capitolo 35 lieto fine, o forse no?

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"Ok, vuoi dirmi cosa hai?"

Dopo mezz'ora, un bar e un tabacchino il silenzio di Carter è diventato davvero insopportabile.
Da quando sono usciti dal negozio di Silvia non ha una parola seguendola senza rivolgere lo sguardo.

Si ritrova a sospirare, ancora  una volta Kim non lo capisce e non riesce a vedere quanto  ciò che è successo  lo ha innervosito.

"Mi vuoi rispondere cazzo?"

Si  mette  davanti  a lui  fermando il suo passo con una mano sul petto.
Sotto il suo tocco sente il suo respiro forte e affannato e quando alza lo sguardo rimane scioccata dalla rabbia e dalla delusione che vede in lui.

"Devo davvero spiegartelo?
Non ci arrivi?"

Perché è così difficile per lei capire, non stanno insieme da qualche settimane anzi sono ormai mesi che condividono ogni giorno, ogni attimo, ogni respiro.
Eppure lei rimane immobile, con la bocca impastata dalla confusione e dalla sorpresa.

Carter si passa le mani tra i capelli, cercando di rimanere calmo perché sa che con la rabbia non risolverebbe nulla.

"Io volevo solo un po di tempo con te in tutta tranquillità.
Andare via dalla guerra per poterci vivere con serenità, solo noi senza pistole puntate o responsabilita.
Ma tu non sembri volerlo quanto lo voglio io."

Parla calmo, ma dentro la rabbia e la delusione con i suoi denti affilati lo stanno consumando.
E così sbagliato volersi vivere loro stessi, essere una semplice coppia in vacanza, vivere quei piccoli attimi di normalità.

Fino ad ora ha messo a tacere  questo suo bisogno perché avevano altre responsabilita, una guerra da combattere e un arma8 sempre carica sotto  al cuscino.
Ma ora, è crudele averlo illuso di aver lasciato la guerra lì per stare con lui, quando lei non sembra voler essere solo Kim.

" L'hai visto anche tu che erano nei guai.
Cosa avrei dovuto fare?"

Non capisce,  sente solo quello che vuole ed è così  frustrante.
Si guarda intorno notando quanti sguardi hanno  attirato, così  la prende per il polso camminando a passo veloce verso un cunicolo  isolato lasciando che poi lei  si sfila  dalla sua presa  forte con sguardo nervoso.
Ecco, ora è lei quella  arrabbiata, esilarante.

"Non puoi salvare tutti Kim.
E comunque avresti potuto chiamare Black, ci avrebbe pensato lui, invece no perché il tuo orgoglio è più forte  del mio bisogno di stare con te  senza dover pensare a tutta quella merda."

Non lo ha mai visto così arrabbiato, ma è semplicemente stanco e deluso.
L'ha sempre sostenuta, mettendo tutto da parte per cercare di capire lei, i suoi modi di fare e le sue difficoltà nel condividere la sua vita con lui.
Ma ora che nessuna scusa regge, è difficile accettare e tacere mettendo da parte anche se stesso.

"Siamo appena usciti da un casino  siamo venuti qui per stare tranquilli.
E tu ti sei messa in un altro guaio."

Lei rimane silenziosa ed è forse questo a innervosirlo di più.
Vorrebbe che per una volta gli desse ragione, dicendogli chd lo ama e che lo capisce, ma lei come sempre rimane immobile e indifferente chiudendolo fuori.

A cosa è servito combattere, promettersi che un giorno avrebbero avuto un lieto fine se è lei a non volerlo davvero.

"Pensi che Paolo se ne rimarrà fermo e buono, con questo affronto ti sei messa un bersaglio sulla schiena.
Ed ora invece di poter fare una semplice passeggiata mano nella mano, dovremmo camminare a passo leggero con la mano sempre pronta sull'arma.
Tutto per il tuo orgoglio."

Finalmente Kim sembra risvegliarsi forse perché offesa dalle sue parole, da come la stia descrivendo come una stupida egoista.
In silenzio di lecca le ferite, perché non pensava davvero che Carter avrebbe reagito così, con tanta rabbia.

The Queen 4 (il trono di spine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora