11.

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"Ecco a lei." disse la cameriera ammiccando un sorriso e la ringraziai afferrando il mio caffè, presi posto in un tavolo appartato e mi sedetti aprendo il libro che stavo leggendo da giorni.
Mi rilassai notando che erano le 9 del mattino e incominciavo il turno di sera dato che ero rimasta di guardia la scorsa notte.
Avevo dormito? Assolutamente no.
Pensavo a Zulema? Assolutamente sì.
Le mie aspettative mi avrebbero portato delusioni enormi? Sì.
Purtroppo.
E questo libro che stavo leggendo non mi aiutava per niente.
"Virginia Wolf, per l'esattezza Tra un atto e l'altro! Non sono sorpresa." disse una voce alle mie spalle e mi bruciai la lingua dalla sorpresa.
Zulema sorrise divertita e la guardai dal basso, arrossendo di colpo.
"La trama c'era solo per discostare emozioni, e c'erano solo due emozioni: l'amore e l'odio. Non cadrà alcun bisogno di chiarire la trama. Forse Miss La Trobe voleva dire questo, quando aveva reciso quel nodo a metà? Non preoccupatevi della trama: la trama non è niente." mormorò teatralmente citando una citazione del libro e sorrisi nervosa.
Lo sapeva a memoria.
"Salve." dissi chiudendo il libro continuando a bere il mio caffè e fece un giro attorno, indicando la sedia vuota.
"Posso o aspetti qualcuno?" disse guardandosi attorno e la fissai come un'idiota talmente era bella e sensuale.
Aveva un completo elegante, tacchi altissimi che facevano un rumore assordante ma piacevole.
Se li sentivi in lontananza beh, lei era qui.
I capelli erano legati in una coda e la sua frangia era perfetta, ovviamente.
Mi schioccò le dita davanti per riportarmi alla realtà e mi accorsi che ero rimasta incantata nel squadrarla dalla testa ai piedi come un'ebete.
Sussultai e scossi la testa, nascondendo il mio imbarazzo tramite la tazza di caffè.
"No, può sedersi." dissi in panico e mi regalò un sorriso smagliante, le sue labbra erano dipinte da un rossetto rosso fuoco e aveva un trucco leggero.
Ancora non ci credevo che aveva quasi 45 anni, perché se li portava troppo bene.
Si sedette elegantemente appoggiando la borsa sulla sedia e fece un cenno al cameriere che arrivò subito.
"The verde, grazie." disse seria e il ragazzo andò subito dietro al bancone.
Mi schiarii la gola guardandomi attorno e percepivo il suo sguardo penetrante su di me, che mi fece agitare subito.
"Tutto bene?" mi domandò calma e annuii appoggiando la tazza nel tavolo.
"Sì, lei invece?" dissi guardandola dritta negli occhi e fece spallucce annuendo.
Perché diavolo si era seduta qui con me?
"Vedo che non hai nessun segno, hai messo il ghiaccio come ti ho detto?" disse incrociando le sue gambe lunghe perfette e istintivamente mi toccai la guancia con le dita.
"Sì, sto molto meglio grazie." dissi con una vocina esile e Zulema ringraziò il cameriere senza fargli nessun sorriso.
Era talmente glaciale con tutti che probabilmente avrebbe gelato il mondo.
"Prego." disse incominciando a bere piano il suo the e nel mentre mi guardava con quei suoi occhioni meravigliosi.
Mi torturai le maniche del mio maglione e mi morsicai piano il labbro inferiore.
"Nervosa?" disse di colpo notando il mio imbarazzo nel stare con lei e sussultai.
"Pochino, perché è qui?" dissi arrivando dritta al punto e mi sorrise giocherellando con l'anello che portava sul dito, sembrava di buonumore.
Forse si era vista con Lauren.
Mi vennero le lacrime agli occhi ma ricacciai indietro tutto quanto bevendo ancora un po' di caffè.
"Questo è il posto dove solitamente vengo a fare colazione da una vita e tu sei seduta nel mio tavolo preferito." disse sogghignando divertita e sgranai gli occhi, serrando la mascella.
"Oh, non lo sapevo." dissi imbarazzata e le guance mi bruciavano assai.
Che cazzo però.
Zulema sorrise appena nel vedere il mio rossore e bevve un'altro sorso del suo the, notai come tutti la guardavano incantati da lei e mi domandai cosa accadrebbe se fosse solo mia.
Chissà che fortuna.
"A che pensi, mhm?" disse notando il mio sguardo perso nel vuoto e la guardai imbarazzata, facendo poi spallucce.
"Nulla." dissi toccando i miei capelli biondi e lei seguì quel gesto attenta.
"Bugiarda, farò finta di crederci." sussurrò portandosi la tazza alle labbra soffiando appena e nel farlo il suo viso fece un'espressione stupenda.
"Perché si è seduta qui?" sbottai di colpo e mi maledii non appena portò nuovamente i suoi occhi neri sui miei.
"Beh, se vuoi me ne vado." disse facendo spallucce ma scossi la testa appoggiando la mano sopra alla sua.
Sgranai gli occhi e la ritrassi di colpo maledicendomi subito.
Fottuta impulsività.
"Scusi, non volevo essere invadente." dissi scusandomi e sorrise divertita portando poi la mano sulla sua gamba.
Ecco la sua autodifesa.
"Una delle tante cose che amo è osservare le altre persone, ti ho vista e ho pensato di venire qui." mi spiegò tranquillamente e guardò il mio libro.
", sei proprio tipa da Virginia Wolf." aggiunse con un tono di voce annoiato e i miei occhi verdi brillarono nel vederla.
Era troppo bella.
"Perché? Sentiamo." dissi appoggiandomi nel tavolo con un gomito e mi sostenni il viso con una mano.
Zulema si morsicò il labbro inferiore appena e fece uno sbuffo divertito.
"Perché il suo modo di scrivere ti si addice, secondo me sei una di quelle persone romantiche che amano tanto trovare anche un piccolo insegnamento dietro ad una frase o un dialogo, perché ti piace imparare." incominciò guardandomi dritta negli occhi e incurvai le labbra, riflettendo.
"Beh, amo imparare tantissime cose nuove dato che voglio rendermi utile." dissi a bassa voce perché erano cose mie private e volevo che le sentisse lei.
"Secondo te, cosa mi si addice?" disse la donna davanti a me facendo un cenno verso al mio libro e la guardai attenta.
"A primo impatto direi romanzo horror ma secondo me lei è più una donna che ama tanto, la scena del crimine." dissi rilassandomi un minimo e sulle sue labbra si formò un sorriso divertito.
"Come mai? Hai attirato la mia attenzione con questa frase, bionda." disse incitandomi a continuare e risi appena per il fatto che oggi fosse più solare del solito, era raro vederla così.
Ma al solo pensiero che la causa non ero io mi faceva stare un pochino male.
"Forse perché ama lasciare il dubbio anche con la minima cosa e solitamente per le cose paurose sai già che avranno una fine, disastrosa. Non nella maggior parte dei casi ma direi quasi spesso mentre beh, una scena del crimine devi studiarla attentamente, notare ogni minimo particolare e riflettere." dissi facendo uscire ogni mio pensiero possibile ed era incredibile il modo in cui con lei riuscivo a parlare senza nessun filtro.
Nonostante avesse una corazza enorme.
"E..?" disse curiosa mettendo la testa di lato e solo Dio sa quanto volevo baciarla.
"Ama le cose difficili, però sono sicura che anche il peggiore dei crimini lei riuscirebbe a risolverlo ancor prima di fare ipotesi sull'assassino." conclusi afferrando il mio caffè per calmarmi e la donna davanti era immobile, divertita.
"E se fossi io l'assassino?" azzardò sorridendomi enigmatica e giocherellerai distrattamente con la tazza davanti a me.
"Beh, come potrebbe non esserlo? Una mente come la sua ovviamente si addice ad un assassino, altrimenti non le avrei assegnato tutto questo." dissi accennandole un sorriso e scosse la testa divertita.
"Touchè." mormorò appena facendo spallucce e i suoi occhi neri non si erano staccati dai miei, per nessuna ragione.
Guardai l'orario notando che erano quasi le dieci e sospirai pesantemente.
Volevo rimanere ancora con lei.
Ma dovevo andare purtroppo.
"Si é fatto tardi." le spiegai quasi dispiaciuta e la mora annuì autoritaria.
Mi alzai in tutta la mia altezza e mi guardò ripetutamente, infilai il mio capotto elegante sorridendole ma non ricambiò dato che mi stava fissando.
Che strana conversazione la nostra.
Ma la cosa assurda era vederla al di fuori dall'ospedale in queste vesti.
Sapevo già che questo non significava nulla e mi preparai psicologicamente alle sue frecciatine.
Arrivai davanti alla cassa ma non appena afferrai il mio portafoglio Zulema era dietro alle mie spalle, strinse la mia mano bloccandomi e sorrise alla cameriera.
"Metta tutto sul mio conto, grazie." disse guardandomi con la coda dell'occhio e sbuffai appena, uscii dal locale con lei al mio fianco e le sorrisi.
"Beh grazie, quindi ora non mi odia?" dissi stuzzicandola un pochino dato che era di buon umore e sorrise, si portò una sigaretta alle labbra e sgranai gli occhi.
"Gli assassini non svelano mai nulla." disse facendo uscire il fumo dalle sue labbra e per poco non svenni per quanto fosse sensuale e attraente.
"Che? Salvo vite ogni giorno ma non è detto che io voglia salvare la mia. Vuoi provare, biondina? È tabacco." disse porgendomelo ma ero sconvolta per la sua affermazione così profonda.
Questa donna era incredibile.
"Va bene." dissi afferrando la sua sigaretta e tremai non appena la sua mano toccò la mia, inspirai piano e fortunatamente non tossii.
Stavo imparando a non fare brutte figure.
"Whoa, la biondina qui fuma?" disse divertita non appena gliela passai nuovamente e arrossii imbarazzata, stringendo saldamente la mia borsa in spalla guardandomi poi attorno.
"Qualche volta, Kayla fumava spesso." mormorai pensando ad alcuni nostri avvenimenti e scossi la testa sospirando.
"Ti manca?" mi domandò facendomi strada e camminai al suo fianco, i suoi tacchi riecheggiavano nel marciapiede e sorrisi notando la Gran Via di Madrid in tutto il suo splendore.
"Non lo so con esattezza, è bello quando ti manca qualcuno ma da una parte é orribile cercare di colmare costantemente quel vuoto perenne." dissi facendo spallucce e il venticello leggero di Settembre mi solleticava il viso spostandomi tutta la frangia.
"Ecco perché amo stare da sola." disse Zulema ad un certo punto ma questa volta non mi guardò, era maledettamente seria senza nessuna emozione in viso.
"Ma lei ha Lauren, no?" dissi sottovoce non appena arrivammo davanti alla mia macchina e la mora sorrise divertita.
"Ho solo me stessa, bionda." disse con la mascella contratta guardandomi dritta negli occhi e per non farle vedere la mia debolezza che aveva causato quello sguardo cercai le chiavi.
Zulema invece studiava ogni mio minimo movimento e le sorrisi imbarazzata, si morsicò il labbro lanciandomi un ultima occhiata e sospirò pesantemente.
"Non fare tardi, lo sai che lo odio." disse un attimo dopo e prima di andarsene mi fece l'occhiolino.
Sussultai per quel gesto e la guardai in tutto il suo splendore portarsi un'altra sigaretta alle labbra mischiandosi con la miriade di gente.
E mi accorsi che stavo trattenendo il fiato.
Per l'ennesima volta.

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