capitolo 44 Elisabeth house

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I primi di settembre si avvicinano, Kim e Carter da un paio di giorni sono rientrati dalla loro vacanza soddisfatti e rilassati grazie alle ultime settimane passate insieme.
Dopo la loro discussione, Kim ha provato a mettersi  nei panni di Carter lascia do a Black e Simon il progetto dei negozi di Silvia mentre lei si è completamente dedicata alla sua relazione.
Scoprendo quanto in realtà sia piacevole pensare solo a sé stessi e godersi il tempo senza dover pensare al domani o ai problemi.

Anche se una volta tornati a casa è stato difficile tornare ai loro vecchi ritmi, agli affari, alla loro famiglia rumorosa e invadente.
Appena hanno attraversato la porta di casa sono stati tirati da una parte all'altra e questa mattina non è diverso.

Kim sbuffa spegnendo la sveglia sul telefono, maledicendosi per aver accettato di uscire con Kessie di mattina presto.
Quando un paio di settimane fa ha risposto a quella strana richiesta di Kessie, non pensava che si sarebbe dovuta svegliare presto dopo che la sera prima hanno festeggiato il loro ritorno fino  all'alba.

"Così imparo a farmi I cazzi miei."

Parla tra i denti A voce bassa per non svegliare il suo uomo dormire nudo tra le lenzuola.
Dovrebbe essere illegale lasciare tanta lussuria e bellezza per andare chissà dove, il pensiero di mandare tutto a fan culo e trovare un impegno più piacevole per rimanere sveglia le sfiora la mente, ma un bussare invadente sulla  porta continua a ricordarle quanto non sia più abituata a un po di privacy.

"Kim, sono Kessie, ti aspetto di sotto."

Troppo tardi, Kim capisce che non se ne libererà facilmente e rischia di svegliare Carter per avere un bel buon giorno e finire per essere interrotti sul più bello.
Così, ormai rassegnata, si prepara velocemente dopo una doccia calda e rigenerante un po per la stanchezza e un po per il piccolo festeggiamento privato i cui invitati solo lei e Carter.

Trova Kessie in cucina, con una tazzina di caffè, una brioches al cioccolato e un sorriso ruffiano.
La piccola Miller si sta giocando le sue carte alla perfezione, peccato che Kim sappia quanto sia stata addestrata da Sara per tenersela buona.

Insomma, che Kim sia convinta oppure no, dopo dieci minuti di assoluto silenzio, perché Sara le ha consigliato di parlarle poco o addirittura per nulla di prima mattina le due si trovano in macchina con destinazione sconosciuta.

" Mi dici almeno dove stiamo andando?"

Sbuffa annoiata, anche perché è Kessie a guidare e non solo non le da il piacere di condurre lei la macchina ma in più sia lei che Sara guidano come se la patente l'avessero comprata su internet.
Ma la piccola Miller nega con il capo ridacchiando divertita.

Così sbuffando e fumando una sigaretta, dopo circa venti minuti di viaggio finalmente Kessie parcheggia la macchina davanti a un grosso edificio dimenticato e consumato dal tempo.

"Arrivati."

Sorride la Miller scendendo dalla macchina con Kim che la segue a ruota.
È davvero curiosa del perché si trovano qui, anche perché l'unica volta che ha visto Kessie tanto agitata e sicura di sé è stato quando ha litigato con Cam perché non la voleva far uscire e andare a consegnare le tesi.
Perciò deve essere qualcosa di importante.

Kim si guarda intorno, la zona non è tanto isolata anzi è in pieno centro, strano date le loro abitudini a girare in zone più...
"Riservate".

" Mi vuoi uccidere di già?
E io che pensavo di starti simpatica."

La prende in giro appena entrano nell'edificio che sembra non vedere una scopa e una paletta da anni, osservando generazioni di ragni che forse vivono qui da un decennio buono.
Il motivo della sua battuta è sopratutto un tentativo di arrivare al dunque, dato che Kessie è diventata improvvisamente seria torturandosi le pellicine del l'indice tra i denti, con lo sguardo impaurito e insicuro.
Peccato, era partita così bene.

The Queen 4 (il trono di spine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora