5.

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Avevo perso il conto ormai di quanti minuti fossero passati e non avevo smesso di fissare il soffitto di camera mia pensando a tutto ciò che era successo nell'arco di un mese, quasi.
La casa era vuota senza Kayla ma non mi interessava più ormai, avevo messo al primo posto me stessa più di ogni altra cosa al mondo.
Lexie entrò in stanza e alzò gli occhi al cielo, scuotendo poi la testa.
Eravamo tantissimo amiche e le avevo lasciato una copia delle mie chiavi perché mi fidavo di lei, veramente tanto.
E poi perché ero da sola qui dentro.
"È sabato, preparati cazzo." disse togliendomi le coperte di dosso e sbuffai.
"Va bene, ti accontento." dissi andando ad asciugarmi i capelli che avevo precedentemente lavato e mi truccai.
Lexie sorrise vedendomi così diversa dal solito e scelse i miei vestiti, sgranai gli occhi incredula e li afferrai sorpresa.
"Ma che cazzo, ci sono due gradi." dissi sconvolta e la mia amica scosse la testa, era già pronta pure lei.
"Oggi tu ti diverti e mandi a fanculo la tua ex, devi rilassarti okay?" disse decisa e mi cambiai, aveva ragione e mi infilai dei tacchi altissimi.
"Ti porto in un bar dove solitamente ci vanno tutti i chirurghi, non pensiamo a niente stanotte biondina." disse facendomi l'occhiolino e spruzzai un po' di profumo notando che erano le 10 di notte, volevo tanto alcool.
Non volevo pensare a niente e divertirmi.
"Secondo te Zulema mi odia?" dissi non appena mi sedetti in macchina e Lexie partì subito, senza aspettare.
Mi guardai attorno e il quartiere che avevo scelto era tanto tranquillo, perfetto per studiare e in poco tempo potevo arrivare in centro.
I miei vicini di casa erano tanto disponibili e non si azzardavano a disturbarmi sapendo che ero una studentessa.
"Odiare è una parola grande, secondo me le piaci tanto dato che ti tormenta." disse ridendo appena e alzai gli occhi al cielo, mi aggiustai meglio il trucco e dopo una buona mezz'ora arrivammo a destinazione.
"Mi tormenta eccome." dissi svogliata e non appena entrai dentro al locale mi rilassai subito per quanto fosse accogliente questo posto, era la prima volta che entravo e mi guardai attorno incuriosita, tutto era tranquillo e le persone stavano parlando tra di loro.
Lexie mi accompagnò da Alex e lo salutai divertita, quest'ultimo ci stava provando con la solita infermiera e risi.
Era incredibile, praticamente tutto il personale dell'ospedale veniva qui.
"Tequila, grazie." ordinai al barista che mi squadrò incantato ma si riprese dandomi subito il mio drink.
"Guarda a destra senza svenire." disse la mia amica e seguii il suo dito, Zulema era seduta in un tavolo con Saray e stavano scherzando tra di loro insieme ad altri chirurghi che conoscevo di vista.
La mora percepì il mio sguardo addosso ma prima che potesse beccarmi avevo già girato la testa, abbastanza sorpresa di trovarla qui.
Non l'avevo mai vista vestita così bene e stavo letteralmente tremando per quanto fosse affascinante e sensuale, al di fuori dalle vesti da chirurgo.
Pantaloni in pelle a vita alta, camicia di seta elegante con le maniche leggermente arrotolate e aveva i primi bottoni sganciati, facendo vedere le sue clavicole sporgenti e il collo magro.
Inoltre portava degli stivali altissimi, per non parlare dei gioielli costosi che indossava attirando l'attenzione di tutti.
Sembrava un'altra persona.
Porca troia.
"Ma la Zahir quanto è bella scusate?" disse Alex guardandola senza nessun tipo di pudore e non mi voltai.
Avevo già fatto troppe figuracce con lei.
"Tu vuoi proprio metterti nei guai." dissi ridendo e mi tolsi il capotto scoprendo il mio corpo slanciato, indossavo un top abbastanza scollato e non appena incrociai le gambe la mia coscia tonica si scoprii quasi del tutto a causa della gonna elegante che portavo.
Nemmeno io ero vestita male e alcuni sguardi erano su di me, dato che mi ero trasferita da poco.
"E tu invece? Lo vedo come la guardi." disse Alex avvicinandosi e mi squadrò incantato dalla testa ai piedi, sostenni il suo sguardo eccome e sbuffai.
Con lei non riuscivo proprio a guardarla negli occhi, mentre con gli altri sì.
"E come la guardo? Sentiamo." dissi sfidandolo e l'alcool stava scorrendo impetuoso nelle mie vene dato che stavo ordinando tanti shottini.
Zulema mi stava fissando e percepivo il suo sguardo tagliente su di me anche da lontano, era veramente assurda.
"Tu la vuoi tanto, biondina." disse il mio amico sfiorandomi il braccio e lo scansai.
"Ma stai zitto, non è vero." dissi alzando gli occhi al cielo e lui rise allontanatosi da me, non prima di avermi lanciato un ultima occhiata maliziosa.
Che idiota.
Ordinai ancora e decisi di alzarmi, barcollai leggermente a causa dell'alcol e due mani afferrarono la mia vita stretta.
Zulema mi appoggiò contro al bancone evitando di farmi cadere come un'idiota e arrossii leggermente nell'averla davanti.
Ero sconvolta dalla sua bellezza mozzafiato come ogni santissima volta.
I suoi occhi erano truccati come suo solito e fissai le sue labbra mordendo automaticamente le mie, vogliosa di lei.
"Qualcuno qui ha bevuto troppo." sussurrò sorridendomi autoritaria e fece scorrere lo sguardo lungo la mia scollatura sistemandosi i suoi capelli lunghi e neri, più lisci del solito.
Inspirai il suo profumo meraviglioso e tremai, non volendo staccarmi da lei.
Gli altri stavano parlando e Saray ci guardava divertita da lontano, ma la mora aveva lo sguardo fisso su di me.
"Non ho bevuto, Zulema Zahir." dissi ridacchiando e arricciai le labbra, ero schiacciata contro il bancone e avevo questa bellissima donna davanti a me.
Attaccata al mio corpo.
Mi stava mancando il fiato e le mie attività cerebrali stavano cedendo, la sua presenza non mi era irrilevante.
E non capivo perché non si staccava da me, limitandosi a guardarmi seria.
Non cedeva neanche sotto tortura.
"È una bugiarda, Macarena Ferreiro." disse lei ribattendo e sorrise, abbassai lo sguardo e accarezzai le sue braccia scoperte facendola sussultare appena.
Nel suo avambraccio aveva un piccolo tatuaggio ma prima che potessi vedere di cosa si trattasse spostò il braccio.
Quindi decisi di lasciar perdere e risi divertita perché ero mezzo brilla.
"Stasera è veramente stupenda." sbottai ad una certa guardandola e mi misi le mani davanti alla bocca ridendo.
"Oddio, mi scusi." aggiunsi subito e mi guardava divertita sfiorandomi piano i fianchi porgendosi poi verso di me.
"Beh, ho sentito di peggio.." sussurrò al mio orecchio e tremai appena, la sua voce era calda e il suo fiato riuscivo a percepirlo nel mio collo esposto.
Ci stava per caso provando per me?
"Come ad esempio il fatto che lei vuole scoparmi, sbaglio bionda?" continuò aderendomi ancora di più e il suo corpo mi imprigionava come niente.
Ero rossa in viso intimorita da lei e mi morsicai il labbro abbassando la testa, non riuscivo a guardarla negli occhi.
La sentii ridere piano staccandosi dal mio viso e mi alzò il mento, molto piano.
Come se avesse paura di toccarmi.
"La intimorisco?" disse guardandomi intensamente negli occhi e annuii, posando lo sguardo sulle sue labbra.
Volevo baciarla, sentirla gemere contro la mia bocca nel mentre che la facevo mia.
Ma era il mio capo, un chirurgo di fama mondiale e non potevo fare questi pensieri malsani su di lei.
Colpa dell'alcol, punto.
I suoi occhi neri mi scrutavano attentamente e con il pollice fece una leggera pressione nel mio labbro inferiore, percorrendolo piano.
Ma a stento mi toccava, e il fatto che io sentissi tutte queste cose nonostante la donna davanti a me non stesse facendo nulla, era a dir poco sublime.
"Zulema." sussurrai chiudendo gli occhi non appena serrò la mascella e abbassai nuovamente lo sguardo, non ce la facevo a reggere tutto ciò davanti a lei e mi guardai attorno nervosa.
Lexie era con un ragazzo e nel bancone c'eravamo solamente io e lei, questo locale aveva delle luci soffuse quindi non riuscivo a capire con chi stesse la mora.
Ma sicuramente frequentava chirurghi importanti dato il suo successo.
"Ragazzina, guardami negli occhi." disse piano e scossi la testa, sospirai ordinando altro alcool e sbuffò divertita.
"Non ce la faccio, a guardarla." sussurrai mettendo il viso di lato ed era vero, mi rendeva così debole.
Così vulnerabile.
Così maledettamente sua.
"Eppure non ti sei fatta nessun tipo di problema a dire quelle cose, no? Sono una donna più grande di te e queste cazzate non mi sono nuove." disse divertita e bevvi senza guardarla, mi maledii per aver detto quelle cose.
Ancora una volta doveva evidenziare la sua età e scossi la testa, sentendo un po' di capogiri ma stavo bene.
Ora il suo ego si ingigantiva ancora di più, accidenti alla mia ingenuità.
Si vedeva che non la conoscevo, non sapevo che mosse utilizzare perché lei aveva già anticipato tutto di me.
"Ho solo detto la verità, contenta?" sbottai bevendo la tequila tutto d'un fiato sbattendo poi il bicchiere nel bancone.
Mi stavo innervosendo perché amavo il suo tocco nella mia pelle, non mi interessava nulla nemmeno di Kayla.
Avevo lei nei miei cazzo di pensieri.
La spinsi leggermente e il mio respiro era scarso a causa sua, mi sentivo soffocare per come mi faceva sentire.
Zulema mi guardò furiosa non appena percorsi il corridoio che portava al bagno e mi lavai le mani con l'acqua gelida.
Barcollavo appena e la testa mi girava, ovviamente la mora mi aveva raggiunta e chiuse la porta con tanta forza.
"Stavamo parlando, è maleducazione andarsene in quel modo biondina." disse puntandomi il dito contro e sistemai la mia gonna a vita alta, toccandomi i miei capelli e sistemandoli tramite lo specchio insieme alla frangia.
"Cosa diamine vuole da me?" dissi perdendo la pazienza e scoppiò a ridere avvicinandosi ancora una volta.
Alzai gli occhi al cielo per il suo atteggiamento e serrò la mascella, forse questo mio gesto l'aveva infastidita.
E incominciai a tremare percependo le mie guance andare a fuoco, tanto.
"Se tu fossi mia, fidati che gli occhi al cielo col cazzo che li alzavi." mormorò furiosa e sorrisi per quanto fosse bella, era così potente rispetto a me.
Se tu fossi mia.
"E poi cosa farebbe?" sussurrai scivolando davanti al suo corpo dato che si stava lavando le mani e mi incantai guardandole, erano così curate ricoperte da anelli stupendi ed eleganti.
La guardai attentamente e non portava la fede, o anelli di fidanzamento.
Quindi, era una donna libera no?
"Non giocare con il fuoco." disse seria e la fissai dritta negli occhi, sfidandola.
"Altrimenti?" dissi sottovoce e sorrise leccandosi le labbra cercando di controllarsi, vedevo che si stava trattenendo da qualcosa di grande.
Ma non lo sapevo nemmeno io.
Rise appena guardandomi e si avvicinò, feci per toccarla ma afferrò i miei polsi bloccandomi subito.
Aveva pure dei riflessi impeccabili e questa volta il suo tocco era forte.
Ormai ero mezzo ubriaca e mi porsi verso di lei per catturare le sue labbra ma la mora mise il viso di lato, la mia schiena era contro al lavandino con forza.
Stavo impazzendo.
"Ragazzina, stai calma." sussurrò sensualmente stringendo di più i miei polsi per tenermi ferma e misi la testa di lato guardandola sorridendo.
Ma lei era maledettamente seria e mi scrutava come al solito, autoritaria.
"Perché mi tormenta così tanto?" dissi guardandola velocemente non riuscendo a reggere il suo sguardo e sospirò.
"Non ti sto tormentando, ti sto trasformando in quello che hai sempre desiderato ma tu non lo capisci." disse lentamente e mi incantai sentendo il suono della sua voce così basso.
Scattai in avanti volendo baciarla non riuscendo a trattenermi ma Zulema mi bloccò, non cedendo minimamente.
Incredibile quante figuracce stessi facendo, perdevo tutto il controllo.
"Hey." sussurrò sgridandomi seria e volevo toccarla un minimo ma mi bloccava con una forza incredibile.
"Non vuole cedere con me, eppure è qui attaccata al mio corpo." dissi ad un centimetro dal suo viso e il suo sguardo era posato sulle mie labbra.
Leccò automaticamente le sue ridendo appena e si avvicinò piano al mio viso sfiorando i nostri nasi, quasi.
Stavo uscendo fuori di testa e la mia pelle era ricoperta di brividi a causa sua, non mi era mai capitato nulla del genere.
Mordicchiai il mio labbro inferiore facendola mugugnare piano e con una mano sfiorai il suo collo magro ma evitò il mio tocco, per l'ennesima volta.
"Sei ubriaca vai a casa." sussurrò fissando il mio corpo con desiderio ma scossi la testa, avvicinandomi ancora di più fino a sfiorarle le labbra ma si staccò.
Sentii la mancanza del suo calore e mi guardò un ultima volta prima di andarsene, facendo rumore con i suoi tacchi a spillo, mostrandomi ancora una volta il suo corpo mozzafiato.
Che figlia di puttana, ed io ingenua.
Troppo ingenua.

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