capitolo 18 giu le mani dai miei demoni

296 17 6
                                    

E sempre strano svegliarsi per Kim dopo uno scontro.
All'inizio è semplicemente la luce che gli sfiora le palpebre, quasi un piacere come lo è il respirare il dolce profumo di casa, che però pultroppo viene macchiato dalla puzza di disinfettante e medicinale.
Dio, spera davvero di non essere di nuovo in ospedale.

Comunque, è quasi piacevole come risveglio, almeno finché il suo corpo non si ricorda di farsi sentire.
La gola secca si graffia di un respiro trattenuto, investita completamente da un dolore costante e ovunque.
Deve davvero smetterla di farsi picchiare, inizia a diventare noioso svegliarsi così.

Apre leggermente gli occhi, cercando di distinguere le sagome che le girano intorno.

"Buon giorno bella addormentata."

Buon giorno un corno, dio gli fa male ovunque e ha una sete che potrebbe competere con un cammello.
Con calma si gira verso la voce, trovando un bellissimo biondo con due occhi più viziosi del fumo della sigaretta.

Abbassa di poco lo sguardo, osserva la camicia bianca stretta sui muscoli delle braccia e sulle larghe spalle, due bottoni mancanti mostrano una leggera peluria tra cui non vede loro passare le dita, per non parlare del pomo d'adamo che sale e scende, quanto le piacerebbe dargli un morso.
Si, questa mattina potrebbe davvero diventare buona.

"Se questo è l'inferno, voglio spostare la residenza qui, definitivamente."

Parla a fatica, quasi dolorosamente a causa della secchezza in gola, ci vorrebbe davvero un goccietto si vodka.
Carter capendo le sue necessità si allontana per prenderle un bicchiere d'acqua, facendo il grande errore di lasciare quella sconsiderata da sola.

Kim prova a sollevarsi, davvero convinta, ma appena si solleva una scossa di dolore le parte dalla gamba fino alle meningi.

"Cristo."

Parla tra i denti, rischiando davvero di mordersi la lingua.
Spostando leggermente lo sguardo, nota un ago nel braccio che porta direttamente a due bottiglie appesa.
Sicuramente una per il nutrimento e l'altra deve essere morfina, ecco spiegato perché non sta urlando per il dolore.
L'unica nota positiva e che non le hanno messo un catetere, quello si che sarebbe stato poco dignitoso.

Carter torna subito da lei, sbuffando e sgridandola, facendole bere con cura dal bicchiere pieno d'acqua fresca.

" Come ti senti?"

Bella domanda, essere investita da una macchina, poi da un treno e poi da un carro armato, si avvicina molto alle sensazioni che sente.

Con delicatezza, anche troppa, l'aiuta a mettersi leggermente sollevata, ma senza raggiungere i novanta gradi.
Non è poi un così grande cambiamento.

" Sempre meglio di te.
Hai visto la tua faccia?
E poi, da quand'è che non ti fai una  doccia?
Puzzi."

Tutte cazzate, è bello come sempre e il suo profumo gli fa venire il langurino, ma preferisce non sembrare una milf cannibale.
Invece Carter, ingnaro dei suoi pensieri poco ma molto pochi casti, sorride divertito spostandole un ciuffo dal viso.

" Sì stai bene.
È sempre bello il risveglio con te."

Si, è bello essere finalmente a casa.
L'orologio digitale poco lontano dal letto, sul como, segna le quindici abbastanza accettabile, il problema è la data che lampeggia poco sotto all'ora.
Ha dormito per due giorni cazzo, ma alla fine sbuffa abbastanza annoiata, le è andata meglio delle altre volte.

Si guarda con più attenzione il corpo semicoperto da un lenzuolo, mentre indossa una canottiera e un pantaloncino, poco importante dato che ha talmente tante fasciature in corpo da far invidia a una mummia, per non parlare del gesso alla gamba e al braccio.
L'hanno confezionata peggio di un pacco regalo.
Dio quando smetterò di ridurmi così?

The Queen 4 (il trono di spine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora