Tredici.

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Attenzione, capitolo spinto. Se siete moralisti allora andatevene. Vi ho avvisati, a vostro rischio e pericolo leggerlo. Faccio schifo a scrivere questo genere di cose ma vabb, è per dare un po' di brio alla storia. Baci baci. Risparmiatevi i commenti come 'che schifo, ew' o 'oddio bleah' perché sinceramente non me ne frega un cazzo. Baci baci ancora.

Aprì piano la porta, sapevo che non l'avrei trovata chiusa a chiave, lei aveva paura di rimenere bloccata dentro.

La musica ritmata riempiva la stanza, il capo della rossa si muoveva avanti e indietro, agitava la mano in aria, canticchiando sottovoce le parole.

-Arctic Monkeys.- riconobbi il gruppo e mi sedetti di fianco a lei, ma mi ignoró.

Abbassai di poco il volume, mi fulminò con lo sguardo e sbuffò.

-Rovini sempre tutto, cazzo, Luke!- si alzò da terra e aprì le tende, guardando fuori dalla finestra.

-Non farlo. Non aprire, inizierebbero ad urlare.- la guardai e lei alzò le spalle, aprendo la finestra. Mi misi una mano sulla faccia, massaggiandomi le tempie e preparandomi alle grida delle ragazze ferme sotto all'hotel.

-Frega il cazzo proprio, ho voglia di fumare.- si giustificò, prendendo il pacchetto e aprendolo.

Sbiancò e mi guardò.

-Ho finito le sigarette.- balbettò, guardando il vuoto.

Ridacchiai e in un attimo la piccola stanzetta fu completamente ribaltata dalla furia di Rose.

Dalle sue morbide labbra uscivano parole poco carine e sicuramente non adatte ad una ragazza di soli diciotto anni.

-Okay, fermati.- le ordinai, prima che lanciasse il vaso pieno di rose bianche contro il muro.

Mi rivolse un'occhiataccia e sorrisi, prendendole la ceramica dalle mani e poggiandola sul comodino.

-Mi fanno schifo le rose.- mormorò, gli accarezzai il viso gentilmente e la guardai negli occhi.

-Non fare così, bastardo, sai che non ti perdonerò tanto facilmente.- si impuntò e aggrottò la fronte.

Premetti le labbra contro la ruga che gli compariva in mezzo alle sopracciglia quando era arrabbiata, sentii i suoi muscoli distendersi e sorrisi.

-Rose, sono solo geloso, lo sai che ti amo.- sussurrai contro il suo orecchio e gli modicchiai un punto sul collo.

Sentii il suo respiro affannarsi e ridacchiai, mi bastava anche solo il minimo tocco per farla eccitare, e questo mi piaceva da morire.

-C-credo che tu ora deb-ba andartene.- borbottò, mentre mi abbassai fino al suo seno, fui lieto di scoprire che la sua maglia nera era scollata e aderiva perfettamente alla sua pelle candida.

Lasciai un bellissimo segno violaceo appena sopra il bordo del suo reggiseno di pizzo, lavorando con la lingua e con le labbra.

Accarezzò dolcemente il mio collo, sorrisi e la feci sedere sul letto.

Le mie mani scivolarono fino alle sue cosce, mentre si torturava il labbro inferiore, affondandoci i denti.

Premetti un dito contro il suo punto più delicato, mentre ancora le urla delle ragazze facevano da sottofondo.

-Vuoi ancora che io me ne vada?- ridacchiai e scosse la testa, sbattendo le palpebre più volte.

Gli slacciai i jeans, sorrisi alla vista delle sue mutandine, erano abbinate al reggiseno e quindi erano di pizzo, cosa che mi fece eccitare ancora di più.

Gli feci scivolare gli skinny fino alle ginocchia, mentre solleticavo la coscia destra, solleticandola.

Mugolò qualcosa che non riuscii a capire, mentre il mio pollice premeva contro il suo sesso.

Spostai da un lato il pizzo e infilai lentamente un dito, sorridendo. Gemette e strinse le labbra in una linea sottile.

-Ti fa male?- chiesi, ricordandomi del fatto che era ancora fottutamente vergine a diciotto fottuti anni e con quel fottuto culo che mi faceva perdere la testa non capivo perché nessuno l'aveva ancora scopata.

Scosse la testa e aggiunsi un altro dito, lei ansimò e chiuse gli occhi.

Rose's POV

Iniziò a muovere le sue dita affusolate e lunghe dentro e fuori di me, facendomi impazzire.

Era così piacevole e rilassante, vederlo calmo ma allo stesso tempo eccitato. Abbandonai la testa all'indietro, le braccia mi temavano e non riuscivo più a sostenere il peso del mio corpo.

-Guardami.- ordinò e obbedii, rivolgendo lo sguardo su di lui e sulle sue dita che mi stavano facendo così bene.

Gemetti veramente troppo rumorosamente quando arricciò gentilmente le due dita, facendomi irrigidire le gambe e mandandomi scosse di piacere lungo tutto il corpo.

Era un fottuto paradiso.

-Sono perdonato, quindi?- mormorò, mentre raggiunsi il culmine del mio piacere.

-Si, Luke, si.- quasi urlai, inarcando la schiena e venendo, mentre un sorriso furbo crebbe sulle sue labbra.

Ripresi fiato e mi lasciò un bacio casto sulle labbra.

-Riposati, abbiamo un'arena da far tremare stasera.- mi suggerì e annuii, rialzandomi e prendendo il pigiama e un completo pulito.

-Credo che andrò a farmi una doccia, si.- annaspai e andai verso il bagno, mentre lui si buttò sul letto e prese il cellulare.

-Divertiti!- ridacchiò e chiusi la porta, alzando gli occhi al cielo dall'esasperazione.

Feci una doccia e uscii, non trovando il biondo, ma un bigliettino giallo appiccicato sulla coperta.

"Sono alle prove, passa nel camerino prima dell'inizio del concerto, promettimelo.

-Luke, xxx"

Non era il fatto della sua assenza che mi preoccupava, era quel 'passa nel camerino' a farlo.

Vi avevo avvisati, non fate i moralisti e vivete la vostra fottuta vita come volete, ma non venite qui a scassarmi il cazzo.

Doppio aggiornamento perché vi adoro, si.

Baci baci.

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