormorai eccitata da morire nel vederla così e feci dei piccoli movimenti circolari, allungando il braccio.
Cazzo, ero così timida nel toccarla.
Non volevo essere una delusione.
La baciai mordendole il labbro aumentando il ritmo ed ebbe un piccolo sussulto, aprendo di poco le gambe.
O mio dio.
Spostai di poco i suoi slip per poterla toccare ma il suo telefono squillò facendomi imprecare sottovoce, tolsi la mano di scatto e mi toccai il viso nervosa osservandola rispondere, senza fiato.
Stava per accadere davvero.
Zulema si stava lasciando andare.

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