49- Crisi

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Alla fine...
L'ho portato di nuovo qui...

Sbuffo con fare esasperato e vado a versare dell'acqua all'interno di un bicchiere.

Fortunatamente in questo periodo mio padre è sempre in viaggio con quella vipera...
Se fosse stato presente...
Sarebbe stato un bel problema...

Prendo il bicchiere e mi avvio lentamente fuori dalla cucina.

Ryan...
Non si è ancora calmato...

Dopo quello che è successo con sua zia, Ryan è entrato in crisi.
Non è la prima volta che lo vedo triste, ma stavolta è diverso; è come se avessero scavato al suo interno per rimuovere completamente ogni sua emozione positiva, ed inoltre, ha rischiato di perdere il controllo del suo potere a causa della voce del demone.
Vederlo in questo stato, fa stare male anche me, mi provoca una grossa fitta al petto; Ryan, che è sempre così positivo ed allegro, si è trasformato in una persona completamente opposta.

Al momento, è riuscito a calmarsi solamente in parte, ha ripreso il controllo su sé stesso ma è ancora rinchiuso nella sua tristezza.
Ho deciso di portarlo qui a casa mia perché ora, giustamente, Ryan non ha alcuna intenzione di tornare a casa da sua zia.

In questo momento, lui ha bisogno di supporto, ha bisogno di me e resterò con lui fin quando non tornerà ad essere felice; vorrei rivedere il suo sorriso allegro e luminoso, vorrei che tornasse ad essere sé stesso.

Però...
Che dovrei fare?
Da quando l'ho portato qui lui ha parlato poco e niente...

Proseguo per il corridoio e mi avvio poi su per le scale.

Adesso sembra che si sia calmato...
O almeno... in parte...
Ma potrebbe perdere il controllo di nuovo...

Arrivo in cima alle scale e proseguo poi per il corridoio del piano superiore per dirigermi verso la porta della mia camera.

Devo stargli vicino...
Lui c'è sempre stato quando ho avuto io dei problemi...
Voglio aiutarlo...

Entro lentamente all'interno della mia stanza e sposto poi lo sguardo in direzione di Ryan, che non si è mosso di un centimetro rispetto a quando l'avevo lasciato.
Ryan è seduto sul mio letto, e mantiene lo sguardo vuoto rivolto verso il pavimento, è rinchiuso nel suo silenzio, troppo preso dai suoi pensieri per notare che sono entrato nella stanza.

«Hey...» pronuncio con tono basso, andando poi a sedermi accanto a lui.
«Ti ho portato un po' d'acqua...» continuo, posizionando il bicchiere davanti a lui.
«Bevi un po'...»

Ryan rivolge lentamente i suoi occhi spenti verso di me e li porta poi in direzione del bicchiere.
Rimane in silenzio e va a recuperare il bicchiere, prendendone subito un piccolo sorso.

Ancora non parla...

«Certo che fa davvero strano vederti così zitto...» commento, rivolgendogli un piccolo sorriso malinconico.
«In genere sei anche troppo rumoroso...»

Ryan rimane in silenzio per qualche minuto e porta nuovamente lo sguardo nella mia direzione.
«Mi dispiace, Fra...»

«Per cosa?» chiedo assumendo un'espressione confusa.

«Per... tutto.» Ryan si porta una mano sulla fronte e si massaggia nervosamente le tempie.
«Da quando ti ho parlato per la prima volta... non ho fatto altro che crearti problemi...»

Ma che stai dicendo?

«Beh... è vero... Ci sono state delle volte in cui hai messo a dura prova la mia pazienza...» emetto una piccola risata.
«Ma allo stesso tempo, mi hai anche aiutato tanto...»

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