36.

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13:50 p.m.

Aprii gli occhi dopo un paio di ore ed ero accoccolata sul divano comodissimo di Zulema, avevo una sua camicia addosso e un piumone grandissimo che mi copriva tutta quanta.
Ero rilassata da morire.
Appagata sopratutto.
Mi guardai attorno legandomi i capelli e dopo vari minuti mi alzai sgranchendomi le gambe, gironzolai cercando l'araba e la vidi in soggiorno parlando con Saray.
Quest'ultima si girò squadrandomi dalla testa ai piedi e mi sorrise complice.
Aveva capito tutto.
L'araba mi aveva lasciato una sua camicia lunghissima ed era aperta facendo intravedere il mio intimo, ancora non ci credevo che piano piano mi stava lasciando qualcosa di suo.
"Scusatemi." dissi mordendomi il labbro arrossendo e Zulema si alzò in tutto il suo splendore, si era cambiata con abiti più comodi ma era comunque bellissima.
"Oh non preoccuparti splendore, io me ne stavo giusto andando. Ti ho osservata meglio prima." disse la gitana facendomi l'occhiolino e la mora le diede un piccolo schiaffo sul braccio.
"Finiscila." borbottò accompagnandola all'uscita e risi leggermente perché la loro amicizia era veramente unica.
Mi guardai attorno imbarazzata non appena rimasi da sola con Zulema e quest'ultima si avvicinò, afferrandomi per i fianchi in modo tale che potesse guardarmi meglio negli occhi.
"Dormigliona." sussurrò accoccolandosi nell'incavo del mio collo e sorrisi mettendo la testa di lato, mi lasciò dei teneri baci e intanto mi trascinò in cucina.
"Hai fame?" mi domandò dopo alcuni secondi e annuii alzandomi sulle punte in modo tale da circondarle il collo.
Per il momento me lo lasciava fare e sembrava che non le desse più fastidio.
La stavo sbloccando molto piano.
"Sai cucinare?" dissi sedendomi nel bancone per vederla in azione e rise, aprendo il frigorifero per afferrare alcune cose.
"Ci so fare con le mani." sussurrò facendomi l'occhiolino e già sentivo la mia intimità pulsare.
L'avevamo fatto nel suo divano in soggiorno, ancora non ci credevo.
"Oh, questo lo so bene." dissi stuzzicandola un pochino e la vidi sogghignare, per poi ritornare seria.
"Hai visto una minima parte, di quello che potrei farti piccola." disse tagliando della verdura e si vedeva che era chirurgo perché tagliava tutto in modo perfetto.
"E cosa mi faresti?" sussurrai serrando la mascella e non mi guardò continuando a muoversi abilmente in cucina.
Era stupenda vestita così e la squadrai dalla testa ai piedi, aveva un corpo stupendo e già l'avevo vista prima quando si era spogliata.
Non sembrava avesse quasi 45 anni.
"Tante cose, che suppongo tu non abbia mai provato giusto?" disse guardandomi dritta negli occhi e annuii.
Abbassai la testa e mi morsicai il labbro, ma lei si avvicinò rialzandomela subito.
"Bambina, non essere nervosa." sussurrò sfiorandomi la guancia con il pollice e annuii, mi porsi verso al suo viso e le lasciai un piccolo bacio sulle labbra.
Amavo quando mi dava i nomignoli.
Fortunatamente lo ricambiò e già la vedevo molto più possessiva nei miei confronti, sembrava che non mi volesse condividere proprio con nessuno.
E a me stava bene, essere sua.
Stavamo parlando di Zulema Zahir.
Ritornò ai fornelli e intanto l'aiutai ad apparecchiare nella penisola, mi indicava le cose ed ero felice di aiutarla.
"Non ci arrivo." piagnucolai alzandomi sulle punte e Zulema scoppiò a ridere, arrivò in mio soccorso e mi passò il bicchiere.
La ringraziai dandole un piccolo bacio sulla spalla e ci sedemmo a mangiare, assaggiai la pasta che aveva preparato e gemetti chiudendo gli occhi.
"Cosa non sai fare? Cazzo che buona." dissi mordendomi il labbro e la mora mi guardava intensamente.
Fece spallucce e bevve dell'acqua, masticando molto lentamente.
"Le relazioni non sono il mio forte." disse ad una certa e mi bloccai di scatto, abbassai lo sguardo sospirando, non voleva proprio lasciarsi andare.
"Cosa è successo?" dissi afferrandole la mano e accarezzai piano le sue nocche, ma lei era rigida come una statua.
"Cuore spezzato, anima rotta." disse semplicemente e mi vennero le lacrime agli occhi ricordandomi le parole di Richard tempo fa.
Era vedova ma se avessi fatto domande su suo marito minimo sarebbe impazzita.
Finii di mangiare con le lacrime agli occhi senza profferire parola e dopo una buona mezz'ora aiutai l'araba a mettere il tutto nella lavastoviglie.
Si allontanò di poco ma l'afferrai per la vita e la baciai dolcemente, intrecciando piano la lingua con la sua.
Le scappò un piccolo gemito non appena strinsi i suoi glutei e la trascinai nel divano senza smettere di baciarla.
"Calmati." disse capendo le mie intenzioni e scesi verso al suo collo, mi misi a cavalcioni sopra alle sue gambe e le morsicai il labbro.
"Lasciati toccare da me, lasciami riparare ciò che c'è di rotto dentro la tua anima, meriti di essere amata." sussurrai contro la sua bocca ma Zulema scosse la testa, girando il viso di lato.
Fece dei respiri profondi calmandosi e il suo petto faceva su e giù ripetutamente, non sapevo cosa diamine fare.
"Hai a malapena 30 anni." sussurrò serrando la mascella e sbuffai, non c'entrava niente l'età in questo caso.
"Quindi? Io voglio averti." dissi avvicinandomi rubandole dei baci casti.
"È difficile dimenticare qualcuno che ti ha dato così tanto da ricordare." sussurrò ad una certa e le accarezzai piano il viso, chiuse gli occhi e sospirò.
"So cosa significa, perdere qualcuno." dissi con una lacrima che mi rigava il viso e non la guardai negli occhi.
"Chi hai perso?" domandò a bassa voce togliendomi una ciocca ribelle dal viso e presi un lungo respiro profondo.
"Siamo rotte tutte e due, dobbiamo forse riaggiustarci insieme?" le domandai innocentemente e le sue mani strinsero la mia vita esile, forte.
"Non lo so." mormorò accarezzandomi le cosce scoperte e vederla dall'alto era a dir poco stupendo.
"Anche se non mi parli io lo vedo tutto quanto il dolore nei tuoi occhi, parlano sempre anche se non vorrebbero. Vuoi continuare a vivere così? Io vorrei vederti felice, non sorridi spesso ma quando lo fai sei veramente bella. Hai questa spontaneità addosso che ti calza a pennello e volevo dirtelo da un bel po' Zulema." dissi mordendomi il labbro e l'araba mi sorrise, nervosa.
"Beh, grazie bionda." disse ridendo appena e sgranò gli occhi di poco.
Aveva riso grazie a me.
Che vittoria grande la mia.
Mi inchinai piano e baciai le sue labbra perfette, mordendole con possessione, capovolse le posizioni facendomi sdraiare sotto di lei nuovamente e le mie mani finirono nella parte bassa della sua schiena, che graffiai con forza.
Volevo marchiarla.
"Dammi una possibilità." le sussurrai decisa ma scosse la testa, baciandomi con molta cautela il collo.
Inspirò il mio profumo e i suoi muscoli si rilassarono come niente, il mio sguardo era rivolto verso al soffitto e avevo una bellissima mora infilata tra le mie gambe.
La strinsi a me dolcemente e avevo solamente un pensiero in testa: farmi desiderare da lei a tal punto da farla impazzire.
Perché io con lei, non volevo assolutamente arrendermi così.
La volevo davvero.

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