capitolo 7 il meno è fatto

313 13 2
                                    

La morte di Gionata ha portato un po di calma in Villa Queen, ma non abbastanza.
Non è mai abbastanza.

Sul calendario appeso in cucina una x rossa segna la cena con Victor, che si avvicina sempre di più.
Il meno è fatto, Gionata alla fine dei conti era solo un sassolino fastidioso nella scarpa.
Il peggio deve ancora arrivare.

Sono passati un paio di giorni, ormai giugno equasi finito ma questa situazione sembra l'inverno che non vuole passare.
Non è ancora l'alba, ma kim sono ore che è sveglia e si rigira tra le lenzuola irrequieta.
Non ricorda neppure più quando è l'ultima volta che ha dormito per una notte intera e inizia seriamente a sentirsi nervosa e almeno più del solito.

Osserva Carter dormire tranquillo, con un braccio a tenerla in vita vicino a se.
È la prima volta che lo vede dormire così sereno da quando questa storia con Gionata è iniziata e la sentito in preda agli incubi per due giorni dopo che è morto il fratello.
Non vuole svegliarlo, così scivola lentamente dalla sua presa, optando per farsi un caffè e magari un corsetta.
E da un po che non si allena, potrebbe davvero aiutarla a pensare con più lucidità.

Afferando una tuta, decide di cambiarsi nel bagno del corridoio, per fortuna libero dato che ognuno ha il suo in camera.
In casa c'è il completo silenzio, tanto che rimanda il caffè a quando tornerà, in modo da fare meno rumore possibile e, infilando le cuffie nelle orecchie, inizia la sua corsetta mattutina.

Il vento fresco le da sollievo alla pelle e l'alba che sale piano davanti a se segna quasi un punto di arrivo, una linea da superare, l'ideale per il suo animo competitivo.
Ma questa mattina, preferisce semplicemente lasciarsi trascinare dai pensieri, cercando un ordine che forse non esiste.

Con gli altri hanno elaborato decine di piani per affrontare la cena con Victor, ma nessuno di questi sembra quello giusto.
Alla fine hanno concluso che la seguiranno e che se avrà bisogno li chiamera e interverranno.
Un bel piano del cazzo.

Sperava almeno che Massi e Simon trovassero qualcosa da usare come difesa, ma il primo ha trovato ben poco e il secondo è ancora emotivamente distratto.
Il suo umore nero non è migliorato con la morte di Gionata e Kim ha voluto dargli il tempo di sbollire la situazione.
Ma il problema principale è questo, il tempo sta per finire e per la prima volta kim non sa come rallentarlo.

Victor Stendhal non è uno stronzo qualunque, non può sottovalutarlo e non può affrontarlo faccia a faccia.

Nonostante sembri un coglione, tiene l'intero consiglio in pugno e ha uomini in tutti il paese.
Forse persino gli uomini di Kim, o almeno alcuni di loro, appartengono anche a Victor.
Si è fatto un nome, è potente ma sopratutto ama avere sempre più potere, ingordo come gli antichi romani che vomitano solo per mangiare ancora di più.

Conosce Kim, la sua vera identità, la sua famiglia e i suoi punti deboli.
In più, è imprevedibile perciò non possono calcolare le prossime mosse  ma solo cercare di rimanere in galla alla ricerca di un appiglio.

Mentalmente come fisicamente, kim continua a correre verso le risposte cercando di seminare i mille dubbi.
Fini a fermarsi di colpo e sentire il bruciore nel petto dovuto al fiato trattenuto.
Correre in genere l'aiuta, ma oggi restare sola con i propri pensieri è quasi pericoloso.

"Fan culo."

Tossisce le mille sigarette che le stanno rovinando i polmoni, per poi fare retro fronte e correre verso casa, cazzo non si è nemmeno accorta di aver corso per kilometri.
Deve smetterla di perdersi tra i suoi pensieri.

Quando fa ritorno a casa, l'alba è ormai giorno e la casa si sta già animando come al solito.
I ragazzi hanno già fatto colazione e salutando kim sulla porta vanno a "lavorare", l'unico a fermarsi è Carter ma solo per darle il bacio del buon giorno prima di lasciarla sola con le ragazze fino a questa sera.

The Queen 4 (il trono di spine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora