XXIII.

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Dra: "Adesso, hai intenzione di dirmi il motivo per il quale hai deciso di accompagnarmi?"
I due avevano comprato il gelato in un parco della Londra babbana, che, a detta di Draco, era il migliore della città. Era anche convinto che il gelataio fosse in realtà un mago, perché gli sembrava impossibile per un babbano creare qualcosa di così magico.
Harry pensava che, alla fine, a Draco piacesse solo essere complottista.
Intanto, si trovavano seduti su una panchina del parco.

Har: "Di che stai parlando?"
Dra: "Non fare il finto tonto con me, Potter. So perfettamente che non ti piace il gelato. E so anche per certo che non ti piaccio nemmeno io. Dunque, devi star sicuramente tramando qualcosa in quella tua testa da grifondoro, e ho tutta l'intenzione di scoprire cos'è."
Concluse con un ghigno soddisfatto di chi la sapeva lunga sulla questione.
Questo fece sorridere ancora di più Harry che si ritrovò a trattenere una lieve risata.
Draco era sicuramente complottista.
Decise di reggergli il gioco.
Har: "E sentiamo, cosa starei tramando?"
Dra: "Non so, sicuro nulla di buono. Magari stai pianificando come uccidermi ...magari hai insistito perché prendessi quei vestiti perché li hai stregati!
Come in quella fiaba, Biancaneve e i sette nani, dove la madrina ha tentato di soffocare la principessa con un corsetto."
Har: "Aspetta, come conosci Biancaneve?"
Dra: "L'ho letta l'altro giorno a Teddy, mentre tu eri impegnato al ministero."
Il moro doveva spesso recarsi al ministero per fare rapporto su come stesse andando la supervisione del biondo, in modo che non vi fossero problemi con la restituzione della bacchetta.
Har: "Audace da parte tua paragonati a una principessa, devo dedurre che io debba rivolgermi così a te d'ora in poi?"
Dra: "Sta zitto Potter!" Sbottò con un broncio, arrabbiato per non aver pensato prima a quanto potesse essere ambiguo paragonarsi a una principessa. Al massimo era un principe, un Re ancora meglio.
La sua risposta, però, non fece altro che far ridere il moro, di quella maledetta risata che il serpeverde trovava fin troppo cristallina per i suoi gusti.

Har: "Credimi Malfoy, se avessi voluto strozzarti, lo avrei fatto di notte, con queste stesse mani." Ghignò, ridendo, alzando le mani e agitando le dita ai lati del proprio viso.
Dra: "Ovviamente, rozzo come sempre."
Concluse, con tono non davvero offeso.
Dra: "Allora ti sei messo in combutta con il gelataio per avvelenarmi il gelato!" Riprese, ancora convinto del piano malefico di Potter.
Har: "Come la mela di Biancaneve, giusto?"
Draco non rispose, si limitò ad assottigliare lo sguardo e guardarlo in modo truce....prendendo intanto un altro boccone dalla coppetta. Cosa che che fece solo aumentare la risata di Harry.
Har: "Allora perché lo stai mangiando?"
Dra: "Se muoio avrò avuto ragione."
Harry scosse la testa divertito.
Har: "Se fosse avvelenato, pensi lo avrei preso anche per Teddy?"

In effetti lo aveva preso dalla stessa vaschetta.
Stette un po' a rimuginare, ma proprio non capiva.

Dra: "Magari hai fatto solo finta, aspetti che io muoia e poi lo butterai via."
Har: "Io non butto il cibo, e nemmeno l'acqua." Rispose serio.
Il biondo si sentì un po' scosso per quel cambio di tono repentino, ma non lo mostrò. Doveva comunque capire cosa stesse succedendo.
Rimasero qualche secondo in silenzio, il biondo continuava a riflettere, il moro semplicemente guardava le poce foglie che cominciavano a cadere dagli alberi, senza più ridere.
Dra: "Allora perché?! Perché fai tutto questo per me? Mi trovi davvero così patetico? Non voglio la tua carità." Concluse, esasperato da quel silenzio.
Harry si girò di nuovo verso il ragazzo dagli occhi di ghiaccio, nei quali lesse dolore e tormento, e rispose senza alzare troppo la voce.

Har: "Non ti trovo assolutamente patetico, o dovrei pensare la stessa cosa del me stesso di tempo fa, e credimi non sarebbe proprio il caso. Non è nemmeno pietà quella che provo verso di te. "Prova pietà per i vivi, per quelli che vivono senza amore." mi disse Silente, e non posso fare a meno di concordare con le sue parole. Io penso che tu invece sia ben in grado di amare, perché tutto quello che hai fatto, lo hai fatto per proteggere le persone che ami, la tua famiglia."
Il biondo lo guardò sconvolto come  se fosse stato scottato da quelle parole. Era vero, era stato costretto a commettere degli errori per tenere in vita se stesso e la sua famiglia, e il fatto che Harry avesse dato effettivamente più importanza a quello, piuttosto che alle sue azioni di per sé, gli scaldò il cuore. Sarebbe bastato solo quello a Draco, essere compreso. Ma Harry lo aveva anche salvato da Azkban, sorte che pensava ancora di meritare, e l'aver capito il movente dietro i suoi errori, non spiegava il motivo per il quale il salvatore del mondo continuasse a volerlo aiutare così tanto.
Harry, come se avesse capito cosa il biondo stesse per chiedergli, lo anticipò.
Har: "Anche io ho le mie colpe da espiare, avrei dovuto aiutarti prima. La verità Draco, è che io rivedo me stesso in te. Anche io ho passato tanti momenti difficili, la mia vita, che tu ci creda o no, era difficile anche prima di Hogwarts. Sto solo facendo quello che avrei voluto avessero fatto per me, e allo stesso tempo cerco di redimermi, salvado il salvabile. Un atto di puro egoismo."
Dra: "Harry...la guerra non è stata colpa tua, lo sai vero? "
Era il turno del moro di essere sorpreso, Draco Malfoy stava tentando di consolarlo?
Dra: "E poi...tu hai salvato tutti, persino me e mia madre. Non hai nulla da espiare, la gente ti tratta con rispetto e riverenza, non con disprezzo...non capisco come tu faccia a rispecchiarti in me."
Har: "Non è stato sempre così." Si limitò a dire sorridendo.
Dra: "Co-cosa, chi ti ha trattato così-"
Har: " Sarà meglio andare, è quasi mezzogiorno. Ron ed Hermione arriveranno a ora di pranzo e io ho ancora una pozione da rifare, se non ricordo male." Disse alzandosi dalla panchina in cui erano seduti. Draco capì che non avrebbe ricevuto altre risposte quando il moro gli porse la mano per farlo alzare e smaterializzarsi. Ma per il momento andava bene così, aveva già avuto tanto. E sicuramente avrebbe avuto altro tempo per indagare .
Afferrò la mano che gli era stata tesa, e nel momento in cui fu in piedi, si trovarono entrambi smaterializzati fuori il cancello di casa, ancora con le mani intrecciate.

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S. A.

Salve a tutti, ho notato che il capitolo XVII ha meno visualizzazioni di quelli successivi. Ho pensato che magari  a qualcuno non fosse arrivata la notifica, quindi sono qui per avvisarvi che in realtà è tutto pubblicato.  Se avete problemi potete contattarmi e cerchiamo di capire come risolverli.
In ogni caso, ho aperto una pagina su ig e mi farebbe piacere se iniziaste a seguirmi anche lì. Sto pensando di cambiare la copertina della storia e lì pubblico tutti gli aggiornamenti.
Mi trovate con lo stesso nome, storie_di_notte.
Come al solito,
Un forte abbraccio e un bacione,
-Annie❣️

La mia Epifania Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora