3.

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Tornai a casa molto tardi e sorrisi notando la mia ragazza seduta nel divano, mi avvicinai e le lasciai un bacio sulle labbra che venne approfondito.
Mi era mancata da morire e oggi il pronto soccorso era molto pieno, non avevo mai lavorato così tanto ed ero esausta.
"Hai fatto tardi." disse Kayla contro la mia bocca e mi lasciai guidare in camera da letto nel mentre che stringevo i suoi capelli, facendola gemere piano.
"In ospedale c'è tanto lavoro da fare e il mio capo non smette di tormentarmi affidandomi tutti casi incredibili. E poi è stato il mio primo giorno." dissi innervosendomi e non capivo perché ogni santa volta doveva evidenziare il fatto che stessi lavorando così tanto.
Cosa si aspettava?
Zulema dopo quella conversazione avvenuta, di punto in bianco aveva cambiato atteggiamento nei miei confronti ed era diventata ancora più fredda e autoritaria del solito.
Non riuscivo a capire a quale gioco stesse giocando ma non mi doveva interessare anche se nella mia mente avevo impresso i suoi occhi neri.
Che avevano una forza al di fuori dal normale ed ero curiosa di sapere cosa nascondevano di così tanto grande.
Questa donna era un mistero a dir poco stupendo, ma una parte di me mi consigliava di lasciarla perdere.
Per il mio bene.
"Non mi stai neanche ad ascoltare, sai che ti dico? Buonanotte ti lascio riposare, visto che sono irrilevante." disse la ragazza sopra di me furiosa e sbuffai, da quando si era trasferita con me non aveva fatto che lamentarsi di ogni minima cosa e la situazione era pesante.
Mi sentivo soffocare tanto.
Per il momento decisi di non pensarci e andai in bagno per farmi una doccia rigenerante sperando di recuperare le mie ore di sonno arretrate.
Il mio rapporto con Kayla stava precipitando nella rovina più totale.
Nemmeno mi ero accorta che mi stava parlando perché la mia mente era occupata letteralmente da Zulema.

16:00 p.m, tomorrow.

Mi legai i capelli sfogliando il mio libro di anatomia e chiusi gli occhi sospirando, il pronto soccorso per il momento era tranquillo e avevo deciso di studiare.
Non volevo stare indietro e stavo tentando da tutta la mattina di cercare di chiamare Kayla ma non rispondeva.
"Ciao, ti ho trovata." disse Lexie sedendosi al mio fianco insieme ad Alex e ultimamente stavamo legando di più.
", sono qui da un bel po' voi tutto bene?" sussurrai esausta e Alex mi porse una tazza di caffè, lo ringraziai e bevvi piano rilassandomi un minimo.
"Io , Alex un po' meno perché è stato ripreso da Zulema poco fa." disse Lexie ridendo e mi vennero i brividi nel sentire quel nome.
Nascosi il mio imbarazzo tramite la tazza e bevvi cercando di calmarmi, non l'avevo ancora vista e sembrava che mi stesse evitando apposta.
Di solito faceva delle battutine provocandomi ma era cambiata con me, se era di cattivo umore sfogava il suo nervosismo con il mondo e avevo paura.
Doveva sempre rimarcare il suo ruolo.
"Oh andiamo! Qui è pieno di belle ragazze quindi perché non divertirmi?" disse lui e scoppiai a ridere incredula.
"Zulema è molto bella invece, anche se la trovo molto intimidatoria." sbottai senza accorgermene e i miei amici mi fecero un sorrisetto malizioso sorpresi.
Ma che diavolo stavo dicendo?
"Sei fidanzata biondina, vorresti fartela? Qui la vogliono tutti e non sai che voci mi sono arrivate su di lei." disse Alex dandomi una gomitata amichevole e alzai le mani ridendo.
Dovevo starne fuori.
"Mi eccita tanto l'idea di provare un'esperienza diversa con una donna più grande di me, quindi vorrei farmela ma chi non lo vorrebbe? Io e Kayla stiamo litigando spesso e mi sto stancando, mi urta da morire." dissi mordendomi il labbro al solo pensiero della mora ed era assurdo che io stessi immaginando queste cose quando ero fidanzata da quasi 4 mesi con un'altra persona, ma era più forte di me.
Ma perché allora la mia mente non riusciva a smettere di pensarla?
Perché mi interessava così tanto una donna che non conoscevo nemmeno?
Lexie imprecò sottovoce non appena sentì le mie parole e notai che stava guardando dietro di me.
Alex si alzò di scatto insieme a lei lasciandomi da sola e non appena mi voltai vidi Zulema appoggiata nello stipite della porta con un'espressione incredula.
"Cazzo." sussurrai toccandomi il viso e mi accorsi che aveva sentito tutto.
Fino all'ultima parola.
Ora mi licenzia sicuro, a causa mia.
"Il linguaggio, biondina." sbottò avvicinandosi e si mise davanti a me incrociando le braccia al petto, oggi era più bella del solito e i suoi occhioni neri mi mettevano tantissima paura.
Non l'avevo vista per tutta la mattinata e a quanto avevo capito aveva svolto alcune interviste, per la sua ricerca.
Ma ora era qui e avevo fatto una figuraccia a dir poco enorme.
"Mi scusi, quello che ha senti-" dissi in panico e mi vennero le lacrime agli occhi sperando che non mi licenziasse.
"Spero che non accada più, mi segua." disse furiosa e mi alzai subito in piedi bevendo il caffè tutto d'un fiato appoggiando il libro in un posto sicuro.
Notai Amelia sorridermi scuotendo la testa divertita e mi fece l'occhiolino facendomi arrossire lievemente.
Ultimamente mi sorrideva spesso e avevo avuto l'onore di osservarla dalla galleria e amavo come operava.
Tutti qui dentro erano eccezionali.
I miei occhi si posarono sulla donna davanti a me e notai che ogni qualvolta che incrociava lo sguardo di qualcuno tutti avevano il terrore di parlarle.
Era pura attrazione la sua e manteneva sempre la sua andatura sicura e tesa.
Ma in realtà non era tesa anzi, era sublime il modo in cui aveva il controllo, anche nel parlare o nel gesticolare.
"Deve ringraziare che io non l'abbia licenziata perché sta infrangendo non so quante regole del protocollo." sbottò facendomi sobbalzare e serrai la mascella prendendo un lungo respiro.
Eravamo in un laboratorio deserto e chiuse la porta, tremai sul posto ma la guardai scusandomi con lo sguardo.
Voleva parlare con me e sicuramente non dare troppo all'occhio, davanti a tutti.
Ero pur sempre una specializzanda, e lei il capo di questo ospedale.
Anche la minima cosa apparteneva a lei.
"Non so davvero come scusarmi, non era mia intenzione crearle nessun tipo di disturbo con le mie parole." dissi arrossendo e la vidi avvicinarsi con uno sguardo a dir poco arrabbiato.
Il suo viso era ad un centimetro dal mio e vederla così tanto da vicino era ancora più bello, la sua bellezza era un qualcosa di letteralmente raro e strabiliante.
Ma sembrava che non avesse origini spagnole quindi guardai bene i suoi lineamenti che le facevano mostrare un'età inferiore rispetto alla sua.
"Se voglio tormentarla posso farlo benissimo, lo incida bene in mente. Ma se c'è una cosa che odio è quando gli altri parlano di me in mia assenza, se vuole dirmi qualcosa può benissimo venire nel mio ufficio e parlamene. Non tollero questo comportamento alle mie spalle, intesi bionda?" disse guardandomi dritta negli occhi e sostenni il suo sguardo eccome, un po' in ansia.
Il suo tono di voce era scontroso e la mia salivazione scarseggiava sempre di più perché il suo profumo era un punto debole, era troppo buono e attraente.
"Perché sta facendo la ramanzina solo a me? Non ero da sola, o si diverte proprio nel vedermi così, non è vero?" dissi provocandola e mi morsicai la lingua perché come al solito avevo esagerato con le parole ma quando si trattava di lei era più forte di me non..
Sottomettermi del tutto.
"Perché tu hai messo la fottuta ciglieggina sulla torta non trovi? E poi se ti tormento dovresti prenderlo come un punto di forza. Smettila di lamentarti perché se parlo con tutti ma non con te è considerato come uno dei complimenti più belli." disse sarcastica e la odiavo da morire quando faceva così la stronza.
Con me sopratutto, perché vedevo come trattava gli altri e a me punzecchiava.
Troppo.
"Wow, bel complimento allora." dissi incredula dalle sue parole e rise appoggiandosi su un banco davanti a me, incrociando le braccia al petto seria.
Stare sola con lei mi rendeva vulnerabile ma da una parte mi piaceva perché sembrava che per un momento abbassasse un pochino la sua corazza.
Ma era tutta un'illusione.
Non la conoscevo proprio per niente.
Ma lei non mi conosceva, peccato che ogni qualvolta che mi guardava io automaticamente le raccontavo di me.
E mi odiavo per questo.
"Da cosa esattamente? In ogni caso le tue parole non mi hanno colpita affatto quindi rassegnati e stai con la tua ragazza che a quanto ho capito ti sta dando problemi, o sbaglio?" sbottò con un tono acido e mi accigliai non credendo che mettesse in mezzo una cosa del genere, che stronza.
"Non sono affari che le riguardano." dissi serrando la mascella e odiavo quando si mettevano in mezzo cose private senza il mio consenso.
"Sei tu che hai parlato troppo." disse con calma e non voleva neanche darmi la soddisfazione di vederla arrabbiata.
"L'ho detto così, senza pensarci. Sono troppo impulsiva e non volevo dirle veramente quelle cose, sono felicemente impegnata da mesi." le spiegai abbassando la voce dato che mi stavo scaldando e Zulema rise divertita.
Che bugiarda, io felice con Kayla? No.
Zulema rimase al suo posto rilassata e il suo era un sorriso stupendo, troppo.
Era veramente troppo affascinante che già percepivo le guance andare a fuoco.
"Ti ho ascoltata bene, beh, ho quasi 45 anni mentre tu a malapena 30. Quindi capisco che vuoi fare delle esperienze nuove, ma peccato che le gambe le apro solo a chi voglio io." disse seria e la fissai dritta negli occhi, sospirai chiudendo gli occhi e abbassai lo sguardo serrando la mascella.
"È fidanzata anche lei?" azzardai sperando che mi potesse raccontare di più ma sul suo volto aveva un sorriso sulle labbra a dir poco bello, ma stronzo.
"Troppe domande qui, non trovi?" disse serrando la mascella e mi avvicinai mettendomi giusto davanti al suo corpo.
"Ha detto lei stessa che se volevo chiederle una cosa, potevo farlo." dissi provocandola e i suoi occhi neri brillavano come non mai, a quanto avevo sentito nessun specializzando osava rivolgerle la parola per la sua autorità.
Ma io amavo farmi del male, troppo.
"Touchè, perché sei così interessata? Pensi davvero che io mi lascerei scopare, da te? Bionda, se fossi al tuo posto mi concentrerei su altro. Diventare chirurgo non è semplice, sei all'inizio di tutto quanto. Di ragazzine come te qui dentro è pieno, posso scoparmene a bizzeffe." disse guardandomi seria e quella affermazione mi spiazzò completamente, mi aveva colto alla sprovvista ma la cosa più disastrosa era che nemmeno io lo sapevo perché ero così tanto curiosa.
Perché non le rispondevo?
Boccheggiai leggermente sotto al suo sguardo penetrante e tremai, tanto.
Non ero una ragazzina.
Aprii la bocca per risponderle ma i miei occhi erano talmente innondati di lacrime che tossii piano per la gola, infuocata.
"Deludente Ferreiro, maledizione. Vuoi portarmi a letto ma guardati, non riesci neanche a sostenere una conversazione con me, cazzo." disse scoppiando a ridere e stavo per vomitare per la figuraccia che avevo fatto.
Volevo tanto dirle che si sbagliava di grosso ma non lo feci, non avevo il coraggio di affrontarla perché mi aveva già distrutta senza nemmeno sforzarsi.
Le sue parole in qualche modo erano riuscite e farmi stare tremendamente male, non volevo che lei pensasse questo di me perché non lo ero.
Rimase al suo posto guardandomi con quei suoi occhioni neri truccati alla perfezione e nemmeno la guardai, uscii velocemente dal laboratorio ma sentivo i suoi tacchi alle mie spalle.
Richard ci vide e mi guardò stranito ma lo scansai dato che alcune lacrime mi stavano rigando il viso perché con lei non volevo sbagliare nemmeno un po'.
Fanculo a tutto quanto.
Mi rifugiai in bagno e strinsi i bordi del lavandino con tantissima forza, fino a farmi sbiancare le nocche sperando di calmarmi ma era impossibile.
Avevo gli occhi arrossati e quel poco di mascara che avevo, era tutto colato.
Ero un disastro come al solito e aveva ragione, come poteva stare con una come me? Che figuraccia assurda.
E il bello che ero fidanzata con Kayla.
"Whoa, che succede qui?" disse una voce alle mie spalle e alzai la testa trovandomi una Saray Vargas.
"Nulla, mi scusi." dissi togliendomi il trucco colato ma la donna alle mie spalle scoppiò a ridere per la mia frase.
"Ti prego, odio queste formalità e dammi tranquillamente del tu. Vediamo un po', la mia migliore amica ti ha fatto per caso piangere?" disse stringendomi la spalla amichevolmente e sospirai, annuendo piano.
Non sapevo di chi fidarmi qui dentro ma questa donna mi tranquillizzava.
"Ah, Zulema è una stronza e prima ci fai l'abitudine meglio è, per te. Ti do un consiglio, per non farti odiare da lei devi sorprenderla spesso. Lei ama le menti brillanti ma sopratutto chi si impegna sempre. Tantissime persone hanno lasciato questo ospedale ma non so perché tu mi dai l'impressione di essere diversa. Quindi, non mollare biondina e fai vedere a quella figlia di puttana che si sbaglia con tutta se stessa!" esclamò facendomi l'occhiolino e ridacchiai per il suo atteggiamento così solare.
Era simpatica e le sue parole mi rimasero bene a mente perché era forse una delle poche persone che la conosceva bene.
Per quello erano migliori amiche e il loro rapporto era così legato, sembravano sorelle talmente si volevano bene.
Le invidiavo.
"Grazie mille, Saray." dissi dolcemente e la donna mi sorrise, guardandosi attorno sperando che non ci fosse nessuno che potesse sentirci.
E mi promisi che di questa discussione avvenuta non ne avrei parlato con nessuno, per evitare un'infinità di casini.
"In qualche modo l'hai colpita, vedo come le tieni testa e devi sfruttare questa cosa a tuo favore. Non oltrepassare troppo la sua linea, so che è una donna complicata ma se glielo permetti può darti tantissimo. Zulema é così glaciale per tantissime cose ma è brillante, la sua mente è troppo grande per questo mondo." sussurrò allontanandosi e prima che potesse scomparire dalla mia vista, mi diede un'altro consiglio e la mia curiosità aumentò.

"Sta a te conoscerla, studiala come se fosse il caso clinico più complicato di tutta la tua carriera da chirurgo."

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