17.

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Camminai lungo il corridoio legandomi i capelli e per colpa di Zulema ero sconvolta, l'avevo baciata nuovamente.
E mi era piaciuto da morire.
Non riuscivo a frenare i miei impulsi quando si trattava di lei e già avevo bisogno di divorarle quelle labbra perfette che avevano un sapore unico.
"Maca." mi richiamò Richard e mi voltai verso di lui, stremata in viso.
"?" sussurrai serrando la mascella e mi fece strada in galleria, era già piena e notai Zulema lavarsi concentrata.
Era bellissima.
"Stai bene? Mi dispiace per ciò che è avvenuto stamattina." disse l'uomo al mio fianco e presi posto, rilassandomi nel divano pronta a vedere la mia araba in azione.
"Sto bene Richard, grazie." dissi timidamente e in galleria calò un silenzio tomba, tutti non vedevano l'ora di vederla operare e prestai attenzione.
"Bisturi dieci." disse Zulema con voce pacata e alzai di poco la testa, il suo sguardo penetrante si incrociò con il mio e le accennai un piccolo sorriso.
Ma ritornò ad operare e per tutta la durata dell'intervento i suoi occhi non avevano più incrociato i miei.
Le sue mani erano impeccabili e non aveva sbagliato nulla, facendo un trapianto di cuore a dir poco fenomenale.
Infatti non appena finí l'intervento la raggiunsi nel suo ufficio, bussai ed entrai timidamente come mio solito.
"Salve." dissi piano e la vidi seduta nella sua poltrona, bevendo un caffè rigenerante dato che era esausta.
Chissà quanti interventi aveva fatto.
"Che ci fai qui?" disse quasi divertita e il suo sguardo vagò in tutto il mio corpo, si legò i capelli e incrociò le gambe facendomi cenno di avvicinarmi a lei.
Camminai piano e mi sedetti nella sedia davanti alla sua scrivania, mordendomi il labbro talmente mi rendeva nervosa.
"No, qui." sussurrò indicando le sue gambe e sussultai, tornò indietro con la sua poltrona e mi alzai sedendomi piano sulle sue cosce perfette.
O mio dio.
La guardai dall'alto come un'idiota e strinsi i braccioli della sua poltrona per non cadere, la sua mano vagò intorno al mio fianco e lo strinse leggermente.
"È stata fenomenale, prima." le sussurrai accarezzandole il braccio scoperto dato che si era tolta il camice e mugugnò accennando un sorriso.
"Mi hai guardata, ragazzina?" mormorò mettendo la testa di lato e arrossii per come mi stava guardando, così dannatamente seria e autoritaria.
"Tutti la stavano guardando." dissi tentando di non illudermi ancora e fece una risatina assai divertita.
"Lo so bene, io parlavo di te." disse abbassandomi piano il camice bianco nella spalla e tremai appena, la lasciai fare e me lo tolsi rimanendo con la maglia a maniche corte blu.
", la stavo guardando e vorrei essere al suo fianco per imparare." dissi leccandomi le labbra e mi sistemai meglio sopra di lei, volevo tanto mettermi a cavalcioni e baciarla tantissimo.
Ma dovevo darmi un contegno.
"Pensi di meritartelo?" domandò seria e la sua mano si intrufolò sotto la mia maglia per accarezzare piano la mia pelle rovente a causa sua, avevo i brividi.
"Me lo dica lei, me lo merito dottoressa Zahir?" sussurrai abbassandomi appena e solo Dio sa quanto avrei voluto vederla infilata tra le mie gambe nuovamente.
I suoi occhi neri erano glaciali e le lasciai un lieve bacio sull'angolo della bocca, inspirai il suo profumo meraviglioso e volevo rifugiarmi contro al suo collo.
Dal resto del mondo.
Io potevo offrirle di più.
Rispetto a Lauren.
Sbuffò una risatina e fissò le mie labbra, mordendosi piano il labbro inferiore.
"E riusciresti a mantenere la concentrazione nel mentre che opero? O vuoi le mie mani altrove?" sussurrò con voce sensuale e la presa sui braccioli aumentò a dismisura, stavo perdendo il controllo mentre lei era così tranquilla.
Aveva una forza di autocontrollo assurda.
"E se le dicessi di sì?" sussurrai ad un centimetro dalle sue labbra e afferrai delicatamente la sua mano, portandola al mio seno destro che strinse piano.
Volevo che si sciogliesse un pochino, fece una leggera pressione e gemetti.
"Ti potrei far venire, anche così?" disse quasi divertita e incominciai a lasciarle dei leggeri baci sulla guancia, piano.
"Sono sicura che potrebbe fare di meglio, comunque mi dispiace se ho esagerato con le parole prima." dissi specificando e annuì, toccando ancora il mio seno palpando leggermente.
Ansimai un pochino e mi guardò severa, stavo godendo contro la sua bocca e aprí di poco la sua mordendomi il labbro.
"Cosa vorresti, ora?" disse semplicemente abbassando la spallina del mio reggiseno da sotto la maglia e l'istinto era quello di spogliarmi.
Il mio cervello era in tilt a causa sua.
"Lei, infilata tra le mie gambe magari." le mormorai ad un centimetro dalle sue labbra sottovoce e sorrise autoritaria, tolse la mia maglia con un colpo secco e tremai appena, abbastanza sorpresa.
Ero in reggiseno davanti a Zulema Zahir e con un dito tracciò le mie clavicole sporgenti afferrando piano la mia gola.
"E se fossi tu infilata tra le mie?" mormorò prendendosi del tempo per squadrare il mio corpo esile e abbassò piano l'altra spallina lasciando le mie spalle, completamente scoperte.
"La soddisferei abbastanza." dissi provocandola e sorrise quasi soddisfatta che le stessi tenendo testa e purtroppo Lauren questo non lo faceva.
Perché Lauren era una bambola e Zulema amava terribilmente giocarci.
Come biasimarla.
"Davvero? Sono sorpresa." disse con un tono di voce melodrammatico e lasciò dei piccoli baci sulla mia gola facendomi rilasciare dei sospiri strozzati ed eccitati.
Scese verso la mia spalla e le accarezzai i capelli molto piano, facendola rilassare.
"Mi metta alla prova." sussurrai mettendo la testa di lato e mordicchiò un lembo di pelle sul mio seno, gemetti ad alta voce e mi osservò in estasi.
"Shh, ragazzina." mi sgridò a bassa voce e sganciò il mio reggiseno con un colpo solo, facendomi sobbalzare.
O mio dio.
Sgranai gli occhi incredula e mi coprii istintivamente arrossendo di colpo.
Ero sconvolta.
Zulema rise e tentò di scoprirmi ma scossi la testa, mordendomi il labbro.
"Non essere nervosa, hey." sussurrò lasciandomi un bacio sulla spalla e sospirai, tremando come una foglia.
Cazzo, cosa stavamo facendo?
"Io-" dissi a bassa voce e inarcò un sopracciglio confusa, mollai la presa e mi fece appoggiare le mani nello schienale.
I suoi occhi vagarono sul mio corpo esposto ed ero rossissima in viso, spostò i miei capelli da davanti ed era così seria.
"Sei così giovane, bella, perfetta. Scolpita da un'artista dell'arte contemporanea, sei stupenda." sussurrò afferrandomi per la vita molto piano, mordendosi il labbro inferiore.
Zulema Zahir mi aveva appena fatto un complimento, paragonandomi all'arte.
Mi guardò dritta negli occhi e sapevo già cosa voleva fare, la sua lingua calda tracciò piano il mio capezzolo sinistro mordicchiandolo un pochino e gemetti.
Con l'altra mano libera toccò l'altro e l'afferrai per la nuca spingendola non troppo forte, per non farle male.
Stavo andando in un'altro mondo con lei, il suo tocco era così esperto così come la sua lingua che già sapeva dove toccare.
"Zulema, cazzo." dissi mordendomi il labbro cercando di trattenere dei gemiti e passò la lingua attorno all'altro mio capezzolo, facendomi quasi piangere.
Mi provocava un piacere unico ed ero così inesperta in confronto a lei che con dei semplici movimenti mi faceva provare delle sensazioni mai viste prima d'ora.
"Stiamo facendo una mammografia." sussurrò ansimando piano nel vedermi così e mi scappò una risata eccitata.
Che idiota.
Era tutto così nuovo per noi, per me.
Continuò la sua tortura per altri minuti e avevo il terrore che qualcuno potesse entrare e vederci in questo stato.
Ero in estasi e abbassai lo sguardo, nel mentre che succhiava e mordeva.
Come se fossi sua.
Ad un certo punto morsicò un lembo di pelle fortissimo lasciandomi il segno dei suoi denti e mi tappò la bocca in modo tale da soffocare le mie urla.
Che figlia di puttana e ovviamente mi aveva marchiata un'altra volta.
Affondò le unghie nei miei fianchi e mi inchinai per baciarla, la sua mano scese lungo il mio ventre piano e si fermò giusto all'orlo del miei pantaloni.
Ma la sua lingua non aveva smesso un attimo di regalarmi un piacere unico, e chissà in che altri modi sapeva usarla.
Al solo pensiero già mi sentivo male.
"Cazzo, credo.." ansimai gemendo e mi scappò un urlo incontrollato, mossi di poco il bacino e la sua mano era stretta attorno al mio gluteo per non farmi cadere dato che mi stavo agitando.
Sentivo un caldo assurdo a causa sua.
"Vuoi che ti faccia venire? Dimmelo." sussurrò la donna sotto di me e strinse il mio seno con forza, palpando piano entrambi e baciandomi il collo forte.
Ma se lo avesse fatto, significava che sarei crollata del tutto con lei e non volevo farlo, avevo una dignità e per quanto la volessi non ero quel tipo di persona, che si sottometteva così.
Volevo anche io qualcosa in cambio.
Ma lei non poteva darmelo.
"No, Zulema." dissi serrando la mascella e tolsi le sue mani dal mio seno, afferrai il reggiseno e lo misi completamente eccitata da come mi aveva procurato tutto quel piacere, in poco tempo.
"Ay ragazzina, che delusione." sussurrò glaciale e si leccò le labbra, abbassai lo sguardo sussultando e aveva lasciato dei leggeri segni violacei marchiandomi.
"Non sono una bambina, né tantomeno Lauren che si lascia trattare da lei come cazzo vuole." dissi a bassa voce e mi lasciò andare.
Era sorpresa e mi scrutò incuriosita, la guardai dall'alto e rimasi ancora sopra alle sue gambe, infilandomi la maglia.
"Lauren è debole, si inginocchierebbe anche se la guardassi appena sai?" disse attirandomi al suo viso e fissai le sue labbra, mordendo piano le mie.
Era stupenda vederla in questa posizione, i suoi lineamenti arabi si risaltavano ancora di più.
"Io non sono Lauren, sono tutt'altro." dissi serrando la mascella e i suoi occhi neri erano fissi sui miei verdi.
"Lo so bene, ringrazia che sei qui sopra di me biondina ma sopratutto ringrazia che stavo per farti venire." sussurrò severa e alzò di poco la testa, appoggiandosi nella poltrona accarezzandomi i fianchi autoritaria.
Che stronza, ora mi avrebbe preso in giro il doppio e non volevo che lo facesse.
Mi inchinai e le lasciai un dolce bacio sulle labbra facendola mugugnare, ma era tesa perché aveva capito che non mi avrebbe avuto come voleva lei.
Volevo essere la sua eccezione ma era una battaglia enorme perché sapevo che prima o poi sarei ceduta, era impossibile non lasciarsi andare con una come lei.
"Non mi devo illudere, ho appena concluso una relazione di 4 mesi e non so nemmeno io cosa voglio." dissi facendo spallucce e abbassai lo sguardo.
"Sei un controsenso, prima hai detto che mi volevi e ora no?" disse ridendo appena e sbuffai arrossendo.
Mi faceva uscire fuori di testa.
"Non mi sto rimangiando nulla, non penso che lei potrebbe darmi ciò che vorrei io, quindi non so che dire." dissi con tutta la sincerità del mondo ed era vero, ero sicura di questo al 100%.
"Cosa vorresti, ragazzina?" disse arrivando dritta al punto come sempre e la guardai dritta negli occhi, incantata.
"Lei e nessuna presa in giro." dissi semplicemente e serrò la mascella, accarezzando piano il mio avambraccio.
"Mi stai chiedendo una relazione?" disse sorridendo appena e sospirai, annuendo poi piano ma ero incerta.
Non mi sembrava tipa da relazione, ma volevo provarci dopotutto.
"Può darsi." dissi con gli occhi lucidi e mi faceva provare delle emozioni assurde, parlare con lei mi distruggeva.
"Sei una ragazzina per me, una specializzanda e non posso sai?" disse diventando glaciale di colpo e annuii.
Lo sapevo io che la pensava così.
"Va bene, scusi per il controsenso." dissi seria e ci guardammo per alcuni secondi nel mentre che mi avvicinavo al suo viso a dir poco perfetto.
Era più forte di me, la volevo troppo.
La baciai lievemente sulle labbra e intrecciammo le nostre lingue dando via ad un bacio passionale, mi morsicò il labbro e gemetti contro la sua bocca.
"É sicura di non volere tutto questo?" le sussurrai ansimando contro le sue labbra eccitata e mi tenne stretta a sé.
"Sei sicura di volere me?" disse lei di rimando e mi bloccai, accarezzai piano il suo viso terrorizzata e tracciai le sue labbra con l'indice molto lentamente.
Questa donna era perfetta.
La sua frangia era impeccabile e i suoi occhi erano la cosa più potente che avessi mai visto in tutta la mia vita.
Era come se ti illudessero a tal punto da farti credere in qualcosa ma poi ti scacciavano via il secondo dopo.
Zulema era così.
E forse non ero abbastanza forte da tenerla stretta a me, conquistandola al 100%.
Non sapevo cosa fare.
"Si ricorda quel giorno in laboratorio?" tentai dolcemente e annuì arricciando le labbra, ritornando ad essere autoritaria.
"Ecco, le ho spiegato di cosa avevo bisogno nella mia vita e lei riesce a darmi tutto quel fuoco, mi piace." continuai spiegandole a bassa voce ogni mio pensiero possibile e sorrise appena.
"Mi piace come mi fa sentire, ma vorrei tanto sapere cosa sente lei. Perché so per certo che c'è una spiegazione a tutto questo, Zulema." dissi accarezzandole la mascella piano e sospirò serrando la mascella.
"Io non sento niente." disse ad un certo punto e sgranai appena gli occhi.
Guardai di lato rimanendo in silenzio ma lei riportò il mio viso vicino al suo.
"Voglio solo divertirmi con le persone, ma la causa non sei tu." disse accarezzandomi piano la guancia.
"Ha sofferto troppo, in passato?" le domandai timidamente e annuì appena.
"Non posso darti ciò che vuoi, ma posso farti distrarre dal dolore che provi tu ogni secondo della tua vita." sussurrò facendo scorrere la mano lungo il mio petto e l'appoggiò sopra al mio cuore, guardandomi molto intensamente.
Non sapevo cosa dirle e sorrise guardando la mia espressione in viso confusa, si stava aprendo un minimo.

"Aggiusto i cuori degli altri bionda ma per il mio non c'è nessuna speranza."

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