XXX.

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Her: "Beh, direi che per oggi abbiamo finito."
Ron: "Grazie a Godric! Non avrei sopportato un'altra scenata di Malfoy."
Dra: "Il sentimento è reciproco Weasley. Dovresti essermi grato però, che se questa pozione non è esplosa è solo per merito mio, dato che tu sei- "
Her: " "un incompetente", ho indovinato?"
Dra: "Sì. Non avrei saputo dirlo meglio."
Har: "Invece avresti. Lo hai fatto per tutto il tempo."

La voce di Harry fece sussultare tutti e tre. Non perché fosse seria, il suo tono era scherzoso come il loro. Ma semplicemente perché da quando il biondo era tornato in stanza, si era come ammutolito e non aveva spiccicato parola.

In verità, aveva passato tutto il suo tempo a osservare Draco e le sue reazioni. E a pensare.
Mille domande diverse assalivano la mente del moro, ma tutte avevano un filo logico comune.

Come sarebbe riuscito a parlare con Draco se continuava a evitarlo?
Era vero che avevano dormito su quel divano insieme?
E anche se fosse, che cosa c'era di così sbagliato?
Certo, Harry aveva ritrovato una pace che non si sarebbe aspettato sarebbe più tornata, figurarsi accanto al biondo.
Per Godric, dovrebbe essere Harry ad essere imbarazzato, non quel furetto platinato!

Eppure il principino continuava a ostentare e far finta non fosse successo niente, ma intanto evitava Harry come se fosse accaduta la peggiore delle catastrofi.

Quindi...quale delle due era la verità?

Quella mattina, il biondo era sceso subito dopo che Harry lo aveva avvisato dell'arrivo degli altri...quindi prima lo aveva ignorato?

Però, se fosse stata vera la storia della pozione, poteva essere plausibile che non lo avesse sentito subito.

_Ma allora perché non l'ha presa prima?_
-Prima quando?-
_Prima di mettersi a leggere sulla poltrona._
-In effetti è strano...tu credi che abbia detto una bugia?-
_No, tu lo credi._
-Magari l'aveva presa prima, ma ha fatto effetto più tardi...-
_ Ti sei svegliato dopo aver dormito sul divano. Una pozione soporifera gli avrebbe dato il tempo di aspettare che tu ti addormentassi?
E di riusciure poi a farlo tornare in camera sua?_

Al diavolo la pozione e quella maledettissima coscienza!

Ma poi, effettivamente dove avrebbe potuto prenderla?
Lui non può uscire da solo. Narcissa non gradisce ancora girare per le strade della Londra magica, ed escludendo Andromeda a prescindere, poiché è impensabile che Draco possa chiedere aiuto, non avrebbe avuto modo di procurarsela.

A proposito, dove erano finite?

And: "Ragazzi? C'è qualcuno?"

La voce non troppo alta, arrivò dell'atrio.

-Eccole.-

Le due donne erano tornate dal loro tour giornaliero proprio in quel momento. Era ora di pranzo.

Her: "A-allora noi andiamo, ci vediamo Har'. Malfoy."
Ron: "Ah, quasi dimenticavo!"

I due grifoni si fermarono dal loro percorso verso l'uscita, quando il rosso si voltò di nuovo verso il moro.
Ron: "La mamma ha detto di passare a pranzo qualche volta insieme a Teddy, sono giorni che non vi vede."
Har: "Oh, ehm- va bene. Dille che passerò a salutarla questo fine settimana."

Ron sorrise e annuì tornando al suo percorso verso la porta.
In quel momento, entrarono dalla porta le due donne insieme al piccolo.
And: "Perché non ci vai ora Harry?"
Disse la donna salutando gli altri ragazzi presenti.
Lo stesso fece Narcissa, che si trovava al suo seguito.
Nar: "Già. Meglio approfittarne, visto che hai riposato bene."

Le sorelle Black si lasciarono uno sguardo malizioso, che fortunatamente non fu colto né da Ron, né tanto meno da Hermione, troppo impeganti a giocare con il piccolo Teddy, che Andromeda aveva passato in braccio ad Harry.
Quel bambino era una vera e propria calamita di attenzioni. Paffuto, perennemente allegro e dagli occhioni furbetti.
Una gioia per l'anima.

La malizia delle donne fu colta però dagli altri due presenti, e sortì l'effetto di confondere uno, e far impallidire l'altro.

And: "Abbiamo incontrato Kreacher per strada, è tornato insieme a noi. Ha detto che ci preparerà lui qualcosa da mangiare, quindi potresti andare a pranzo dai Weasley. So quanto una nonna ci tenga a un nipote, quindi non farla aspettare."

Il moro lanciò un occhiata in direzione di Draco, e lo trovò ancora che evitava il suo sguardo.
Sospirò.
Quella situazione lo stava stressando incredibilmente, e non capiva nemmeno perché! Essere curiosi non dovrebbe portare così tanta ansia!
Guardò i suoi amici che sorridevano speranzoni che accettasse quell'invito. In effetti era tanto che non passava un po' di tempo da solo con loro.

Har: "E va bene. Dopotutto è da tanto che non pranziamo insieme. Andromeda, qualsiasi cosa vi serva potete mandare Kreacher a chiamarmi."
Nar: "Draco, tesoro. Tu non vai con loro?"

Il biondo si raggelò ancora una volta sul posto. Mantenne lo sguardo evasivo e strinse i pugni.
Dra: "I-io... non mi sento molto bene madre. Anzi credo non pranzerò affatto. Andrò in camera."

Narcissa guardò la sorella in modo preoccupato.
Dra: "A domani."
E si avviò a passo svelto, verso le scale che conducevano in camera sua.

Una volta che anche gli altri ragazzi andarono via, il comitato Black si riunì per cercare di capire cosa fosse successo in quelle poche ore che erano state via.

Le due donne, rimaste sole, cercarono di capire cosa fosse succeso tra i due. Dopo una lunga pianificazione, decisero che la soluzione migliore era che fosse  Narcissa a parlare con Draco.

Così, dopo aver pranzato, la minore si recò al piano superiore, con un cestino di mele verdi e una brocca di succo di zucca.

Arrivata fuori la camera del figlio, sentì dei lamenti provenire dall'interno.

Nar: "Draco...ho portato delle mele e qualcosa da bere, mi apri?"

Passò qualche secondo in cui inziò a credere che, probabilmente, non avrebbe ricevuto risposta.

Dra: "No-Non ho fame madre...scusami ma ho bisogno di restare da solo."

La voce, per quanto si sforzasse di sembrare stabile, all'orecchio della madre era evidente quanto invece fosse tremolante e rauca di pianto. Questo fece agitare ancora di più la donna.
Nar: "Draco, tesoro, cos'hai? 
Hai pianto? Per piacere aprimi."

Altri attimi di silenzio in cui il biondo non accennava ad aprire, ma la donna non si arrese. Lo aveva promesso a stessa, dal giorno in cui fu assolta.

Nar: "Dray..."
Sentì un lieve sospiro dalla porta.
Nar: "Dray, ti ricordi? Ti chiamavo sempre così quando eri bambino. Finché non ho smesso quando tuo padre mi sgridò, perché quel nomignolo non era adatto al rampollo Malfoy...
Ma nel mio cuore tu sei sempre rimasto il mio Dray."

La donna appoggiò il vassoio a terra, andando poi a sedersi accanto ad esso.

Nar: "Non sono stata la madre migliore del mondo...ho commesso tanti errori nella mia vita. Primo tra tutti sposare tuo padre. Il secondo è stato assecondarlo. Dicevo di amarti eppure ti ho privato di così tante cose...Ho lasciato che le idee malsane di quell'uomo ti corrompessero, ho sofferto così tanto perché non potevo fare niente.
Solo da poco ho capito che invece potevo.
Potevo risparmiarti così tanto dolore. Se solo fossi stata più forte...
Ma ti giuro che ho sempre provato a proteggerti come potevo. Anche se non te l'ho dimostrato abbastanza, tu sei tutto per me figlio mio.
Quando le conseguenze dei nostri sbagli sono ricadute su di te, mi sono sentita lacerale.
Sono rimasta ferma quando sei dovuto crescere troppo in fretta, sotto tutto quel dolore e quelle responsabilità che non dovevano appartenerti. Non sono stata capace di difenderti..
Ma non voglio più stare a guardare.
Ho promesso a me stessa che avrei fatto di tutto per essere la madre che meritavi e cercare di rimediare. E ora lo prometto anche a te. Quindi, ti prego figlio mio, apri la porta e lascia che io provi ad aiutarti..."

La mia Epifania Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora