Quaranta.

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Mi sedetti a gambe incrociate davanti al camino, il calore delle fiamme vive mi riscaldó in un attimo, sistemai i miei calzini bianchi e appoggiai la testa al muro.

Due mani grandi e delicate si posarono sulle mie spalle nude, alzai lo sguardo e trovai il viso rilassato ma stanco di Luke. Eravamo arrivati da poco a casa sua, avevamo mangiato e Liz era uscita per andare a fare la spesa. Tutto era tranquillo, tranne il cielo, che stava rilasciando mille gocce d'acqua.

-Hai freddo, piccola?- domandò, accarezzando con i pollici le mie scapole.

-In realtà, si.- ammisi, lui sorrise con l'angolo delle labbra e si sistemó dietro di me, premendo il suo petto contro la mia schiena. Mi scostó i capelli su un lato e sfregò la guancia contro la mia.

-Che stai leggendo?- mi chiese, solleticandomi le braccia con le dita e facendo formare la pelle d'oca. Arrivò fino alle mie mani e mi lasció un dolce bacio sulla mascella. Mi accoccolai a lui, guardando le sue ciocche bionde muoversi.

-Il labirinto, l'ho trovato nella libreria di Jack.- risposi, chiudendolo e girandomi leggermente verso di lui. Giocai con i fili del suo maglione bianco, adoravo quando indossava dei vestiti larghi e lasciava respirare la sua pelle. Mi sorrise dolcemente e sospirai, appoggiando la testa sulla sua spalla.

-Mi ha scritto Calum, non riesce a vivere senza di me.- scherzó, prendendo il cellulare e facendomi leggere il messaggio.

Da Cal: come stai Lukey Duckey? Rose? Mi mancate xxxx

Ridacchiai e si infiló l'iPhone in tasca.

-Ti va di vedere la mia vecchia stanza? Puoi sbirciare ovunque.- mi chiese poi, rivolgendo lo sguardo al fuoco.

-Mi stai dando della curiosa?- aggrottai la fronte, spingendolo leggermente con la mano.

-Lo sto facendo?- chiese, avvicinandosi, il suo naso sfiorò il mio.

-Lo stai facendo, Lukey Duckey.- lo presi in giro, ridendo.

Qualche bacio e carezze dopo, ci alzammo e saliammo le scale. Entrai nella stanza e Luke accese la lampadina sulla scrivania. Un letto contro il muro, sopra di esso una finestra e di fianco due librerie blu.

Mi sedetti, accarezzando le coperte azzurre e guardandomi intorno.

-Ti piace?- mi chiese, appoggiandosi alla scrivania.

-È molto carina, intendo, posso vederti.- sorrisi e aggrottó la fronte, non capendo.

-Un Luke sedicenne, seduto qui a pensare a cosa il futuro serba per lui.- picchiettai il dito vicino a me e lui abbozzó un sorriso.

-E com'è?- mi guardò e chiusi gli occhi, cercando effettivamente di immaginare Luke a sedici anni.

-Ha paura, ma sa che non si abbatterá mai.- dissi e sentì il materasso abbassarsi di fianco a me.

-E sa anche che troverà una bellissima ragazza con cui condividere la sua vita.- la sua voce roca mi fece riaprire gli occhi, e lo trovai a pochi centimetri dal mio viso.

-E ora questo ragazzo ha conquistato il mondo.- mi morsi il labbro e lui sorrise, schiudendo le labbra e sentii il suo respiro sulle mie.

-E il mio cuore.- continuai, ridendo e avvolgendo le mani dietro al suo collo.

-È un ragazzo fortunato, allora.- finalmente unì le nostre bocche, spingendomi indietro e facendomi finire sotto il suo corpo. Raggiunsi i lembi del suo maglioncino bianco e lo tirai verso l'alto, mentre lui fece correre giù la zip della mia felpa.
Volevo davvero sentirlo, fargli capire quanto l'amavo e che avrei continuato a farlo per sempre, sentire la sua pelle sudata contro la mia e trasmettergli tutte le mie emozioni in una volta.

-Ti amo.- mormorò contro il mio collo, tirai il ciondolo a forma di corno che gli regalai per il suo compleanno e sorrise.

-Starai così bene, Rose.- ridacchió e sbottonó i miei jeans.

+

Luke's POV.

-Hey, sono a casa!- urlò mia madre, facendo sobbalzare la ragazza accoccolata al mio petto.

-Vado a farmi una doccia, tu vestiti, non voglio che pensi a ciò che abbiamo fatto.- si catapultó fuori dal letto e la guardai mentre raccolse i suoi vestiti da terra.

-Sesso?- chiesi, ridendo e stuzzicandola.

-Vestiti, idiota.- ordinó, chiudendosi in bagno.

-Okay, okay.- infilai il lenzuolo sotto le mie braccia e sbuffai.

-Hey mamma.- la salutai quando entrò prsticamente correndo.

-Ciao Lukey, tesoro, dov'è Rose?- si guardò in giro e mi complimentai mentalmente con me stesso per aver nascosto i pantaloni e boxer sotto al letto.

-Si sta facendo una doccia.- riposi, agitando una mano.

-Okay, dopo che avete intenzione di fare?- continuò con le domande, mi pizzicai il naso a sbuffai.

-Non so, andare in giro lo escludo, fa troppo freddo e si prenderebbe un raffreddore.- la guardai e la sua espressione si addolcí.

-Aw, il mio bambino che si preoccupa.- mi accarezzó una guancia e alzai gli occhi al cielo.

-È normale che lo faccia, mamma.- alzai le spalle e un sorrisetto furbo crebbe sul suo viso.

-Si, ma mi viene in mente quando ancora ti dovevo cambiare il pannolino e non avevi ancora niente là sotto.- pizzicò i miei fianchi e mugolai, infastidito.

-Mamma!- la fermai, sbuffando.

-Lo ammetto, all'inizio pensavo che fossi una femmina, e non si vedeva nulla.- mi sorrise dolcemente e scossi la testa.

-Chiedilo a Rose ora com'è messo.- ammiccai, guardandola e facendo un cenno con la testa verso il bagno.

-Luke!- protestò, coprendosi le orecchie.

-Tu hai iniziato!- risi, indicandola. Si alzò dal letto e scosse la testa.

-Facciamo finta che questa conversazione non sia mai avvenuta.- si appoggió allo stitpite e annuì.

-Ora vado in cucina a preparare dei cupcake per stasera, ci sono anche Ben e Jack, sono entusiasti di conoscerla.- disse e chiuse la porta dietro di sé.

-Ti raggiungiamo tra poco.- urlai, facendomi sentire.

Dopo circa dieci minuti, Rose uscì, i capelli umidi e le guance rosse.

-Mia madre chiede cosa vogliamo fare.- mi sistemai il ciuffo con le mani e lei si infilò un pantalone da yoga grigio.

-Voglio aiutarla con la cena, ovviamente.- rispose poi, guardandomi.

-Ma tu non dovevi tipo studiare?- arricciai il naso e sbuffó.

-Si, ho matematica, ma fa schifo.- fece una smorfia e fece finta di infilarsi due dita in gola.

-La matematica è una cosa meravigliosa.- dissi, ridacchiando. Ero bravo, grazie a mia madre, ovviamente.

-Oh mio dio.- sgranò gli occhi e risi.

-Ricordami perché stiamo insieme.- mormorò, andando verso la porta e scuotendo la testa.

-Perché ci amiamo a vicenda.- ammiccai e le sue guance si colorarono.

-Vado a dare una mano a tua mamma, okay?- mi chiese e mi alzai dal letto, annuendo.

-Si uhm, io vado.- non scostó lo sguardo dal mio corpo e risi, alzando le sopracciglia.

-A dopo.- la richiamai, girandomi.

-Si, vado.- scosse la testa e scese.

-Ciao.- la salutai e risi.

Mi vestì e mi passai una mano tra i capelli, guardandomi allo specchio. La consapevolezza che Rose non era momentaneamente al mio fianco mi faceva sentire vuoto, ma sapevo che lei sarebbe tornata per riempire il mio vuoto.

[Scusate per il capitolo corto.

Baci baci.]

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