19.

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"Parlare di cosa?" sbottai uscendo fuori dalla macchina e Zulema mi raggiunse, sbattendo la portiera con forza.
"Mi fai pure scenate di gelosia?" urlò arrabbiata ed era così bella mentre gesticolava, le sue vene del collo erano tanto evidenti ed era veramente nervosa.
"Mi dispiace, non volevo farlo ma cazzo quella la stava fissando okay?" urlai a mia volta e sembravo una sociopatica malata.
Zulema lanciò la bottiglia mezza piena al muro frantumandola in mille pezzi e si avvicinò a me, facendomi indietreggiare fino a farmi sbattere la schiena contro ad un muro poco distante da noi.
"Non sono la tua ragazza." incominciò puntandomi un dito contro e afferrò il mio viso con tanta forza.
Mi morsicai il labbro e annuii abbassando la testa, Zulema me la rialzò e i suoi occhi neri erano letteralmente infuocati.
Sembravano più scuri addirittura della notte che ci circondava.
"Perché il suo cuore non può essere aggiustato?" azzardai dopo vari secondi e si staccò dal mio corpo, calmandosi.
"Perché, vuoi sapere così tanto di me? Devi lasciarmi andare via, non posso darti ciò che vuoi." disse allontanandosi e dal suo capotto tirò fuori delle sigarette, ne accese una e inspirò piano sedendosi in una panchina poco distante da me.
Sospirai costatando che ci voleva davvero una pazienza assurda e decisi di avvicinarmi, mi sedetti sopra alle sue gambe senza pensarci due volte e buttò la cicca facendo uno sbuffo nervosa.
"Mi sono posta così tante volte questa domanda anche io, sa?" incominciai guardando il suo viso così bello, così segnato da tutta la sua autorità e potenza che bramavo con tutta me stessa.
"Voglio rendermi utile in questo mondo, per questo ho deciso di fare il medico e penso che tutti meritiamo di ricevere un po' di amore, tutto qui." continuai facendo spallucce e le sue mani afferrarono la mia vita stretta, piano.
"Mi dispiace se ho esagerato poco fa, ha ragione, io e lei non siamo niente. Sono troppo impulsiva ma dentro di me è esplosa tantissima rabbia, ma tanto lei può fare il cazzo che vuole." dissi ridendo appena con le lacrime agli occhi e Zulema sospirò, afferrandomi per il viso in modo tale da avvicinarmi.
"Scuse accettate, va bene." sussurrò con un pizzico di autorità e mi baciò come se, volesse fare pace con me.
Accarezzai il suo viso piano e le nostre lingue si intrecciarono lentamente, volevo che si aprisse tanto con me.
Volevo in qualche modo anestetizzare il suo dolore, curarlo lentamente.
Le sue mani forti finirono sui miei fianchi e li strinse saldamente nel mentre che il bacio si fece più passionale e le sue mani scesero sui miei glutei, che accarezzò.
"Cazzo." imprecò ansimando appena e mi eccitai vederla cedere un pochino, le morsicai piano il labbro e scesi lungo la sua mascella facendola rilassare.
E poi finalmente.. arrivai al suo collo.
Mi stava davvero dando il permesso dopo tantissimi tentativi.
Lasciai una scia di baci umidi e caldi e mise la testa di lato lasciandomi fare.
"Niente segni." disse subito mettendo le cose in chiaro e annuii leccandole la zona della giugulare molto piano, volevo marchiarla da morire e farla mia.
La mia mano andò nella sua coscia e strinsi appena facendola sussultare, notai dei piccoli brividi formarsi sulla sua pelle e inspirai il suo profumo meraviglioso.
Quindi, le facevo effetto un minimo.
Ma non appena allungai troppo le mani verso al suo corpo mi bloccò, subito.
"Ti accompagno a casa." disse velocemente con il fiatone e si alzò sconvolta, sistemandosi i capelli.
La raggiunsi mordendomi il labbro e mi sedetti al suo fianco, eccitata da morire.
Tentai di calmarmi ma più il tempo passava più il mio desiderio per lei aumentava a dismisura.
Zulema fece dei respiri profondi serrando la mascella e nemmeno in mezzo secondo riassunse il suo autocontrollo.
Mise in moto e le diedi l'indirizzo di casa, con la voce che mi tremava assai.
"Prima abitavo in quel quartiere." disse piano per rompere il ghiaccio e inarcai un sopracciglio confusa.
"Mi piace come posto, è molto vicino all'ospedale e sopratutto al centro di Madrid." mormorai guardando il finestrino e l'araba mi guardò appena.
Fissai il paesaggio rilassandomi ed era assurda la nostra situazione.
"Ecco, è questa ?" disse Zulema entrando nel mio parcheggio privato e annuii, tolsi la cintura e tremai dal freddo.
"Vuole entrare?" azzardai facendo un cenno verso casa mia e la mora annuì, scendemmo dalla macchina e cercai le chiavi di casa velocemente.
Zulema venne dietro di me e si appoggiò al muro osservando il tutto curiosa, era ancora più bella con quell'espressione in viso così autoritaria e dubbiosa.
Feci scattare la serratura e la casa era in perfetto ordine, vivendo da sola avevo buttato via tutte le cose di Kayla e l'appartamento era impeccabile come sempre senza nessuna cosa fuori posto.
"Whoa, carino mi piace!" esclamò la mora guardandosi attorno e mi tolsi il capotto a causa dei caloriferi attivi.
Era un attico normalissimo ed era anche fin troppo grande per me ma potevo permettermelo per ora e stavo bene.
"Cosa le offro? Sono quasi le dieci." dissi andando in camera per cambiarmi e mi infilai giusto una felpa oversize con i pantaloni della tuta sotto.
Non mi interessava del mio aspetto, volevo stare comoda e non tornavo a casa da tutto il giorno, ero tanto stanca.
"Cazzo vero, ho distrutto la bottiglia." sentii dire dalla mora e ritornai in cucina, sorrise appena vedendomi vestita così e arrossii di poco aprendo il mobile.
"Che strano vederti in questo modo." disse appoggiandosi nel bancone e nel farlo la sua scollatura si vede appena.
Se pensavo a ciò che avevamo fatto nel suo ufficio mi venivano i brividi.
"Perché strano?" dissi ridendo appena e afferrai due bicchieri nel mentre che mi squadrava dalla testa ai piedi, accesi le lucine soffuse e Zulema sorrise divertita.
"Non so, sei bella, tanto bella." disse leccandosi le labbra e mi ringraziò non appena le passai il bicchiere con la vodka che aveva richiesto.
Sorrisi per il complimento e mi appoggiai al bancone guardandola dolcemente, era bellissimo vederla in casa mia.
"Sembri ancora più piccola." disse ad un certo punto scoppiando a ridere e alzai gli occhi al cielo sedendomi nel divano, mettendo il broncio offesa.
Zulema mi raggiunse sedendosi e mise la testa di lato guardandomi seria.
"Hai alzato gli occhi al cielo, con me?" mi sussurrò a bassa voce e mi mordicchiai il labbro inferiore torturandolo piano.
Accidenti.
Mi aveva beccata in pieno.
"Quindi?" disse ancora e serrai la mascella scuotendo la testa, la sua mano si depositò sul mio fianco e con un colpo secco mi fece distendere lungo il divano.
Sgranai gli occhi tremando appena per come mi sentivo piccola e indifesa.
La guardai dal basso e si avvicinò al mio volto, osservandomi con quei suoi occhioni neri che amavo da morire.
Mi metteva tantissima paura, sembrava un leone pronto a sbranarmi.
"Ragazzina, cosa devo fare con te?" sussurrò facendo scorrere la mano sull'orlo della mia tuta e me la tolse.
Gettandola in terra come se non valesse assolutamente nulla, ero così sconvolta che non riuscivo a muovere un muscolo.
L'aveva sfilata come niente, il suo tocco era esperto da morire in confronto a me.
Io l'avevo detto da sempre che mi eccitava l'idea di provare qualcosa di diverso.
Con una donna più grande di me.
"Me lo dica lei." dissi stuzzicandola e guardò le mie gambe nude e snelle, era maledettamente seria e si alzò piano aprendomi poi le gambe per potersi infilare in mezzo.
Il suo seno premette contro il mio e avevo desiderato questo da secoli, vederla infilata così tranquillamente tra le mie gambe dominandomi con forza, era una cosa letteralmente sconvolgente.
E stava accadendo davvero.
"Cosa vorresti ora, Macarena?" mi domandò osservando il mio intimo e afferrò i miei polsi inchiodandoli nel divano per tenermi bloccata.
Allargai le gambe e la cintura dei suoi pantaloni premeva con forza sul mio interno coscia, sicuro mi avrebbe lasciato il segno se avesse continuando.
"Camera mia é in un'altra stanza, onestamente? Vorrei scopare con lei per tutta la cazzo di notte Zulema." dissi nervosa e non ce la facevo più.
Troppe provocazioni.
Troppe frecciatine.
Troppi baci rubati.
La volevo troppo e lei mi aveva evitata e rifiutata illudendomi tante volte.
Ed io ero solamente un'ingenua.
"Vuoi scopare con me?" disse estasiata nel sentirmi parlare così e annuii, stringendole piano la vita con le cosce.
Affondò le unghie sui miei polsi con un sorriso sulle labbra, e già mi stavo pentendo di averle confessato una cosa del genere quindi cercai di ragionare.
Ma come facevo a essere razionale se sopra di me avevo il mio capo?
"Mhm." mugugnò spingendo appena contro il mio bacino e mi uscii un gemito, inarcai di poco la schiena eccitandomi da morire nel vederla sopra di me.
"Ha distrutto la mia cazzo di bottiglia, non volevo pensare a niente." dissi serrando la mascella e la sua mano finì sulla mia gola che strinse un pochino.
Cazzo, voleva proprio dominarmi e già conosceva i miei punti deboli.
"L'alcool non risolve nulla, sai?" disse seria e si allontanò appena dal mio corpo, ma rimase ancora sopra di me.
"Lei ha detto che mi avrebbe aiutato a dissolvere un po' il dolore, lo faccia." dissi sfidandola e sorrise appena, chinandosi verso al mio viso e sfregando le labbra contro alla mia guancia.
"Lo farò, ma non così." disse ad un centimetro dalle mie labbra e accarezzò la mia coscia snella per poi stringerla.
Sussultai appena e mi guardava quasi come se avermi potesse spezzarla in due, lei era il mio capo ed io una nullità.
"Come allora? Perché ho una voglia matta di sentirla dentro di me." sussurrai cercando di baciarla ma allontanava il viso sempre.
Facendomi quasi piangere dal fastidio.
"Devi essere consapevole di ciò che provi nella tua vita, perché tutto può ribaltarsi in un attimo. Cosa volevi? Una sbronza? E poi? Il dolore lo devi sentire scavarti l'anima, le ossa, deve renderti viva bambina." mi spiegò seria e per quanto io la odiassi amavo tanto parlare con lei.
Anche della cosa più banale del mondo.
"Chiede spesso cosa vogliono gli altri, ma lei invece cosa vorrebbe ora?" dissi spiazzandola con la mia domanda e sorrise appena, scuotendo piano la testa.
"Perché ti interessa?" disse accarezzando piano la mia coscia nuda e mi lasciò una mano, che affrettai a portare nel suo braccio e accarezzarlo.
"Mi importa di lei." dissi senza pensarci due volte ed era maledettamente vero.
La mia mano scivolò lungo la sua vita e gliela strinsi, allargando ancora di più le gambe in modo tale che potessi stringerla meglio, contro di me.
"Cazzo, ti stai scavando la fossa da sola sai? Devi scappare da me." disse ad un centimetro dal mio viso e alzai di poco la testa lasciandole un bacio casto.
"Scappiamo insieme." sussurrai mordendomi il labbro e inarcai di poco la schiena togliendomi la felpa, mi guardò divertita e rimasi in intimo.
Da quando prendevo così tanto l'iniziativa con lei? Ero così disperata? Non mi riconoscevo più.
Il suo sguardo vagò in tutto il mio corpo e si leccò le labbra, mugugnando piano.
"Inutile dire che sei bellissima." sussurrò baciandomi la guancia e scese verso al collo leccandomelo piano, mi marchiò come suo solito e si dedicò al mio seno che baciò e toccò piano.
"Zulema, per fav-" dissi gemendo e inarcai la schiena mordendomi il labbro, non riuscivo neanche a parlare per tutto ciò che mi stava facendo provare.
Mi baciò un attimo dopo e intrecciai la lingua con la sua con molta passione, strinsi leggermente i suoi capelli per non farla staccare da me e sorrise.
"Piccola, stai ferma." sussurrò contro alla mia bocca e mi tirò piano il labbro.
Mi aveva dato un nuovo nomignolo e il modo in cui lo diceva era bellissimo.
Si alzò piano le maniche della sua camicia lentamente, in modo serio.
La guardai estasiata e si sbottonò i primi bottoni facendomi intravedere il suo intimo mozzafiato che volevo stracciarle di dosso, per poi farla mia.
Ritornò sopra di me e mi spalancò le cosce per infilarsi con forza, tremai come una foglia e mi sentivo così tanto sua.
Ma non vedevo neanche il minimo cedimento da parte sua e questa cosa mi faceva stare maledettamente tanto male.
"L'errore più grande della tua vita è sicuramente quello di volermi." sussurrò abbassandomi di poco gli slip e lo stomaco mi faceva male dall'ansia.
"Non è forse quello di amare?" dissi seria per poi leccarle il labbro e morderglielo possessivamente, forte.
"Anche, sei un casino totale." disse ridendo appena e incominciò a baciarmi l'addome guardandomi dritta negli occhi.
I suoi baci erano umidi e caldi, precisi e maledettamente sensuali, distesi i muscoli rilassata e i suoi denti mordicchiarono le mie costole evidenti.
Mi fissò mordendo piano un lembo di pelle sulla mia pancia e rise sentendo i miei ansimi insieme al respiro accelerato.
La vidi portarsi i capelli all'indietro e inarcai la schiena affondando le unghie sulle sue spalle, per spingerla in mezzo.
"Come siamo impazienti qui." sussurrò facendo scorrere la lingua in tutta la lunghezza del mio seno e tremai.
Maledetta stronza, provocatrice.
Chiusi gli occhi gemendo e i suoi baci erano così caldi, come se volessero lacerarmi la pelle con un colpo solo.
"Non posso perdere il controllo così." mi sussurrò ad un certo punto baciandomi la coscia e mi vennero le lacrime agli occhi dall'eccitazione, risalì sopra di me e piagnucolai cercando le sue labbra.
"Perché? Non è una cosa negativa." sussurrai baciandola dolcemente e scosse la testa serrando la mascella, sospirò pesantemente e cercai di abbracciarla ma era glaciale.
Volevo stringerla così forte fino a farle mancare tutto il fiato che aveva in corpo.
Si accoccolò quasi nell'incavo del mio collo e lo baciò facendomi sorridere, le accarezzai le spalle dolcemente e allacciai le gambe attorno alla sua vita per non farla scappare perché sapevo che l'avrebbe fatto per non darmela vinta.
"Se le proponessi di rimanere qui con me stanotte accetterebbe?" sussurrai giocherellando con una ciocca dei suoi capelli neri e rise contro alla mia pelle.
"No bambina, scordatelo." disse dandomi un lungo bacio sulle labbra e misi il broncio accarezzandole il viso.
Amavo tracciare i suoi lineamenti.
Era troppo bella.
La guardai come un'idiota e la sua mano vagò nel mio interno coscia che accarezzò facendo dei piccoli cerchietti.
"Mi faccia sua." sussurrai contro la sua bocca e la sua mascella era contratta da morire, appoggiò la fronte contro la mia e strinse poi il mio fianco.
"Mhm." mugugnò sfregando le labbra contro le mie ma scosse la testa.
"Perché? Zulema." la richiamai lasciandole dei piccoli baci e la strinsi a me facendola sussultare per la mia forza.
Ero forte anche io, tantissimo.
"Una scopata come tante altre, non sono semplice da avere come dici tu." disse accarezzandomi la mascella e sospirai mordendomi il labbro.
"Non morderti il labbro, piccola." sussurrò poi alzando gli occhi al cielo e mi baciò con passione, si mosse appena contro la mia intimità e la cintura mi fece male da morire ma era un dolore che mi rendeva lucida, mi faceva eccitare.
Mi rendeva consapevole del fatto che lei era qui sopra di me, io mezzo nuda.
Abbassò le spalline del mio reggiseno e sogghignò, abbastanza divertita.
"Ricordi nel mio ufficio? Eri estasiata." sussurrò con voce sensuale e arrossii coprendomi il viso con le mani, Zulema rise e baciò la mia spalla nuda.
"Il mio piccolo terremoto." mormorò accarezzandomi il fianco e la baciai dolcemente, sorridendo contro le sue labbra sperando che si lasciasse andare.
"Per favore." sussurrai mordendole il labbro per punirla e sospirò serrando la mascella, la volevo troppo.
"Rivestiti." disse un attimo dopo e si tolse da sopra di me, sgranai gli occhi toccandomi il viso frustrata e eccitata.
"Fanculo." dissi serrando le gambe e mi sedetti infilandomi la felpa percependo dei brividi assurdi a causa sua.
Zulema rimase in silenzio abbottonandosi la camicia, ero letteralmente senza fiato.
Con il cuore a mille, tantissimo.
"Non posso portarmi a letto una mia specializzanda, è poco professionale." mi sussurrò abbassandosi le maniche della camicia e sospirai, annuendo piano.
"Ha ragione, ma.." dissi alzando la testa scoprendole il collo e mi fissò, severa.
"Ma, cosa?" disse guardandomi dritta negli occhi ma io fissai le sue labbra.
"Non lo so." dissi alzandomi di scatto e camminai nervosamente sotto al suo sguardo, incredibile come avesse cambiato atteggiamento rifiutandomi.
Si alzò in tutta la sua altezza e mi cinse la vita da dietro, spingendomi piano nel bancone per bloccarmi saldamente.
"Vorrei, ma non posso bionda." sussurrò al mio orecchio sospirando e abbassai la testa, annuendo piano.
Mi voltai verso di lei alzandomi sulle punte e si inchinò sorridendomi seria.
"Rispetto la sua scelta, ma non posso frequentare un'altra quando voglio lei." ammisi timidamente ed era così vera questa affermazione che tremai.
"Provaci, bambina." sussurrò baciandomi dolcemente la fronte ma scossi la testa cercando le sue labbra.
Mi lasciò un bacio casto e si staccò alzando le sue mura come niente, si infilò il capotto al volo e controllò il suo telefono rispondendo a vari messaggi.
Come se non stesse per scoparmi nel divano di casa mia, era assurda.
La guardai come un'idiota e si portò una sigaretta alle labbra, stava per accadere davvero ma Zulema aveva deciso di non cedere con me e non penso che l'avrebbe mai fatto al 100%.
Cosa diavolo dovevo fare?
"Vado, ci vediamo domani." disse avvicinandosi e alzò una mano per afferrarmi il viso, fece per baciarmi ma misi la testa di lato letteralmente ferita.
Sospirò e annuì capendo perfettamente il mio comportamento, ma comunque si abbassò alla mia altezza e mi lasciò un lungo bacio sulla guancia.
Non la guardai andarsene altrimenti sarei crollata e non dovevo farlo.
Mai.

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