Trentaquattro.

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-Tu e il tuo minuscolo gamberetto, fuori dalla mia stanza, ora!- urlò lei, tendendo il lenzuolo. Risi.

-Ma devo stare qui!- ribattè il ragazzo.

-Ma sono nuda!- continuò a urlare lei.

-Non è un problema per me!- Calum sorrise e mi salì l'omicidio.

-È un problema per le tue palle.- disse lei.

-Dio, Luke, vieni qui.- mormorò spaventata, picchiettando una mano sul materasso.

-Subito, piccola.- lanciai un'occhiata al corvino e mi sdraiai di fianco a lei.

-Perché lui è qui? Non lo voglio, è nudo ed è Calum.- sussurrò, cercando di non farsi sentire. La attirai a me, stringendola e accarezzandogli la schiena. Il suo petto aderí contro il mio e mi lasciai andare un gemito.

-Tra poco se ne va, promesso.- sorrisi.

-Sono stanca.- sbadigliò e strinsi leggermente il suo fondoschiena. Calum ridacchiò.

-Dormi, bimba.- gli baciai la guancia e crollò nel mondo dei sogni.

-Luke?- mi chiamò il mio amico, guardando il corpo della mia ragazza.

-Mh?- cercai di nasconderla con le braccia.

-Credo di avere un'erezione.- sussurrò.

-Ma fammi capire, tu non scopi mai?- chiesi, aggrottando la fronte.

-Non è questo, è che è davvero carina lei.- fece un cenno con la testa verso Rose e sorrise.

-Stai lontano.- lo avvertì, stava a lui decidere se prendermi sul serio o no.

-Lo so, non ci provo neanche, ma fa quest'effetto a tutti.- mi informò, ridendo.

-Se ci provate giuro che vi uccido, tutti.- minacciai e la ragazza sbuffò nel sonno.

-Stá tranquillo, non siamo così stupidi.- mi rassicurò il neozelandese e finalmente si decise a uscire dalla camera.

Mi addormentai anche io, per poi risvegliarmi dopo una o due ore.

-Buongiorno di nuovo, bimba.- sorrisi, pizzicandogli piano un fianco.

-Che ore sono?- chiese, stiracchiandosi.

-L'una e un quarto, e stanno ancora dormendo tutti.- la informai e sorrise.

-Fammi dormire.- si lamentò, tenendo gli occhi chiusi.

-Come ti senti?- chiesi, ignorando la sua richiesta.

-A meraviglia.- sorrise.

-E chi è la causa?- la stuzzicai.

-Tu.- ridacchiò.

-Grandioso.- dissi e bonfichiò qualcosa, affondando la testa nel cuscino.

-Cosa?- aggrottai la fronte e lei si tolse le coperte, appoggiandosele sul ventre e alzando le braccia per stiracchiarsi.

-Ho detto che mi fanno male le tette.- ripetè.

-Niente paura, c'è il dottor Luke, esperto nel settore.- ammiccai e le mie mani percorsero i suoi fianchi.

-Stá zitto e fermo.- mi fermò e scosse la testa.

-Ti amo.- sorrisi, prendendo il piercing tra i denti.

-Cosa?- domandò.

-Ti amo, ho detto.- risposi.

-Anche io.- sbadigliò ancora e si sedette.

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