Trentuno.

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Arrivò il pomeriggio e le prove finirono.

Aprì la porta, prendendo il mio pacchetto di sigarette e accedendone una, per poi portarmela alle labbra e aspirare.

Calum uscì, seguito da Bea, che stringeva tra le mani un suo braccio. Lei si lasciò sfuggire una risatina e alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa.

Si avvicinarono e Calum sorrise.

-Hey Rose, stiamo andando a mangiare sushi, ti va?- mi chiese lei, sbattendo le palpebre e facendo il labbruccio, come se a quella importava davvero la mia presenza.

-Sai, Bea, mi piace molto il sushi.- sorrisi, gettando il mozzicone nel posacenere.

-Ma preferirei pestare una merda, piuttosto che mangiarlo con la tua faccia davanti.- sorrisi e sulla sua faccia si crearono delle rughe, dovute alla smorfia che stava facendo.

-Sono indignata, che brutta gente frequenti, Calum!- urlò, mentre io continuavo a ridere e il ragazzo a scuotere la testa.

Bea girò i tacchi e mi lasciò sola con lui.

-Non potresti essere più gentile con lei?- mi guardò male.

-No, non posso.- risposi, guardandolo.

-Che ti ha fatto di male?- domandò.

-Ma non lo vedi? È troia.- sorrisi, ovvia.

-No, non lo è!- esclamò, prendendo le sue difese.

-Andiamo Cal, le sue gambe si aprono più velocemente di una pagina google.- scherzai, e una risatina sfuggì dalle sue labbra.

-Mh, davvero non ti piace nulla di lei?- chiese.

-Si, c'è qualcosa che mi piace.- mi mordicchiai il labbro inferiore.

-Cioè?- alzò un sopracciglio.

-Il rumore dei suoi passi quando se ne va a fanculo.- alzai le spalle e il ragazzo si arrese, tornando all'interno dell'hotel.

Luke uscì, infilandosi una mano in tasca e agitando l'altra in aria, nella mia direzione. Sorrisi appena e feci lo stesso, mentre il mio cuore si riempì di gioia.

In quel momento realizzai che non potevo essere più fortunata di così.

-Ciao, Rose.- sorrise e mise un braccio intorno ai miei fianchi, per poi lasciarmi un leggero bacio sulle labbra, al quale arrossì.

-Non ti avevo mai visto arrossire.- ammise, sorridendo e mostrando la sua unica e adorabile fossetta.

-A parte forse la prima volta che ci siamo visti, quando ti ho toccato il culo.- si prese il piercing tra i denti, mi alzai sulle punte dei piedi e appoggiai le mani sul suo petto. A questo gesto dolce la sua espressione si incupì, ma lo vidi chiudere gli occhi celesti non appena le nostre labbra si unirono in un caldo e confortante bacio.

-Che hai oggi?- mi chiese, quando mi staccai.

-Mi sento estremamente dolce, daddy.- ridacchiai e scosse la testa.

-Ti prego.- rise e lo guardai; il naso come sempre si arricciava e i denti bianchi venivano mostrati. Le sue guance si colorarono di un rosa pesca.

-Allora non sono l'unica che arrossisce, oggi.- scherzai e alzò le spalle, mentre lui affondò il viso nel mio collo.

-Che ti va di fare? È il mio giorno libero.- chiese.

-Potremmo stare tutto il tempo sul divano a farci le coccole.- proposi, lui alzò di scatto la testa e sgranò gli occhi.

-Dove hai nascosto la vera Rose?- chiese, agitandomi leggermente.

-Idiota, andiamo, prima che cambi idea.- lo spinsi dentro e ridacchiai.

Guardammo un film, ordinammo la cena in camera e subito dopo ci addormentammo, stanchi.

Il mio cellulare suonò, guardai l'orario e sorrisi. Erano le 12.00am del sedici luglio.

-Luke!- urlai, alzandomi sul letto e iniziando a saltare.

-Lukey!- cotinuai, lui si passò una mano sugli occhi e sospirò.

-Che cazzo?- si sedette, guardandomi e aggrottando la fronte.

Mi inginocchiai e sorrisi, sedendomi su di lui.

-Buon diciannovesimo compleanno, piccolo Lukey.- ridacchiai e gli lasciai un piccolo bacio sulle labbra.

-Mh, grazie.- sorrise appena.

-Aspetta, quando mi chiami Lukey poi succede solo una cosa.- socchiuse gli occhi e ridacchiai.

-Che cosa?- chiesi, accarezzandogli una guancia.

Mise le mani sui miei fianchi e ridacchiò.

-Dimmelo tu, dolcezza.- rise.

+

Il divano era comodo, così decisi di sdraiarmi e guardare il soffitto bianco dell'hall dell'hotel.
Piegai le gambe e le accavallai, passandomi le dita tra i capelli e inarcando la schiena per stiracchiarmi.

-Signori e signore, Selena Gomez.- mi indicò Michael, sorridendo e riferendosi alla mia postura.

-'Cause i just wanna look good for you, good for you, ohoh.- canticchiai, per poi fargli la linguaccia e alzarmi.

-Oh, sta scendendo!- esclamò Calum, indicando le scale.

Luke trotterelló, scendendo gli scalini con passo svelto e canticchiando. Si infilò le mani in tasca e Michael gli andò incontro.

-Tanti auguri grandissima testa di cazzo!- sorrise e gli scompigliò il ciuffo.

-Woah, diciannove, amico!- Calum si unì, dandogli delle pacche sulla spalla.

-Beh, diciannove anni si compiono una volta sola nella vita.- Ashton si complimentò, ridacchiando.

Luke si liberò dall'abbraccio di Calum e rise, per poi avvicinarsi a me e stringermi in un abbraccio.

-I miei auguri te li ho già fatti.- ricambiai l'abbraccio e sorrise, lasciandomi un bacio sulla tempia.

-Ma il regalo non gliel'hai ancora dato.- rise Michael, alzando le sopracciglia più volte, con fare provocatorio.

-Il regalo l'ha avuto, eccome.- alzai le spalle e appoggiai la testa sul petto del biondo, sorridendo.

-Ti ha spento, Michael.- Luke rise.

-É vero, cazzo, merda, sorella, hai la mia stima.- disse il tinto, sorridendomi cordialmente e mettendo un braccio intorno alle spalle di Halsey.

[GESÙ CRISTO AVETE SENTITO SHE'S KINDA HOT? VOGLIO MORIREEEEH.

Detto questo, dio, sono in fissa con Good For You e DOVEVO metterla perché sono strana e non so cosa farne della mia vita.

Amo Selena.

Amo Where Are Ü Now.

Amo Justin.

Amo Luke, il mio diciannovenne dagli occhi azzurri.
Let me cry.

E mi scuso per l'immenso ritardo, ma dal mio cervellino sgonfio non usciva mezza idea.

Scusate per il capitolo corto.

Qui il wifi fa cagare.

Smadonno.

Grazie per leggere questa storia.

Baci baci.]

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