31.5- Fidati di me

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Mettere da parte tutto e proseguire dritto per la mia strada verso il mio obbiettivo; è questo il mio modo per superare i momenti difficili.

Quando ero piccolo non facevo altro che piangere ogni volta che mi capitava qualcosa; non conoscevo altro modo per reagire a tutta la merda che dovevo affrontare ogni giorno.
Per quanto volessi essere forte, stare in mezzo a delle persone che mi odiavano, mi portava di conseguenza ad odiarmi io stesso.

Col crescere del mio potere e con la voce del demone che si faceva viva sempre più spesso, riuscendo quasi a prendere il controllo su di me, la mia autostima calava sempre di più, mi odiavo sempre di più e più mi autoconvincevo di essere davvero un mostro.
Più passava il tempo e più diventava difficile per me riuscire a combattere il demone e sopportare la violenza psicologica che subivo perennemente da parte di Aaron e sua madre.
Poi un giorno non ho retto più e sono scoppiato.
In quell'occasione, per la prima volta sono riuscito ad oppormi ad Aaron ma allo stesso tempo ho quasi perso il controllo di me stesso.
La voce del demone mi istigava a vendicarmi per tutto quello che lui mi aveva fatto, mi diceva di prenderlo a botte e di non avere paura di ucciderlo ma anche quella volta, sono riuscito a controllarmi.
Tuttavia, la rabbia che avevo dentro era troppa e in quell'occasione ho letteralmente dato di matto; ho buttato a terra tutto quello che c'era nel soggiorno di quella casa, ho preso a calci e pugni i muri e strappato le tende.
Dopo aver messo a soqquadro il soggiorno non avevo più niente su cui sfogarmi.
In quel momento la mia rabbia si è tramutata nell'ennesimo pianto isterico e continuavo ad oppormi alla voce del demone che continuava a suggerirmi sempre la stessa cosa: "Uccidilo".

Sono riuscito a riacquisire la calma solamente quando ho visto mia zia.
Mi ha calmato, mi ha portato con sé a casa sua e mi ha assicurato che avrebbe fatto di tutto per riuscire a farmi andare via da quell'inferno.
Se sono cambiato e sono la persona che sono oggi lo devo a lei, che ha deciso di prendermi con sé.
Ha lottato per anni e dopo varie battaglie legali, è riuscita ad ottenere la mia custodia.

Da quando ho iniziato a vivere con lei la mia vita è cambiata completamente; per la prima volta dopo tanto tempo vivevo con qualcuno che mi trattava come un essere umano e non come un mostro.

Nonostante fossi andato via da quella casa però, i miei problemi con loro non erano finiti, ma ben presto mi resi conto che non andavo ad ottenere assolutamente niente continuando a piangere, mi sentivo solo peggio e più pensavo ai miei problemi e a tutto quello che mi faceva stare male più ricadevo in quell'angoscia che odiavo ma che purtroppo faceva frequentemente ancora parte di me.

Col passare del tempo, cominciai a capire che dovevo trovare un nuovo modo per andare avanti ed il migliore si rivelò quello di mettere da parte tutto ciò che per me era negativo e di sviare qualsiasi tipo di problema che mi si presentava; dovevo concentrarmi solamente sui miei obbiettivi ed ignorare tutti i vari problemi esterni alla cosa che potevano presentarsi.
Dovevo diventare una persona radiosa, che non si abbatte mai.
Dopo un lungo lavoro su me stesso, ho iniziato a credere in me e si può dire che sono orgoglioso della persona che sono diventato adesso.

Voglio essere la parte positiva di me stesso; il Ryan simpatico e spensierato a cui tutti, io compreso, si sono abituati.
Non voglio avere preoccupazioni o problemi in più oltre a quelli che devo già gestire con Aaron e di conseguenza tendo a sviare tutto il resto dei problemi che mi si presentano.

Quando sono con le altre persone non mostro mai i miei problemi e cerco sempre di essere l'anima positiva e divertente del gruppo perché è la parte di me che preferisco.
Tuttavia, visto questo mio modo di fare, molte volte appaio alle altre persone come uno superficiale che prende sempre le cose con troppa tranquillità.
Generalmente non mi importa più di tanto cosa gli altri pensano di me, o almeno non mi importava prima di conoscere Francesco.

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