XXXIII.

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Era dunque la seconda volta, nell'arco della stessa giornata, che si ritrovava fuori la stessa porta.

Non sapeva bene cosa fare.

"Andiamo Har'! Hai affrontato basilischi, trappole mortali, torture medievali da confetti rosa, draghi, mangiamorte e il signore oscuro in persona, e ora hai paura di un furetto che ha usato troppo decolorante?
Sei o non sei un grifondoro? Quindi caccia le palle e va a chiedere a Malfoy cosa diamine è successo stanotte!"

Questo è quello che gli aveva detto Hermione. Ma lei non capiva che erano sempre stati i guai a cercare Harry, e quindi, per una volta che si trovava nella situazione opposta, non sapeva nemmeno da dove iniziare!

Come avrebbe potuto parlare con una persona che sembrava non volere assolutamente parlare con lui?
Non è che avesse sempre la Felix felicis a portata di mano!
Certo avrebbe potuto iniziare con il bussare alla porta.

-E se non mi aprisse?-
_Bussi di nuovo?_
-Certo, perché in caso non aprisse alla prima, mi aprirebbe sicuramente alla seconda!-
_Alhomora?_
-Invasione di privacy.-
_Puoi sempre scardinare la porta._
-No, quello sarebbe irruzio- Aspetta un momento, ricordami, chi dovrebbe essere la coscienza tra noi due?-
_Smettila di fare il codardo e bussa a quella maledettissima porta, Potter!_

Il grifondoro dunque, spinto dal fatto che persino la sua coscienza stesse dando di matto, si convinse e bussò alla porta di legno scuro, avanti alla quale si trovava già da quasi 10 minuti.

Tre tocchi e qualche secondo di attesa lo ripagaro con un borbottio incomprensibile, al quale seguirono altro silenzio e rumore di passi sempre più vicini.

Quando la porta si aprì, Harry era un misto tra il preoccupato e l'intenerito da quello che aveva davanti.

Draco Lucius Malfoy, figlio del mangiamorte per eccellenza, ex mangiamorte a sua volta, altezzoso mago purosangue dalla nobile stirpe, principe delle serpi...ridotto a un gattino spelacchiato.
Era li, in piedi, con i capelli in completo disordine, la camicia stropicciata e gli occhi ancora chiusi dal sonno.

Il moro sorprese se stesso nel pensare che fosse adorabile, ma i segni di lacrime sulle guance e gli occhi arrossati del biondo fecero prevalere la preoccupazione a quel pensiero, comparso per la seconda volta nella sua mente.

Insomma, chiunque lo avesse visto in quelle condizioni avrebbe sicuramente cambiato idea, istantaneamente, riguardo ai pregiudizi che ancora giravano nella comunità magica.

D'altronde, il biondo odiava farsi vedere in disordine, e questo si aggiunse ancora di più alla preoccupazione che aveva il moro.
Doveva essere successo qualcosa, o non avrebbe mai abbassato la guardia in questo modo.

_Povera anima, come avrà fatto a sopravvivere così a lungo tra quei folli?_
-Ha gli occhi gonfi..-
_Per Merlino, se solo lo avessero visto così..non oso immaginare come avrebbero potuto ridurlo._
-Avrà pianto sicuramente..-
_Carne da macello. Questo sarebbe rimasto di lui, nulla più! _
-Chissà per quanto tempo, deve essersi anche addormentato piangendo.-
_Ma- mi stai ignorando?!_

Harry parlò, prima che il ragazzo che aveva di fronte potesse rendersi conto della situazione e chiudersi dentro la stanza.
Har: "Draco..cos'è successo?"
Il moro allungò istintivamente la mano, in un gesto delicato, verso la guancia rigata dalle lacrime di Malfoy.
Questo ebbe come l'effetto di risvegliare il biondo, e paralizzarlo sul posto al tempo stesso.
Dra: "Po-Potter..? Che cosa ci fai qui?"

La mia Epifania Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora