XV.

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Il giorno dopo, Harry si svegliò all'alba.
Non che avesse dormito chissà quanto. Dopo la guerra non riusciva a dormire più di qualche ora a notte.
Gli bastava un minimo fruscìo per svegliarsi di scatto, senza riuscire più ad addormentarsi.
Quella notte però si costrinse a dormire di più, o per lo meno a riposare.

Doveva essere in perfetta forma e mentalmente lucido.

Era consapevole che da lì a poche ore, le sue parole avrebbero potuto decidere il destino di qualcuno, e non doveva permettersi di sbagliare.

Il ragazzo, alle 7 in punto, era già pulito e vestito di tutto punto. Indossava un pantalone nero dal taglio classico che gli calzava comodo lungo tutta la gamba, una leggera camicia oversize bianca, raccolta all'interno del pantalone facendola risultare sblusata, ed infine una cravatta nera. Aveva poi trasfigurato il suo paio di scarpe in uno più elegante, con la promessa di andare in seguito a comprarne un paio vero.
I capelli non li aveva toccati. Tanto facevano comunque ciò che volevano.

Mangiò una fetta di pane imburrato e bevve una tazza di caffè, poi si lavò i denti e uscì di casa dopo aver salutato Kreacher, recandosi al ministero della magia.

Ministero della magia

Annunciatore:"SILENZIO IN AULA, CHE ENTRINO I GIUDICI ."
Una volta entrati, ognuno prese il suo posto.
An: "CHE ENTRINO GLI IMPUTATI"
Harry stava assistendo dagli spalti per i testimoni, e aveva il cuore in gola solo al pensare di riverlo- Rivederli*.
Non sapeva in che modo fossero stati trattati, ed aveva paura che le argomentazioni non bastassero per salvarli.
E poi, anche se ci fosse riuscito? Cosa avrebbero pensato di lui Draco e la signora Malfoy? Dopo tutto lui era lì solo per loro.. e non aveva la minima intenzione di salvare Lucius...ma così li avrebbe privati di un padre e un marito.

E poi, avrebbero accettato la sua proposta?

Insomma Harry era davvero agitato.

L'unica cosa che pose fine al suo flusso di pensieri fu il tanto agognato ingresso in aula della famiglia che, secondo lui, stava per dividere.

Gli insulti non si fecero attendere dalla tribuna degli spettatori, ed Harry, per quanto potesse cercare di apparire calmo, non lo era per niente.

La famiglia Malfoy era irriconoscibile.

Nulla del loro attuale aspetto, avrebbe fatto intendere quale casata nobiliare rappresentassero fino a pochi mesi prima.

Lucius, i cui lunghi capelli color Platino, un tempo fonte d'orgoglio, erano ormai ridotti a una massa informe, crespi e scuriti dalla polvere. Il viso, un tempo glabro, era ricoperto da una barba incolta e poco omogena. E gli occhi, se è possibile, erano ancora più lucidi di follia di quanto non fossero già prima della guerra .

Narcissa, ormai anche lei quasi irriconoscibile. I capelli sempre tenuti in rigido ordine, erano a malapena raccolti in un' acconciatura disordinata. Il viso, prima sempre curato, era stanco, impolverato e con qualche graffio. La sua schiena, prima sempre retta e composta, ora era curva e la donna riusciva a malapena a tenersi in piedi sorretta dal figlio.

Lo sguardo di Harry si posò infine su lui.

Draco, per quanto strano fosse, era l'unico ad essere per lo meno riconoscibile.
I capelli platino così simili al padre, erano sì cresciuti leggermente , ma sempre puliti, e raccolti in una piccola coda bassa in modo da tenerli ordinati.
Per quanto i suoi abiti fossero rovinati, risultavano quasi alla moda sulla postura dritta e orgogliosa del rampollo Malfoy, mentre con un braccio reggeva sua madre.
E infine il viso. Quello fu il tasto dolente per Harry. Perché, nonostante avesse già visto il dolore che quegli occhi uragano potessero contenere, in quel momento riuscì a malapena a contenersi dallo scendere in platea, quando proprio quegli occhi erano accompagnati da un taglio sul setto nasale, insieme ad un'ematoma sulla guancia.

Dire fosse furioso, è poca cosa.

Giudice: "I signori Lucius e Draco, e la signora Narcissa Malfoy sono presenti in aula?"
Luc: "Tch.. Lucius Malfoy, presente."
Dra: "Draco Lucius Malfoy, presente."
Nar: "Narcissa Malfoy ... P-presente"

Giu: "Molto bene, possiamo iniziare.
Famiglia Malfoy, sul vostro capo pendono ingenti accuse, tra cui: favoreggiamento al signore oscuro, partecipazione all'ordine proibito dei Mangiamorte, utilizzo di tutte le maledizioni senza perdono ed in ripetute occasioni, tentato omicidio, rapimento e maltrattamenti di minori, ostacolo alla giustizia...potrei continuare per tutto il giorno, ma la giuria e i qui presenti sono tutti ben informati riguardo al vostro fascicolo di reati.
Come tutti gli altri processi di Mangiamorte, non dovrete preoccuparvi dell'accusa, non sarà presente. Ma permettiamo una sfilata di testimoni che avranno il potere di esporre davanti la giuria, la quale sarà coresponsabile della sentenza. Che entri il primo testimone."

La poche persone presenti, prima rumorose, e che continuavano a vomitare insulti e minacce sugli imputati, si ammutolirono di colpo nel momento in cui videro che il primo testimone, era proprio il bambino sopravvissuto.

E non solo, essendo lui l'unico testimone, l'esito del processo, per quanto sembrasse già scritto, dipendeva solamente da lui.
L'attenzione di tutti, ora era rivolta su Harry, e su ciò che avrebbe avuto da dire.

Giu: "Sig. Harry James Potter, giura di dire la verità, solo la verità e nient'altro che la verità?"
Har: "Lo giuro."
Giu: "Acconsente a testimoniare consapevolmente sotto l'utilizzo del veritaserum?"
Har: "Acconsento."
Così dicendo prese la piccola ciotola e ne ingerì il contenuto.

Intanto, lontano dalle sue orecchie ben 5 persone entrarono in aula tra gli spettatori.
Her: "Accidenti a te Ron! Ti sei deciso troppo tardi e ora non vedremo niente!"
Gin: "Testa dura"
Ron: "Andiamo! Ho già detto che mi dispiace e che mi scuserò con Harry, ma insomma ora abbiate pietà!"
Mol: "Te lo sei meritato Ronald Weasley! Spera solo che tuo padre riesca a ottenere dei posti con una buona visuale"
Ron: "Miseriaccia...sarà questa la mia vita d'ora in poi?"
Art: "Il segreto figliolo, sta nel dare loro ragione prima ancora che possa avvenire la discussione. Capirai che nella vita ci sono delle cose per cui vale la pena lottare e delle cose per cui sono invece le persone che ami a valere molto di più."
Ron: "Hugh.."
Her: "shh, silenzio! Harry sta per parlare"

Giu: "La testimonianza può iniziare."
Har: "Salve a tutti, so bene che la mia presenza qui possa essere...alquanto controversa. Ma ritengo che, essendo una persona che ha visto ciò che è stata la guerra da vicino, tanto almeno quanto loro, sono l'unico in grado di poter raccontare la verità sulla famiglia Malfoy.
Inizio dicendo che, sì, le accuse sono tutte vere, e posso confermarle perché molti di quei reati...sono stati fatti sulla mia pelle."

Gli occhi di Harry e Draco si incontrarono per qualche momento, e le emozioni che Harry vide in quel grigio non fecero altro che preoccuparlo. Draco era confuso, forse il discorso di Harry non aveva effettivamente lasciato intendere nulla di buono, ed anche la paura si stava facendo strada in quell'uragano. Paura che il bambino sopravvissuto si stesse tirando indietro, che potesse infrangere la promessa, e paura di non riuscire davvero, a salvare la madre da quel destino ignobile che altrimenti sarebbe stato Lucius Malfoy. Perché la condanna era inevitabile, almeno per loro due. Non avevano altri appigli, ma non avrebbe retto ancora a vedere sua madre sotto quegli abusi.

Harry doveva sbrigarsi e far capire in breve tempo le sue vere intenzioni, ancora sconosciute al biondo.

Har: "..ma c'è un errore sui capi d'accusa."

Un mormorio si innalzò in aula.
Giu: "Ordine, ORDINE! E sentiamo signor Potter, quale sarebbe?"
Har: "Le accuse sono rivolte a tutti i membri della famiglia, ma io posso giurare, in veritaserum, che sia Narcissa che Draco Malfoy sono innocenti ed estranei alle accuse."

Dire che il pubblico era sconvolto è dire poco. Primo e forse più di tutti, proprio Draco Malfoy, che non immaginava minimamente che San Potter...stesse testimoniando a suo favore?

Giu: "Queste che sta facendo sono affermazioni forti sig. Potter. Lei è sicuro di ciò che dice ?"
Har: "Se ne avessi l'opportunità, le potrei fornire tutte le ragioni per credermi!"

La mia Epifania Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora