8.

2K 113 66
                                    

Lexie si sedette nel mio stesso tavolo nel mentre che stavo mangiando e le accennai un sorriso triste, Zulema mi evitava come se avessi la peste.
Un'altro mese era passato e l'avevo vista solamente quattro volte.
Ovviamente le avevo contate, studiavo come una pazza e la mora era partita per alcune settimane a Los Angeles per svolgere una delle sue terapie sperimentali, che andavano a gonfie vele.
La sua era una vita piena di successi, oggi era tornata e tutti si congratulavano con lei, volevo farlo anche io ma rimasi al mio posto cambiando direzione ogni qualvolta che vedevo la sua figura.
Non sapevo come comportarmi.
"Ciao, ieri volevo vederti ma mi hanno riferito che avevi il turno di notte." disse la mia amica sorridendomi e annuii.
", mi hanno già fatto rimanere un paio di volte e ormai mi sto abituando. Il mio paziente è stato dimesso oggi, fortunatamente sta molto bene." le spiegai girando la mia insalata con la forchetta e una risata attirò la mia attenzione, mi voltai di poco e i miei occhi verdi guardarono Zulema parlare con una donna in un tavolo.
Tutti venivano a mangiare nella mensa dell'ospedale, quindi la vidi chiaramente flirtare con questa sconosciuta.
Ma mi ero documentata, poco fa.
Lauren Boswell, psichiatra da diversi anni ed era di una bellezza disumana.
Non potevo di certo competere con lei, ogni qualvolta che era con Zulema mi faceva sentire insignificante al mondo.
Insieme erano a dir poco perfette, ma vedevo come si guardavano.
Si divertivano e basta insieme, l'araba ogni qualvolta che studiavo la bionda al suo fianco, mi fissava quasi divertita.
Lo stavo facendo da un'ora buona senza farmi beccare ma era impossibile.
"Hey, bellissime." disse Alex raggiungendo il nostro tavolo e si sedette dandomi un bacio sulla guancia.
Zulema vide quel gesto e notai la sua mascella contrarsi a dismisura, Lauren le parlava ma lei aveva lo sguardo fisso su di me come non mai, era furiosa.
Nonostante fosse passato un mese.
"Oggi ho fatto un'intervento in sala con la Zahir e stavo tremando." disse Jackson raggiungendoci insieme alla sua ragazza di nome April e sussultai.
"Com'è? Non ho ancora fatto nessun intervento con lei ma dicono che in sala è una grande, l'ho vista." disse Lexie estasiata e bevvi dell'acqua cercando regolarizzare il mio battito.
Ogni volta che parlavano di lei il mio cuore faceva non so quante capriole.
"È fantastica ve lo posso assicurare." disse Alex sorridendo e provai un po' di invidia dato che volevo partecipare anche io più di ogni altra cosa al mondo.
Abbassai lo sguardo ma dopo vari minuti mi sentii toccare la spalla e Amelia mi sorrise, attirando l'attenzione di tutti.
Essendo primario non veniva mai dagli specializzandi personalmente ma da me sì, quindi ero a dir poco estasiata.
"Ti voglio in sala, hai finito di mangiare? Ricordati la mia promessa." disse ridendo appena e sgranai gli occhi annuendo, mi alzai nervosa e Lexie mi diede il cinque non appena la salutai.
Seguii la donna in questione con le mani che mi tremavano appena e sotto lo sguardo di Zulema, mi tolsi il camice.
"Ho un tumore enorme da operare e volevo assolutamente la tua presenza, non potevo non chiamarti dato i tuoi punteggi recenti e spacchi tanto!" esclamò Amelia facendomi strada e sorrisi emozionata affiancandola subito.
Incominciai a lavarmi gli avambracci e il paziente era già pronto nel lettino, con l'anestesia totale in corpo monitorato da alcuni infermieri.
Mi era mancato tutto questo.
"Grazie per questa opportunità, amo assolutamente la neurochirurgia." mormorai sorridendole e i suoi occhi azzurri erano tanto belli, avevano quell'ambizione che sognavo da praticamente tutta la vita.
"Figurati, sei qui per imparare no?" disse facendomi l'occhiolino e arrossii entrando in una porta, un'infermiera mi infilò i guanti insieme alla mascherina e affiancai Amelia nel mentre che indossavo tutte le attrezzature.
"I capelli del paziente sono già stati rasati, quindi incidiamo subito dato che non abbiamo tempo da perdere." disse mettendosi bene i guanti e alzai di poco lo sguardo notando che la galleria sopra di noi si stava riempendo.
Amelia era amata da tutti.
Sussultai notando Zulema appoggiata nel vetro e i suoi occhi neri si scontrarono con i miei ma riassunsi il mio autocontrollo e automaticamente per me non esisteva nessun altro.
Ero da sola e l'intervento incominciò.
"Bisturi dieci." ordinò la donna al mio fianco e me lo passò facendomi sgranare gli occhi dato che non accadeva mai.
"Incidi, so che puoi farlo bene." disse spronandomi e afferrai quel pezzo di metallo con sicurezza.
Si tolse da mezzo e guardai il cranio del paziente in tutta la sua bellezza, presi un lungo respiro profondo e affondai la lama sulla carne incidendo in modo perfetto.
Era la prima volta che lo facevo e a Malaga non avevo mai avuto un'opportunità del genere, ero estasiata.
"Che meraviglia, bravissima." sussurrò Amelia e si mise di nuovo al mio fianco, effettuando una craniotomia a dir poco impeccabile come sempre.
"Se voglio vedere la massa tumorale in tutta la sua grandezza, cosa posso iniettare nel cervello?" disse poi mettendomi alla prova e sapevo benissimo che in galleria tutti stavano ascoltando attentamente.
Macarena pensa, tutti i chirurghi di questo ospedale ti stanno ascoltando.
Specializzandi compresi.
"Florescina, così posso vederlo." dissi decisa e Amelia sorrise passandomela, la iniettai e dopo che le luci si spensero vidi il tumore in tutta la sua grandezza.
Avevo gli occhi sgranati per tutto ciò che stavo vedendo e cercai di non far tremare le mie mani, in una situazione del genere.
Fece alcuni procedimenti utilizzando il neuronavigatore ed ero sconvolta.
"Il tumore ha invaso il nervo ottico, dobbiamo liberarlo al più presto altrimenti il paziente potrebbe perdere la vista e rimanere cieco per sempre." disse Amelia afferrando altri strumenti e con molta cautela incominciò a rimuovere tutta quella massa tumorale.
La guardai attentamente e speravo anche io di avere la mano ferma come la sua.
"Prova, vieni qui." disse ad una certa e mi fece spazio passandomi gli strumenti che aveva tra le mani, presi un lungo respiro profondo e incominciai.
Ero molto più lenta di lei ma ero tanto precisa, i miei occhi erano fermi sul microscopio e rimossi tutto quanto.
Fino all'ultimo centimetro.
Percepii delle goccioline di sudore scendermi lungo la fronte talmente stavo sudando freddo dall'ansia ma la mia forza di autocontrollo non mi aveva tradita e passarono giusto due ore.
Senza nemmeno rendermene conto.
Operare al cervello richiedeva una pazienza unica e tanta precisione.
"Sai che le moderne tecniche chirurgiche non prevedono più la rasatura totale dei capelli, ma solo di una striscia in corrispondenza dell'incisione? Ciò assicura un effetto estetico sicuramente più gradevole e, di conseguenza, accresce la soddisfazione da parte del paziente." mi spiegò la donna al mio fianco nel mentre che operava e annuii ascoltando ogni sua singola parola con attenzione.
"Placchette metalliche o fili da sutura? Ti faccio scegliere dato che sei stata a dir poco bravissima." disse Amelia sistemando il tessuto osseo del paziente e guardai velocemente Zulema dal vetro della galleria che mi sorrise appena.
Aveva capito anche lei.
"Filo da sutura." risposi seria e questo era il momento perfetto per sorprenderla.
"Scelta saggia la tua, vediamo." disse Amelia notando gli sguardi d'intesa tra me e la mora, sorridendo divertita.
Ripetei a mente ciò che mi aveva insegnato l'araba un mese fa e menomale che mi ero esercitata tanto.
Non ero così ingenua, anzi.
"Il paziente non deve avere nessuna cicatrice evidente, mi incazzerei molto se dovesse capitarmi una cosa così." dissi afferrando le pinze da sutura e percepii una risata generale arrivarmi alle orecchie, Amelia rise e Zulema scosse la testa con un sorrisetto divertito.
L'avevo beccata appena in tempo.
Misi i punti al paziente in modo impeccabile con la tecnica insegnata precedentemente da lei e potei giurarci che aveva accennato un sorriso strano.
Orgoglioso oserei dire, ma non dovevo illudermi più di tanto perché stavamo parlando di Zulema Zahir.
Non mi avrebbe dato nessuna soddisfazione, per il momento.

anatomyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora