capitolo 3 accoglienza

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" Spegnete le luci.
E l'ora del coprifuoco."

Le luci si spengono e il silenzio incombe in tutta la casa.
Ognuno nascosto in un angolo preciso della casa, Kim dietro al mobile proprio vicino alla porta, pronta a dar loro il benvenuto.

Dalle finestre del soggiorno, i fari di alcune macchine illuminano i mobili mentre si sente il rumore delle gomme che slittano sulla ghiaia fino a fermarsi.
Sono arrivati.

Il respiro controllato, quasi inesistente nel petto di Kim mentre ascolta la serratura della porta che viene scassinata rumorosamente.
Che idiota Gionata ha mandato dei coglioni a fare un lavoro da uomini.

" Guardali sono già a dormire gli stronzi."

Parla uno degli stronzi quando finalmente riescono ad entrare in casa.
Passo dopo passo entrano tutti, l'unica cosa di cui Kim può dargli merito è che sono in tanti, ma le importa fino a un certo punto.
Tanti o pochi finiranno uno dopo l'altro a terra.

"Cazzo, non si vede niente."

Impreca uno dei tanti, provando ad accedere le luci, peccato che il contatore è stato abbassato chissà da chi.
Carter dal suo nascondiglio poco lontano li osserva con attenzione sfruttando la luce dei fari ancora fissi sulle finestre.
Non vede armi da fuoco e ciò vuol dire che hanno l'ordine di non uccidere, sicuramente il fratello vorrebbe umiliarli prima di ucciderli, stupido da parte sua sottovalutarli così facilmente.
Ma poi qualcosa di molto più stupido esce dalla bocca di questi coglioni.

"Abbassa la voce cazzo e ricordati che Gionata li vuole tutti vivi, soprattutto Kim Dich."

Non si era sbagliato, il fratello ha messo gli occhi sulla sua donna, pezzo di merda.
Stringendo i pugni Ha davvero voglia di uscire allo scoperto e spararli tutti, ma un fuoco incrociato potrebbe andare a loro svantaggio, oltre al fatto che creerebbe parecchi danni in casa loro.

"E come dargli torto, quella donna è la più sexy che il Bronx abbia mai visto.
Mi farei fare volentieri un servizzietto da quella beccuccia rossa fuoco, deve essere davvero una gran porca."

Kim alza gli occhi annoiata dai loro commenti, nemmeno tanto originali.
Al contrario di Carter che sente la lava nelle vene nel sentirli parlare della sua donna come se fosse una puttana.
Non solo stanno entrando in casa sua, ma senza vergogna mancano di rispetto a lui e alla sua donna.

Istintivamente spinge pugno contro l'armadietto, cercando di calmarsi, provocando pero così un leggero rumore.

"Hai sentito anche tu?"

Si allarma uno degli uomini, puntando lo sguardo verso la cucina, verso Carter che trattenendo il respiro rimane immobile, con Nick al suo fianco che lo guardo con rimprovero.
Ma per fortuna gli uomini di Gionata sono davvero degli idioti.

"Hai le allucinazioni fratello, io non ho sentito niente.
Dai, non perdiamo ulteriore tempo, saliamo su."

Perdendo qualsiasi interesse verso la cucina, puntano alle scale che portano al piano superiore, senza aver fatto i conti sul fatto che Kim e gli altri non hanno nessuna intenzione di farli avvicinare alle loro ragazze.

È un attimo, il respiro che rallenta ancora di più nel petto, il rumore dei loro passi che sporcano il pavimento, la mano che lenta si avvicina  alla caviglia dell'uomo che le dà le spalle.
La afferra con forza tirandola verso il basso e l'uomo cade a terra di faccia, tirando con sé il compagno che aveva vicino.
È il segnale, è l'inizio.

Le luci vengono accese di colpo non dando loro il tempo di abituarsi alla vista affannata, che si trovano circondati dagli uomini della the queen.

"Cazzo è una trappola."

The Queen 4 (il trono di spine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora