49.5- Egoista

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Ho caldo...

Cerco di aprire lentamente gli occhi ma la luce, proveniente dalla finestra aperta, me li fa richiudere poco dopo.

Che fastidio...

Sento una sensazione di umido sulla fronte e porto a fatica una mano su di essa, venendo a contatto con quello che sembra uno straccio bagnato.
Riapro lentamente gli occhi e riesco dopo un po' di tentativi a tenerli aperti; mi sento debole, accaldato e sudato da far schifo.

Ho bisogno di una doccia...

Mi posiziono seduto, con le gambe fuori dal letto, andando a togliere il panno bagnato dalla mia fronte.
La mia mente ancora annebbiata dal sonno, ci mette un po' prima di rendersi conto che sono nella stanza di Francesco.

Ah...
Merda...
Che caldo...

Vado a sbottonarmi la camicia e la lascio poi aperta per fare in modo che il mio corpo accaldato riceva un po' di aria.

Che schifo...
Sono fradicio...

Il rumore della porta della stanza che si apre attira la mia attenzione; noto subito Francesco entrare all'interno della stanza con in mano un termometro timpanico.

«Ryan?» appena mi vede, Francesco si ferma sul posto; sul suo viso è presente un'espressione sorpresa.
«Finalmente... ti sei svegliato...»
Francesco avanza velocemente, andando a posizionarsi davanti a me, per poi appoggiare la sua mano sinistra prima sulla mia fronte umida e poi sulla mia guancia.
«Sei meno caldo rispetto a prima... Forse la febbre è scesa...» Francesco emette un sospiro di sollievo e sposta poi la sua mano dalla mia guancia.
«Mi hai... mi hai fatto preoccupare...»

Rimango in silenzio senza distogliere lo sguardo da lui; dal suo viso stanco, sembra che non abbia dormito molto.

Tu...
Non hai dormito, vero?
Stai facendo anche troppo per me...

«Scopri l'orecchio...» riprende a parlare Francesco.
«Ti misuro la temperatura...»

Faccio come mi dice e Francesco, dopo aver tolto il termometro dalla custodia va ad appoggiarlo sul mio orecchio.
Dopo qualche secondo, il termometro emette un suono e Francesco lo porta davanti a sé.

«37.8°C...» Francesco va a leggere il valore e riporta poi lo sguardo nella mia direzione.
«Considerando che ieri sera sei arrivato ad avere 40... direi che è un miglioramento... Hai dormito un bel po', ma almeno... ti è servito... O... così sembra... Tu... stai bene?»

Sto ancora...
Creando problemi a Francesco...

Continuo a rimanere in silenzio, mantenendo lo sguardo sul suo viso stanco.

«Forse è il caso che tu rimanga a letto ancora un po'...» Francesco fa un pausa e si volta dall'altra parte.
«Ti porto la medicina, un po' d'acqua e qualcosa da mangiare...»

Mi dispiace...
Crearti tutto questo disturbo...

«Vanno bene latte e biscotti per colazione o hai altre preferenz-»

Prima che Francesco finisca la frase e si allontani troppo da me, mi spingo in avanti verso di lui senza alzarmi dal letto, abbracciandolo da dietro e avvicinandolo quindi a me; le mie braccia circondano i suoi fianchi e le mie mani si appoggiano sul suo addome, in corrispondenza del suo ombelico.
Il mio viso va ad immergersi sulla sua schiena, coperta da una maglietta bianca; il suo profumo leggero, delicato, arriva alle mie narici.

Questo minimo contatto, questo calore, è sufficiente a trasmettermi quella calma di cui sento di avere bisogno; la presenza di Francesco mi fa stare bene.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 24 ⏰

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