22.

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Mi tolsi il camice sotto al suo sguardo penetrante insieme allo stetoscopio e lo appoggiai in un tavolo a caso.
"Finalmente, me ne vado da questo posto del cazzo così lei è felice." dissi ridendo appena e lasciai la stanza con una Zulema Zahir arrabbiata alle mie spalle.
"Sei una bambina." sbottò inseguendomi con passo veloce e andai nella sala degli specializzandi.
"Io bambina? Oggi non mi ha fatto entrare in sala con Amelia per cosa? Perché non vuole ammettere che un minimo di me le interessa, ma sa cosa?" dissi aprendo il mio armadietto e mi voltai verso di lei.
Stavo per sganciare una bomba.
Enorme.
"Preferisco essere una bambina del cazzo piuttosto che essere lei." sbottai con le lacrime che mi rigavano il viso e la vidi sgranare appena gli occhi.
Rimanemmo in silenzio e mi tolsi la maglia blu rimanendo in reggiseno, il suo sguardo vagò in tutto il mio corpo e non l'avevo mai vista così arrabbiata.
"Questa cosa, non te la perdonerò mai e faresti meglio a non farti vedere mai più dico davvero, sei morta per me." disse la mora incredibilmente tesa e mi infilai una felpa addosso distrattamente.
"Perfetto Zulema, magari mentre firma le carte del mio licenziamento si faccia anche due domande del perché molti specializzandi lasciano questo posto." dissi mettendo le mie cose dentro allo zaino che avevo e in stanza c'era una tensione assurda.
Mai vista prima.
Il problema era lei al 100%.
"Pensi di potermi ferire bionda? Le tue parole sono irrilevanti per me." disse avvicinandosi e la mia schiena andò a sbattere contro l'armadietto, forte.
"Non la voglio ferire, non ha capito proprio un cazzo di me, zero." dissi appoggiando le mani sulle sue spalle spingendola appena e mi sfilai i pantaloni, infilandomi poi dei jeans stretti.
Volevo andarmene da qui, subito.
"Ho capito tutto invece." disse l'araba incrociando le braccia e mi guardai attorno afferrando le ultime cose.
"Si è limitata ad osservare la mia copertina, quando invece avrebbe dovuto leggere il libro intero. E si fidi, la possibilità di leggermi gliel'ho data un'infinità di volte." dissi guardandola ferita e sussultò appena calmandosi, sbuffò mordendosi il labbro ma io l'avevo già superata.
Passai in pronto soccorso e Amelia mi fermò, era appena uscita dalla sala operatoria e aveva uno sguardo furioso.
Ma non era colpa mia purtroppo.
"Dove sei stata? Ti stavo aspettando." disse arrabbiata e Zulema era poco distante da noi, Saray la raggiunse dopo aver afferrato il tablet e tentò di far parlare la mora che aveva lo sguardo fisso su di me.
"Ho avuto un'imprevisto ma non si preoccupi perché non lavorerò più qui, arrivederci e grazie per tutto." dissi stringendole appena il braccio e i suoi occhi azzurri si sgranarono di colpo.
Letteralmente.
"Maca? Che cosa?" urlò Lexie raggiungendomi insieme al resto del gruppo ma io invece ero già fuori con le lacrime che mi rigavano il viso.
Saltai in macchina mettendo in moto e partii velocemente senza voltarmi mai più in vita mia.

16:00 p.m.

Il campanello suonò facendomi sobbalzare e mi strofinai gli occhi notando che mi ero addormentata.
Andai ad aprire e avevo una felpa addosso con tutte le gambe scoperte ma non mi importava niente.
Mi aggiustai un attimo allo specchio e aprii con la mascella contratta, Zulema era davanti a me e spalancai la bocca incredula facendo poi una risatina.
Era venuta a casa mia, assurdo.
"Vuole litigare ancora?" sbottai nervosa e la lasciai entrare per educazione.
"Forse sono stata troppo impulsiva." disse entrando ed era bellissima, era vestita perfettamente e truccata da Dio.
Mi era mancata terribilmente tanto.
"Forse? Io direi un po' troppo." mormorai abbastanza debole dato che non avevo mangiato e mi massaggiai le tempie lentamente.
Avevo un mal di testa atroce.
"Stai bene? Sei pallida." disse l'araba dopo mezzo secondo e annuii incerta.
Avevo pianto dal nervoso, troppo.
"Dove sono le mie carte? Così le firmo e ci togliamo questo peso enorme." dissi guardandola debole e Zulema scosse la testa appena.
"Non voglio licenziarti, la colpa è stata anche mia se ti sei arrabbiata. Avrei dovuto lasciarti andare con Amelia in sala operatoria come meritavi, oggi ho troppi pensieri nella testa e ci sei passata tu, bambina." disse sedendosi nel mio divano e si toccò i capelli nervosamente.
"Io non la capirò mai." dissi ad una certa ridendo incredula e aprii il frigorifero cercando di capire cosa potessi prepararmi dato che ero a digiuno.
"Stai mangiando? Sei magrissima." disse l'araba alzandosi ma ero ancora arrabbiata con lei, non appena alzò la mano per toccarmi la spinsi leggermente.
"No, perché lei mi fa innervosire." sbottai alzandomi sulle punte per afferrare una cosa dal mobile e la felpa si alzò, scoprendo praticamente tutto.
"Ti porto a mangiare fuori." disse Zulema mordendosi appena il labbro e mi abbassai la felpa arrossendo di poco.
"No, voglio stare qui." dissi afferrando un pacco di patatine e ritornai in camera.
"E quello sarebbe un pasto?" disse la mora seguendomi e non l'ascoltai, mi accoccolai sotto le coperte e accesi la tv che avevo, avviando Netflix.
"Maca, puoi ascoltarmi?" disse serrando la mascella sedendosi al mio fianco e sospirai.
Aveva il diritto di parlare.
Appoggiai le patatine al mio fianco e mi portai le ginocchia al petto, ero triste.
Perché non mi meritavo di essere trattata così dal mio capo, ero stata sincera dall'inizio nei suoi confronti.
"Non voglio licenziarti perché gli altri ospedali non ti preparerebbero come il mio, i chirurghi che ho assunto sono i migliori di tutto il paese. Se deciderai di tornare da me, mi farò da parte e non ostacolerò il tuo percorso perché non è giusto." mi spiegò guardandomi dritta negli occhi.
"Ho sbagliato a baciarla, dovevo farmi gli affari miei fin dall'inizio. Ma non sono riuscita a trattenermi, dovremo ricominciare da capo." sussurrai toccandomi il viso e lo sguardo della mora si addolcì per mezzo secondo non appena vide la mia frustrazione.
"Vieni qui?" mi domandò piano e praticamente mi lanciai addosso a lei, gattonai arrivando ad un centimetro dal suo viso e mi accoccolai al suo corpo.
Il suo profumo mi calmò subito e cinsi la sua vita stretta con le mie braccia esili.
Cazzo, quanto la volevo.
"Non volevo dirle quelle cose, prima." le sussurrai lasciandole un piccolo bacio sulla spalla amorevolmente e sussultò.
"Io già la conoscevo ancor prima di essere assunta, ho studiato tutto ciò che le riguarda e per me è un esempio grandissimo quindi mi scusi." mormorai facendomi piccola tra le sue braccia, accarezzò piano i miei capelli ma non mi stringeva per nessuna ragione al mondo.
Non era abituata al troppo contatto.
"Ho esagerato anche io, é stato poco professionale ciò che ho fatto." disse sospirando e mi accoccolai nell'incavo del suo collo chiudendo gli occhi.
Il suo profumo era la mia calma.
E lei sembrava un'altra persona.
"Prenditi tutto il tempo che vuoi per decidere se tornare o meno, hai bisogno di riposare e te lo meriti. Ho visto come hai lavorato e sei stata impeccabile quindi, rigenerati." sussurrò lasciandomi un piccolo bacio tra i capelli e si alzò, allontanandomi.
La guardai annuendo e mi alzai anche io, si infilò il capotto e afferrò la sua borsa frugando distrattamente.
"Tieni." disse porgendomi il suo biglietto da visita e mi accennò un sorriso, severo.
Lo afferrai e mi morsicai il labbro inferiore piano, annuendo nervosa.
Zulema si avvicinò arrivando vicino a me e si abbassò alla mia altezza, accarezzandomi piano la guancia destra.

"Se torni da me, chiamami bambina."

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