16- Usato

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Che cavolo ci faccio io qua?

Mi guardo intorno per l'ampio soggiorno della casa di Ryan ed il mio sguardo si direziona automaticamente verso il pianoforte bianco posto all'angolo a destra della stanza; va a creare una sensazione di armonia, abbinandosi con il colore delle pareti e con il resto dell'arredamento, anch'esso di colore chiaro, ad eccezione del divano nero su cui sono seduto.

Perché questo idiota riesce sempre a trascinarmi da qualche parte con lui?!

«Ti va una birra?» chiede Ryan, entrando nella stanza con in mano due bottiglie di birra ed un cavatappi.

«No... Vorrei solo andarmene.» sbuffo, incrociando le braccia sul petto.
«Non ci sto a fare nulla qui... e sono di pessimo umore oggi...»

Ryan emette un sonoro sospiro ed avanza poi per la stanza, per sedersi successivamente sul divano, affianco a me.

«Perché piangevi prima?» chiede poi, appoggiando una delle bottiglie sul tavolino in vetro posto davanti al divano ed aprendo poi l'altra con il cavatappi.
«Sei triste perché l'anima della scuola, che sarei io, è stato sospeso?» continua poi, rivolgendomi un sorrisetto convinto.

«Ma cosa vuoi che me ne importi...» rispondo con tono ostile.
«Almeno adesso ci sarà pace per una settimana...»

Ryan emette una risatina divertita e prende poi un sorso di birra dalla bottiglia.
«Ci sarà noia per una settimana, vorrai dire...»

«Bah... in ogni caso... io non ho alcuna intenzione di continuare ad aiutarti... mi sono quasi messo nei guai per colpa tua e poi...» faccio una pausa e gli rivolgo uno sguardo ostile.
«Non ho più intenzione di avere a che fare con le tue minacce...»

«Non ti ho mai minacciato. Ti ho avvertito, ti ho detto che sono a conoscenza di varie cose che riguardano te e Signor Splendido e che... se voglio potrei raccontarle a qualcuno...»

«E questa non è una minaccia secondo te?»

«Come ti ho già detto... la mia intenzione principale non è rovinare qualcun altro oltre ad Aaron... Però...» Ryan fa una pausa e mi rivolge un'espressione seria.
«Se non avrò alternative... allora agirò in questo modo.»

Che?!

«Sto cercando di trovare un compromesso tra me e te, Franz. È ovvio che questa storia sarebbe perfetta... diffondendola, la reputazione perfetta che Aaron si è creato in cinque anni verrebbe distrutta dopo poco tempo... ma io provo odio verso di lui, non verso di te.»

Compromesso?!
Certo...
Come no...

«Non fare l'innocente con me... non lo sei affatto... non ci credo che lasceresti davvero andare un'occasione del genere solamente perché non vuoi coinvolgere me... a te non importa di me... mi stai solo usando per ottenere il tuo concerto del cazzo... e appena l'avrai ottenuto, diffonderai comunque tutto quello che sai...»

«Se avessi voluto diffondere la cosa, l'avrei già fatto, Franzy.» Ryan prende un altro sorso di birra dalla sua bottiglia.
«E... Ripeto... non sono io quello che ti sta usando.»

«Aaron ed io abbiamo un patto... Quindi se ti stai riferendo a lui... si può dire che lui usa me, ma anche io uso lui.»

«Ah sì?» Ryan fa una pausa e riprende poco dopo.
«Ne sei sicuro?»

«Cosa?»

«A me il vostro più che un patto mi pare una situazione del tipo schiavo-padrone.»

Che cosa?!

«Tutto gira sempre intorno a lui. Se lui ti chiede un favore, è lui l'unico a guadagnarne qualcosa... quando invece tu hai bisogno di un favore, lui te lo concede ma in cambio di qualcos'altro.»

I'M NOT PERFECTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora