capitolo 1 ricominciamo a combattere

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"Io sono tuo padre."

Ed ora, si dice che lei può anche insultarlo, minacciarlo e persino ucciderlo ma lui non si muovera da qui.
Perché è disperato quanto felice di averla finalmente davanti a sé e niente ora lo fermerà dal provare a riverla con sé.

È lei, è sua figlia, lo sente dentro allo stomaco fino al cuore e sembra tutto un fottuto casino.
È strano averla davanti dopo tutto questo tempo passato immaginarla, a idealizzare questo incontro.
Aveva tante cose in mente da dirle e invece ora rimane in silenzio davanti al suo sguardo di ghiaccio così uguale a quello della sua amata Penelope.

Più la guarda e più gli ricorda la sua amata, in tutto per tutto se non fosse che invece il fuoco che le vede dentro è uguale al suo.
Sorride ripensando a quando sua madre era incinta e aveva paura che con il suo lavoro avrebbe trascinato anche la piccola Caterina con se.
E invece a guardarla, capisce che il sangue è sangue e che anche se non la crescita lui, lei comunque è entrata in questo mondo diventandone la regina.
Quando si dice l'ironia della sorte.

Più di vent'anni sono passati dall'ultima volta che la vista, dallo specchietto centrale della macchina, nell'ovetto a giocare con la bambolina che lui gli a regalato, bellissima con quei capelli neri bluastri e gli occhi chiari come il ghiaccio.
Ricorda persino il suo prima sorriso, l'ultima cosa che ha visto prima della tragedia.
Ed ora cede alla tentazione di avvicinarsi ancora un po, un po di più a lei, accontentandosi di un passo quando l'anima invece grida di stringerla a sé.
Osservando da vicino i dettagli del suo viso contratto, il labbro inferiore stretto tra i denti e le sopracciglia corrugate, bellissima quasi angelica anche se non ha più nulla della bambina di appena un anno a cui pensava di aver detto addio.

Confutando che però buon sangue non mente.
All'improvviso il pugno di kim gli colpisce la guancia, offuscandogli la vista e lasciandogli il gusto del sangue in bocca.
Tutti rimangono sconvolti nel vedere Black finire a terra e Kim strofinarsi le meni come chi ha appena buttato là spazzatura.

"Bene, anche questa è risolta.
Ora ho altra robaccia di cui non mene frega un cazzo."

Kim lo liquida così, tornando in casa insieme agli mentre Seba si inginocchia vicino al suo capo, lo aiuta a mettersi seduto sugli scalini davanti al portone.
Sconvolto per come è stato trattato, Seba stringe i denti deciso a tirare fuori la pistola e a sbattere i pugni contro il portone finché quella donna non uscirà fuori a scusarsi.
Ma invece il suo capo scoppia a ridere accarezzandosi il livido che gli ha lasciato la figlia.
Nessun dubbio ormai, lui avrebbe reagito allo stesso modo e sua figlia ha preso forse il peggio di lui.

"Black Mirror?
Sei tu o una allucinazione?"

Alzando lo sguardo, si trova davanti Albert Miller che lo guarda tra il confuso e la sorpresa.
Nulla da criticare, infondo i due non si vedono da molti anni e ora si ritrovano qui con lui livido e molto lontano da casa, è naturale che sia sorpreso di vederlo.

Asciugandosi il riviolo di sangue che gli macchia l'angolo della bocca con la manica della camicia, si rimette in piedi cercando di non sabrare patetico.

"Sono proprio io Albert e devo ammettere che il tempo è stato più clemente con te che con me."

Si salutano con il sorriso e una stretta di mano.
I due un tempo erano alleati nonché colleghi di lavoro, rimasti sempre in buoni e rispettabili rapporti.
A tal proposito, Black avrebbe potuto chiedere aiuto a lui, dato che sa bene che il nipote è il fidanzato di Caterina, ma ha preferito fare a modo suo, finendo con un bel pugno in faccia.

Quando Albert gli chiede cosa lo porti qui, Black non sa esattamente da dove iniziare e come rispondere, alla fine limitandosi a dire che è qui per questioni personali.

The Queen 4 (il trono di spine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora