Venticinque.

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[N//A/:Sono una ragazza annoiata dalla vita e quindi se volete potete farmi domande riguardanti qualsiasi cosa, commentando.
Se arriviamo a +15 domande allora nel prossimo capitolo ci sarà una sorpresa (non so neanche io cosa inventarmi). Non prenderò in considerazione le domande quali "come ti chiami?" "Quanti anni hai?" e cose simili perché non le ritengo fondamentali, lol.
Ho finito di scrivere Groupies, a chi potrebbe importare? Se non l'avete ancora letta, beh, passate! È corta come ff e più che altro è solo un miscuglio di idee della sottoscritta.
Un'altra cosa; una ragazza ha avuto l'idea di fare un gruppo su whatsapp, ma siccome non penso mi si inculi qualcuno allora non penso di farlo. Buona lettura.]

Rose's POV.

-Non so che cosa sia successo in quel camerino, e non voglio saperlo, ma fatelo più spesso se questo è il risultato!- mi urlò Susan, sorridendomi sinceramente.

Bea, quella nuova, era davvero una ragazza carina, i capelli lisci gli ricadevano appena sopra le spalle, due occhi marroni e un naso all'insù.

Saltellammo un po', alzando le braccia al cielo e urlando le parole di End Up Here.

I ragazzi continuavarono a cantare, mentre le ragazze intorno a noi urlavano e piangevano.

Presi il cellulare e scattai qualche foto, prima dell'arena, e poi dei miei amici sul palco.

Mi suonava strano, quasi irreale, il fatto che loro potessero essere i miei oramai migliori amici e uno di loro addirittura il mio ragazzo.

Lo guardai correre per il palco e suonare, facevano ciò che più amavano fare; rendevano felici delle persone e creavano la loro musica.

+

Mi sedetti sul divano e Luke si passò una mano tra i capelli, sistemandosi il ciuffo.

Cal stava chiacchierando con Bea, che aveva le mani intorno alle sue braccia muscolose. Il suo naso sfiorò dolcemente quello del neozelandese e sorrisi.

-Aw, che carini.- mormorò Ash, guardandoli e mettendo a posto le sue canotte.

La ragazza si girò e scosse la testa, ridacchiando leggermente.

Non mi piacevano quei due insieme.

Insomma, Calum era un ragazzo dolce e tenero, mentre lei sembrava solamente interessata a due cose; sesso e soldi.

Di sicuro gli avrebbe spezzato il cuore, però pensai che probabilmente sarei risultata quella contraria a loro e che quindi Calum avrebbe iniziato ad odiarmi.

Il più alto si sedette di fianco a me e mise una mano sulla mia gamba.

-Sei stanca, piccola?- mi chiese e ridacchiai, scuotendo la testa, mentre il suo pollice scorreva sul mio ginocchio.

-Vi va di andare a bere qualcosa?- propose, ma tutti scuotemmo la testa. Il giorno dopo ce ne saremmo dovuti andare e non era il caso di ubriacarsi o anche solo perdere delle preziose ore di sonno.

Mi alzai e raccolsi la mia roba, aspettando anche gli altri, per poi spingere tutti nel van e partire verso l'hotel.

+

Aprì la porta, sfilandomi le scarpe e passandomi le dita sugli occhi, distrutta dalla giornata.

Mi guardai allo specchio, facendo una smorfia. Ero terribile, la mia faccia assonnata era davvero tremenda, per non parlare degli occhi blu gonfi e pieni di lacrime.

Sbuffai e mi tolsi la maglia e i pantaloncini, infilandomi il pigiama e buttandomi sulle morbide coperte del letto matrimoniale.

-Lucas?- mugolai, tastando il materasso di fianco a me.

-Sto arrivando.- sentì i suoi passi sulla soffice moquette e lo sbirciai, aprendo leggermente un occhio. Ridacchiò e si sdraio accanto al mio corpo, tirandolo vicino al suo.

-Notte.-

+

Mi alzai, strofindandomi gli occhi e sistemando il colletto della camicia di Luke.

Controllai l'ora. Notte fonda.

Presi il mio pacchetto di sigarette e corsi giù per le scale dell'hotel, trovando la hall piacevolmente silenziosa e vuota.

Uscì, il vento primaverile accarezzò le mie gambe, e dovetti riparare la piccola fiamma per riuscire finalmente ad accendere la malboro.

Aspirai, guardando nella la notte italiana. Le stelle non c'erano, e questo rovinava l'atmosfera, ma era comunque magnifico essere in questo paese.

Spostai lo sguardo all'interno della sala principale, lasciando uscire il fumo dalle labbra.

-Cosa cazzo?- mormorai, appoggiando i polpastrelli sul vetro della porta-finestra.

Bea stava scendendo le scale, ispezionando ogni angolo della struttura in cerca di qualcosa a me sconosciuto.

La ragazza si avvicinò al bancone e rivolse un sorriso altezzoso alla receptionist, porgendogli una carta blu e annuendo.

Cosa ci faceva lei lì? Soprattutto, cosa ci faceva lei lì alle tre di notte?

[Spazio Autrice:

Heya, spero come sempre che questa sottospecie di capitolo vi piaccia.

Vi auguro una buona notte.

Aspettatevi aggiornamenti più frequenti e più lunghi.

Baci baci.]

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