9.

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madrid, 18:30 p.m.



Sfilai lo stetoscopio dal mio collo e mi inchinai appoggiando una mano sulla spalla del mio paziente.
"Faccia un bel respiro profondo." dissi seria e non appena lo fece percepii un suono che non mi piaceva per niente.
Mi voltai verso Miranda e le feci un cenno con la testa, sfilandomi i guanti.
"Sento del liquido nei polmoni, respiro corto, deve essere operato." le spiegai e la donna davanti a me annuì prenotando subito la sala operatoria.
"Vieni con me, Ferreiro?" disse autoritaria ma scossi la testa, dovevo studiare.
"Ho un esame tra due giorni." sussurrai con un tono di voce basso e Miranda mi sorrise tranquillizzandomi.
Afferrai i libri ed ero stremata da tutto il lavoro che stavo facendo, non avevo smesso di pensare un attimo al bacio di Zulema, volevo vederla.
Sospirai sedendomi e mi accorsi che Amelia mi aveva dato il compito di consegnarle un cartella clinica.
"Maledizione." sussurrai legandomi i capelli e mi morsicai il labbro nervosa.
Dovevo andare nel suo ufficio.
Percorsi il corridoio con le cartelle in mano e non appena bussai la sua voce calda mi fece tremare sul posto.
Entrai timidamente e la vidi digitare alcune cose al computer ma non appena chiusi la porta i suoi occhi neri si scontrarono con i miei verdi.
Nessuna emozione.
Zero.
Come sospettavo d'altronde, non potevo pretendere chissà cosa da lei.
"Desideri?" disse autoritaria e serrai la mascella avanzando con passo lento e con cautela appoggiai il tutto sulla sua scrivania.
"La Shepherd ha dato a me il compito di consegnarle queste stamattina." dissi indicandogliele e la mora inarcò un sopracciglio innervosendosi.
"Perché cazzo me le consegni ora?" sbottò afferrandole e le lesse velocemente, tremai per il suo tono di voce e mi toccai il viso nervosamente.
"Ho passato tutto il giorno in pronto soccorso e non ho avuto tempo, mi è sfuggito dalla mente a dir la verità." le confessai con la voce tremolante e Zulema fece un sorrisetto strano.
"A cosa stavi pensando, mhm?" mormorò sensualmente e serrai le gambe per come mi faceva eccitare sentirla parlare in questo modo nei miei confronti.
"Lo sa, vuole che glielo dica?" sbottai innervosendomi e mi faceva terribilmente arrabbiare il fatto che voleva sentirsi dire tutto, per ingigantire il suo ego.
"Se pensi che per me il bacio ha significato qualcosa ti sbagli di grosso, l'ho fatto perché mi andava, tutto qui." disse alzandosi dal suo posto facendo spallucce e sgranai gli occhi incredula, serrai la mascella con una forza di autocontrollo mai vista prima d'ora.
Ecco appunto, non gliene fregava nulla quindi dovevo mettere da parte le mie emozioni affinché creassi problemi.
Era solo uno stupido bacio insignificante.
"Amelia mi ha detto che le cartelle cliniche può tenerle fino a quando non le legge tutte, decida lei." dissi sorridendole cambiando atteggiamento ma dentro stavo morendo.
Per me aveva significato eccome.
Purtroppo.
Zulema boccheggiò leggermente nel vedere che avevo evitato la sua affermazione e si avvicinò verso di me.
Arrivò ad un centimetro dal mio viso ma prima che potesse parlarmi le voltai le spalle e la salutai, uscendo dall'ufficio.
Ritornai in laboratorio per studiare e fortunatamente era vuoto, afferrai il libro e studiai per almeno tre ore fino a quando il mio cerca persone non suonò.
Scattai in piedi afferrando lo stetoscopio e corsi in pronto soccorso, notando anche i miei amici correre nello stesso punto letteralmente in panico, come me.
Zulema sorrideva divertita e Lauren era al suo fianco, se la stava mangiando con lo sguardo e notai che l'aveva fatto apposta ad attirare i nostri cerca persone.
Sicuramente voleva parlarci.
"È uno scherzo?" disse Jackson con il fiatone e notai la bionda lanciarmi un'occhiataccia a dir poco gelosa.
"Avery, usi ancora quel tono con me e non vedrà la sala operatoria per un mese intero." disse l'araba con un tono di voce autoritario e abbassai la testa.
Non riuscivo a guardarla in faccia.
Non in questo modo.
Non dopo quello che era successo e la bionda al suo fianco si accorse che qualcosa tra di noi, era successo.
"Vi ho convocati qui per il caso clinico che vi ho mandato via email, 1 ora fa." disse divertita e tutti sgranarono gli occhi, controllando i loro tablet.
Tranne me.
"Lei non guarda, signorina Ferreiro?" disse Lauren stuzzicandomi e i miei occhi verdi si posarono sui suoi azzurri.
Non dovevo cedere.
"No, perché ho letto il caso poco fa." le risposi con un sorriso da stronza sulle labbra e Zulema soffocò una risatina.
"E di cosa si tratta? Posso interrogarla anche io o ci sono dei problemi?" disse Lauren guardando la mora con occhi sognanti ma lei guardava me.
Con uno sguardo impassibile e serio.
"Nessun problema, tutta tua tesoro." disse l'araba sfiorandole la spalla e sussultai per quel gesto, Lexie si accorse dei miei occhi lucidi ma rimasi seria.
"Molto bene, dimmi tutto quello che sai sulle sindrome di Gilbert allora." disse Lauren leggendo il caso nel tablet e presi un lungo respiro profondo, volevo usare un tono di voce pacato.
"D'accordo, la sindrome di Gilbert è una patologia benigna del fegato che si manifesta con iperbilirubinemia, non coniugata a trasmissione genetica che può essere sia dominante sia recessiva a seconda del tipo di mutazione che ha interessato il gene." incominciai guardandola dritta negli occhi e Zulema incrociò le braccia al petto.
Quasi divertita nel vedermi in questo stato con la sua "fiamma" che si portava a letto praticamente tutte le notti.
"La sindrome è abbastanza diffusa nella popolazione, più frequentemente nel sesso maschile ed è dovuta a un difetto dell'enzima di coniugazione epatica glucorosiltransferasi la cui attività risulta ridotta del circa 30%. Ne consegue che il normale processo di coniugazione della bilirubina a livello epatico è diminuito con successivo accumulo di bilirubina non coniugata." continuai lentamente senza smettere di guardarla in viso e Meredith si bloccò volendomi sentire eccome.
"Cazzo, è fantastica." disse uno specializzando del primo anno e Zulema gli lanciò un'occhiataccia infastidita.
"Ciononostante, la malattia si manifesta solo in determinate condizioni di stress psico-fisico ovvero: digiuno, influenza, ipoglicemie, ciclo mestruale, mancanza di sonno, interventi chirurgici, assunzione di alcuni farmaci, sport ed è quasi sempre diagnosticata per caso a seguito di esami ematochimici prescritti per altre ragioni." dissi posando poi lo sguardo sulla mia regina araba che era sconvolta e infastidita nel vedermi così preparata e seria.
"Nella maggior parte dei casi, infatti, la sindrome è completamente asintomatica o può portare a crisi itteriche lievi/moderate e fluttuanti che non durano a lungo e che sono appunto scatenate da altri fattori. Anche se la patologia è presente sin dalla nascita, la diagnosi avviene quasi sempre in età adolescenziale quando la produzione di bilirubina è aumentata: sarà necessario eseguire emocromo completo, esami della funzionalità epatica e bilirubina per averne certezza." dissi facendo un sospiro divertita e Lauren strinse con forza il tablet nelle sue mani.
"Il trattamento invece?" sbottò acida e Zulema si toccò il viso nervosamente, per poi scrutarmi con quei suoi occhioni neri.
"Essendo completamente innocua, la sindrome di Gilbert non necessita di alcun trattamento se non un adeguato stile di vita atto alla prevenzione delle crisi itteriche." conclusi spiazzandola completamente e Alex mi diede una pacca sulla spalla, divertito da tutto quanto.
Zulema fece per parlare ma ad un certo punto Meredith venne davanti a me guardandomi a dir poco estasiata.


"Ti aspetto in sala operatoria, vieni."

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