capitolo 43 la mia malattia

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Carter osserva l'orologio attaccato alla parete che segna le diciassette.
Non veve Kim dalla sera prima, è completamente scomparsa e neppure Black ha saputo dirgli dove lei sia.
Entrambi lo sanno, se lei non vuole essere trovata nessuna riuscirà a sapere dove sia.

Potrebbe provare a chiedere aiuto a Simon, utilizzando il GPS della macchina, ma sa che non sarebbe giusto nei confronti di lei, sa che in questi casi ha bisogno di pensare lontano da lui per quanto faccia male ad entrambi.
In più ha già ricevuto una bella sgridata da Alex e Nik, non sopportebbe anche gli insulti di Simon.

Così, sospira rimanendo seduto sul divano aspettando il suo ritorno.
L'unica cosa che gli dà sollievo è Black che più volte gli ha detto che lei sta bene ma che semplicemente ha bisogno di stare da sola.
Ma almeno sta bene e al sicuro.

È sempre così.
Kim è così.
Quando succede qualcosa, lei scompare chiudendosi in sé stessa finché non è pronta ad affrontare il problema.
Da una parte vorrebbe pretetendere il suo ritorno, perché l'unico modo per risolvere è parlarne, farle capire che gli ha detto tutta la verità, ma d'altra parte sa di aver sbagliato e di non avere nessun diritto su di lei e di essere ascoltato.

Sospira, forse a chiunque altro il loro potrebbe sembrare uno stupido litigio perché infondo Carter ha rifiutato Stella e alla fine ha solo passato una sera in discoteca.
Insomma non è così grave, in una relazione normale avrebbero risolto dopo una litigata ma con Kim nulla è semplice o normale.

Con Kim ogni cosa e emozione è intensificata dieci volte tanto, il suo calore è un fuoco che lo circonda a consumarlo fino a renderlo brace e il suo gelo ha la capacità di rendere marmo persino l'immensità dell'oceano.
Se pensa all'amore che Kim prova per la sua famiglia, capisce che anche quando ama Kim ci mette più di tutta se stessa e altrettanto quanto odia.

Lei non ha mezze misure, consuma e si lascia consumare fino alle ossa, un po come un drogato dipendente da una dose di eroina in più che una volta assunta sviluppa i propri sensi fino a percepire una farfalla che sbatte le ali.

In più c'è il problema "fiducia".
Conosce il suo passato e quanto sia difficile per lei fidarsi ciecamente ed ora si rende conto che Kim non si è mai fidata completa di lui ed ora è come se fosse messa all'angolo davanti a una scelta decisiva.
Fidarsi oppure no.

Così rimane fermo ad aspettare che torni e gli dica qualcosa, qualsiasi cosa che sia anche semplicemente litigare.

In questo momento preferirebbe litigare, urlare contro anche persino arrivare a farsi male fisico.
Invece è da solo, con l'indifferenza della sua assenza che uccide lentamente.

" Stai ancora aspettando lei?"

Gli chiede Jordan affiancandolo, l'unico che gli ha tenuto compagnia per tutto il giorno.
Questo piccolo eroe, molto più coraggioso di quanto lui potrà mai essere, è stata la sua unica distrazione oggi, la sua salvezza.

Ma nonostante il piccolo si sia impegnato tanto a distrarlo, lei è sempre lì nella sua mente, sotto la sua pelle e nella sua anima.
Torturandosi come un masochista, per ciò che ha fatto, sentendosi sempre più un verme che non ha il diritto del perdono.

E ha paura.
Perché nessuna ferita auto inflitta può paragonarsi alla sua perdita, perché lei ormai  è parte di lui, della sua anima, come una fiamma che gli brucia dentro e se essa si spegne lui si spegnerà con lei.

Si rende conto di averla data per scontato nell'ultimo periodo, arrivando a perderla per una sua insicurezza che ora sembra una stupidaggine.

" Si.
Aspetto lei."

Perché ora, a mente lucida si rende conto di quello che Kim ha fatto per lui, ripercorrendo tutte le volte che lei si è resa fragile e lui, donando ogni parte di sé nonostante lui sapeva quanto  fosse difficile per lei.
Perché solo ora se ne rende conto?

The Queen 4 (il trono di spine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora