50.

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Erano le 5 di sera e la mia guancia era appoggiata sulla spalla della mia regina araba, in tutto il suo splendore.
Il mio sguardo era fisso sul cammino davanti a me e un fuoco enorme ardeva come non mai, riscaldandoci.
L'avevo di nuovo fatta mia e i nostri corpi erano uniti dopo un lungo pomeriggio fatto di tanto piacere, grazie a lei.
Stavo bene.
Ma la cosa che importava più di tutte era assolutamente il fatto che lei si fosse confidata con me, raccontandomi dei piccoli aneddoti sulla sua vita.
Un passo alla volta.
"Hey." sussurrai notando che si era svegliata e le lasciai un piccolo bacio sulle labbra, facendola sorridere divertita.
"Quanto cazzo sei bella." aggiunsi dopo mezzo secondo e i suoi capelli erano sparsi nel mio cuscino, scompigliati.
"Tu, sei così mia." mugugnò sgranchendo i muscoli e accarezzò la mia schiena nuda molto piano.
Appoggiai la testa sul suo petto e la guardai dal basso, alzai un dito e tracciai i suoi lineamenti molto piano.
Sorrisi incantata e sfiorai piano la sua mascella non realizzando che fosse qui con me in carne ed ossa.
"Che fai?" sussurrò notando il mio sorrisetto in viso e sbuffò divertita.
"Ti sto studiando." sussurrai mettendo il broncio e passai alle sue clavicole evidenti che baciai molto lentamente.
"Sono un caso interessante?" disse con un tono di voce sensuale e volevo appagarla da morire.
"Il più misterioso e intrigante." mormorai baciandole il seno piano e la sua pelle era ricoperta dai brividi.
Allargai le sue cosce curiosa di sentire il suo sapore ma mi bloccò scuotendo piano la testa, era un passo che ancora non avevo fatto e annuii dolcemente.
Dovevo lasciarle tempo.
Era una cosa molto intima.
"Scusami, sono al confine ora." dissi tranquillizzandola e sorrise cercando le mie labbra in un bacio tranquillo.
I suoi baci erano calmi e dolci e in poco tempo finii sotto di lei, anche se avrei voluto tanto prendere in mano la situazione io per appagarla veramente.
Mi sentivo così piccola e insignificante che quasi mi veniva da piangere.
La sua mano strinse il mio fianco e la sua lingua era intrecciata con la mia, afferrò i miei polsi e mi inchiodò contro la testata del letto bloccandomi.
Eccola, la sua parte dominante.
"Fanculo." mormorò sentendo il telefono suonare e lo afferrò svogliata.
"Saray, dimmi." sussurrò rimanendo sopra di me e strinsi la sua vita esile con le mie cosce intrappolandola.
"Come sta il paziente?" disse togliendomi una ciocca ribelle dal viso ma le afferrai la mano e distrattamente tracciai le mie labbra con il suo indice.
"Mhm, ho descritto quello che-" disse autoritaria ma si bloccò a causa della mia lingua che stava leccando ogni suo dito.
", sto bene." disse guardandomi dritta negli occhi sgridandomi e portai quella stessa mano tra le mie gambe, piano.
"Non sono a casa, no." sussurrò la mora stringendomi la coscia non accontentandomi e sbuffai, incredula.
Lo stava facendo apposta.
"Sono con una bionda, nuda sotto di me che mi sta provocando." disse Zulema e le mie guance si colorarono di rosso perché mi aveva messo in imbarazzo, sentii la risata della gitana arrivarmi alle orecchie e il mio scorpione rise chiudendo poi la chiamata.
Appoggiò il telefono affianco al mio comodino e mi lasciò dei baci sulla guancia piano, scendendo verso al collo.
"La mia bambina, ha voglia?" sussurrò baciandomi la spalla e la strinsi a me dolcemente accarezzandole i capelli.
"Ho sempre voglia di te." dissi mordendomi il labbro e l'osservai nel mentre che mi lasciava l'ennesimo segno violaceo sul seno.
"Ed io che ero venuta qui per risolvere e fare la persona civile." sussurrò serrando la mascella e inarcai un sopracciglio confusa attirandola a me.
"Io voglio te, lo sai Zule. Ti ho voluta dal primo istante in cui mi hai afferrata, per non farmi cadere." sussurrai a bassa voce e si inchinò baciandomi sulla fronte.
"Non innamorarti di me, in questo momento sono qui. Domani posso essere dall'altra parte del mondo perché il mio istinto mi dice di farlo, non sono un porto sicuro. Affondi se rimani con me, piccola." disse contro al mio collo e affondai le unghie sulla sua schiena apposta per farle capire che la volevo con me.
Metabolizzai bene quelle parole e presi un lungo respiro profondo accarezzandole piano la schiena nuda.
"Sono già affondata Zulema." mormorai serrando la mascella e l'araba si mise al mio fianco capendo che ero tesa.
Mi coprii con il lenzuolo e chiusi gli occhi toccandomi il viso nervosamente.
"Per tuo padre?" disse appoggiandosi su un gomito e annuii senza guardarla.
I suoi occhi neri mi stavano tagliando l'anima e si mise di lato per guardarmi apposta, più intensamente.
"Per tante cose." dissi con le lacrime agli occhi ma mi ero ripromessa di essere forte con tutta me stessa.
"Perché hai deciso di fare il medico?" mi domandò innocentemente e sorrisi per la sua voglia di conoscermi al 100%.
"Tutti meritano di essere salvati.
Tutti meritano di stare in questo mondo per quanto possa far schifo. Per questo ho scelto neuro, perché non mi va giù il fatto che mio padre sia morto così senza aver avuto una seconda possibilità di vivere." dissi con un tono di voce arrabbiato e mi legai i capelli scompigliati.
"Il cervello, è un organo complesso." disse la mora guardandomi attentamente e la fissai dritta negli occhi.
"Il cuore no?" dissi appoggiando una mano sopra al suo petto e notai la pelle ricoprirsi di brividi a causa mia.
"Cosa c'è di più forte del cuore umano che si schianta di continuo e ancora vive?" disse mettendomi alla prova e mi avvicinai a lei volendo baciarla.
Non mi stancavo mai.
"La forza di volontà nell'essere costantemente alla ricerca della felicità, ecco cosa è forte davvero." dissi infilandomi tra le sue gambe e afferrai i suoi polsi stringendoli forte.
Volevo dominarla tanto.
"Vedo che stai imparando." sussurrò chiudendo gli occhi gemendo e mi lasciò un pochino fare, rilassandosi.
Morsicai il suo labbro possessivamente e glielo tirai lasciandole poi un lungo bacio.
"Sei tutta quanta mia." sussurrai con un tono di voce possessivo e sussultò piano per le mie parole così, importanti.
Il suo sguardo era impresso sul mio e strinsi la sua vita saldamente, mi guardava in un modo talmente serio che volevo nascondermi dalla paura.
Ma dovevo tenerle testa.
"Mhm." mormorò gemendo non appena leccai la sua gola e mi afferrò per i capelli.
Fece per baciarmi ma suonarono al campanello e mi paralizzai sul posto, mentre la donna sotto di me aveva un sorriso divertito per la situazione.
"Mi tradisci?" disse guardandomi maliziosamente e andai in panico.
Letteralmente.
"Stai zitta e vestiti." dissi togliendomi dal suo corpo e mi infilai l'intimo velocemente nel mentre che la vidi mettere il broncio.
Suonarono un'altra volta e indossai una felpa al volo, andai davanti allo specchio ed ero un disastro.
Zulema al posto di aiutarmi rideva e aveva una camicia addosso sbottonata con solamente gli slip addosso.
Ero in paradiso.
L'afferrai per un polso e la spinsi in bagno, cercando di darmi un contegno, andando ad aprire tanto in ansia.
"Hey!" esclamai felice e Lexie entrò in tutto il suo splendore con un sorriso.
"Ciao bionda, per caso ho lasciato i miei appunti qui? C'è Alex che mi sta aspettando in macchina. Stai bene? Sei sconvolta." disse squadrandomi e arrossii di colpo ma per non farle vedere il mio rossore, le diedi le spalle e andai in soggiorno.
Il capotto di Zulema era sul divano.
Merda.
"Mi stavo allenando poco fa, si." dissi sorridendo nervosa e le porsi i suoi figli insieme al suo libro, tremando appena.
Che situazione imbarazzante.
"Sicura? Non me la racconti giusta. Magari c'è Zulema nascosta sotto al tuo letto." disse scoppiando a ridere e scossi la testa, bloccandomi di scatto.
Speravo che la mora non avesse sentito.
"Non c'è nessuno puoi stare tranquilla, ciao Lexie!" dissi salutandola e chiusi la porta alle mie spalle.
L'araba sbucò con la mascella contratta e si appoggiò sullo stipite della porta con le braccia incrociate e le sue bellissime gambe snelle in bella vista.
Questa donna era perfetta.
"Posso spiegarti." dissi terrorizzata ma alla fine scoppiò a ridere incredula.
Aveva i capelli legati in una coda e la sua risata era il suono più bello del mondo, non l'avevo mai vista così estasiata.
"Oddio, mi sembra di essere tornata indietro nel tempo quando facevo le mie scappatelle adolescenziali." disse ridendo ancora più forte e feci un lungo sospiro di sollievo.
Mi avvicinai a lei e le sue mani strinsero i miei fianchi sbattendomi contro la porta, mi baciò dopo mezzo secondo e circondai il suo collo con le mie braccia.
"Hai detto a Lexie di noi?" disse abbassandomi di poco gli slip e mi fece voltare, afferrandomi per i capelli.
", l'ho detto alle mie amiche." sussurrai con vocina esile e la mia guancia era schiacciata sul legno freddo.
"Mossa sbagliata." disse allontanandosi dal mio corpo e mi intimò di non muovermi, quindi rimasi immobile.
Appena sentì il rumore dei lacci stringersi sulla sua vita mi morsicai il labbro.
Sapevo già cosa voleva fare.
"Mi punisci?" dissi stuzzicandola un pochino e strinse i miei capelli lunghi arrotolandoli sul suo pugno, forte.
", contro questa cazzo di porta." sussurrò mordendomi l'orecchio e mi ansimò contro apposta facendomi tremare come una foglia.
Si abbassò lasciandomi un piccolo bacio sulla spalla e mi tolse gli slip di nuovo.
"Shh, rilassati." sussurrò prendendomi per i fianchi da dietro e graffiai il legno davanti a me, affondandoci le unghie.
"Sono stata calma prima, ma quando infrangi le regole mi fai incazzare." disse minacciandomi e mi lasciò un tenero bacio sul collo, ripetutamente.
"Zule-" sussurrai con vocina esile ma lei era già entrata dentro di me, di scatto.
Urlai appena ma la sua mano si serrò attorno alla mia bocca, stringendola.
Alcune lacrime mi rigarono il viso e si mosse un pochino più forte rispetto a prima, la mia faccia andò a sbattere contro la porta e imprecai sottovoce.
Volevo vederla ma i miei capelli erano stretti attorno al suo pugno.
Strinse di più la mia bocca soffocando i miei gemiti e graffiai la sua coscia da dietro, facendola sussultare.
Le sue labbra si appoggiarono sul mio collo e me lo morsicò abbastanza forte facendomi gemere il doppio.
In casa c'era un silenzio assordante ma era spezzato dai miei gemiti soffocati, la mano dell'araba scese verso al mio collo e lo strinse con tanta forza.
Ero senza fiato.
Le sue spinte erano impeccabili e mi tenne ferma contro la misera porta di camera mia.
Volevo che rallentasse ma il modo in cui mi stava facendo sua era al di fuori dal normale, non mi stava punendo.
Mi stava tenendo stretta al cuore.
Lo percepivo perché era la stessa cosa che stavo facendo io.
Le sue braccia circondarono la mia vita e mi tenne stretta attorno al suo petto nel mentre che venivo, urlando il suo nome.
Le mie gambe tremarono e piansi silenziosamente a causa di tutto il piacere privato, non mi era mai successo.
"Dio." sussurrai senza fiato e la mia regina araba prese a baciarmi il collo accarezzandomi i capelli.
Uscì da me molto piano e le mie gambe stavano per cedere, letteralmente.
Mi scappò un piccolo gemito e la donna davanti a me mi fece voltare per guardarmi, dritta negli occhi.
"Ti porto una barella?" disse porgendomi gli slip da terra e li indossai rossa in viso, si sistemò la camicia e volevo farla mia nello stesso modo ma questa donna mi aveva tolto tutta l'energia vitale che potessi avere.
"Cazzo." sussurrai sdraiandomi nel letto e distesi i muscoli doloranti percependo un piacere unico.
"Perché glielo hai detto?" disse Zulema raggiungendomi e si sdraiò al mio fianco.
"Mi è uscito, a caso io.." dissi toccandomi il viso nervosa e mi tolsi la felpa percependo un caldo assurdo.
Ero senza reggiseno e la mora mi guardava incantata mordendosi il labbro inferiore, neanche mi stava ascoltando.
Mi aveva distrutta.
"Spero non sia un problema." dissi afferrando una maglia a maniche corte e la infilai, mi arrivava alla coscia e mi legai i capelli osservando Zulema tramite lo specchio che avevo.
"Non è un problema, tutti fanno quello che vogliono quindi posso portarmi a letto chi voglio, essendo il capo." disse guardandomi intensamente e sospirai.
"Non diranno nulla, Zule." dissi serrando la mascella e mi sdraiai al suo fianco lasciandole un piccolo bacio.
"Okay." mormorò afferrandomi per la vita e mi accoccolai a lei, mi accarezzò delicatamente il fianco e sorrisi, felice.
"Prima.." sussurrai alzando la testa dalla sua spalla e sorrise maliziosamente.
"È stato bellissimo." conclusi rabbrividendo un minimo e sorrise.
Non smetteva mai di sorridere con me.
Con lei stavo scoprendo davvero tantissime altre cose, nuove.
"Rimani anche stanotte, ci ordiniamo qualcosa e dormi con me." dissi supplicandola e la vidi pensarci.
"E sei tutta mia, stanotte?" sussurrò mettendosi sopra di me e l'abbracciai piano, cazzo se mi stavo innamorando.
"Tutta tua." sussurrai accarezzandole il viso e mi baciò sulla guancia piano.

"Ci sto, bambina."

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