capitolo 15 stringersi e proteggersi

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" Kim.
Kim."

Elia la scuote, svegliandola del breve riposo.
Socchiudendo gli occhi, si rende conto del frastuono chiedendosi quanto fosse stanca per non esservi svegliata prima

Ha riposato ben poco, le ossa ancora gli fanno un male cane e i muscoli sono atrofizzati, ma se lo farà bastare, se Elia la svegliata deve essere il momento.
Devono muoversi in fretta ne dipende la loro stessa vita.
La sua e quella di questo ragazzo che sta rischiando tutto per salvarla, fidandosi ciecamente di lei.

" Sono arrivati.
Sono alla porta principale."

Cerca di alzarsi con il suo aiuto, ma mi le è quasi impossibile qualsiasi movimento, tanto che alla fine Elia la sorprende prendendola a posa di sposa stringendola a se.
Strano che questo contatto non le crei fastidio.

" Dobbiamo andare al portone principale."

Kim nega con il capo, fermandolo prima che esca dalla stanza.
Una volta li fuori dovranno essere veloci, o meglio lui dovrà essere veloce a muoversi, e non ci sarà tempi per parlare.

" No.
È un diversivo.
Sarebbe da suicidi attaccare direttamente.
Dobbiamo andare verso la cella."

Parlare è doloroso, il fianco sbatte contro il ventre del ragazzo spingendo sui lividi e rubandole il respiro.
E davvero al limite ma non si arrende, non ora che ci sono così vicini cazzo.

" Ma..."

Gli fa segno di tacere, sistemandosi con cura il braccio più vicino al petto, capendo anche la difficoltà che ha Elia a tenerla così facendo attenzione anche alla gamba.

" Fidati di me.
Ed io mi fidero di te."

Lui la guarda e annuisce, senza pensarci.
Uscendo dalla stanza e camminando il più velocemente possibile verso i sotterranei.
Kim cercando di non perdere i sensi, si concetra sui lineamenti giovani e delicati del ragazzo.
Chi è questo ragazzo?
Cosa c'entra con loro, con il loro mondo?
Niente, non ha risposte, ma ormai a legato con lui anche se in tragiche circostanze.

Lui la tiene stretta a se, con il respiro in affanno per la fatica e Kim fa di tutto per nascondere il dolore stringendo i denti.
Ogni passo e una scossa di dolore verso il cervello che sublica di spegnersi almeno per un po.

La casa è nel caus, le urla e i colpi di pistola coprono i loro passi, rendendoli invisibili.
Un esplosione fa tremare il grande lampadario di cristalli sopra di loro e Elia per scansarlo si spinge contro il muro, proteggendo Kim con il suo stesso corpo.

Lei trattiene l'urlo di dolore per l'impatto contro il muro, sopratutto per rispetto ad Elia che è rimasto ferito da un dei cristalli che gli ha graffiato la spalla.

Lo vede fare lunghi respiri, la camicia sporcarsi di sangue e gli occhi lucidi per il dolore.
Ma resiste, per rispetto di lei che ha subito molto di peggio, stringendo i denti e continuando la sua corsa.
Ammirevole, davvero.

Altre urla, altri colpi di pistola e sulle ciglia di kim si forma una lacrima
Dio ci sei? chiede stringendo gli occhi e pregando che la sua famiglia stia bene.
Devono stare bene.

Continuano a camminare indisturbati, nessuno fa caso a loro, nessuno nota una donna con una gamba fasciata, piena di lividi e vestita con abiti maschili tra le braccia di un uomo che suda a fredda tra la fatica e il dolore alla spalla.

Finalmente raggiungono i sotterranei, avvicinandosi sempre di più alla cella dove lei è stata torturata, dove sicuramente il suo sangue sporca ancora il pavimento, dove è stata violenta da quel bastardo codardo, dove forse i suoi vestiti sono ancora ammucchiati in angolo a fare la muffa.
Ma che ora, guardare la porta della cella, la tremare fino all'anima e forse ancora piu infondo, allo stomaco.
Dalla stanza escono quattro uomini, tre dei quali Kim conosce bene.

The Queen 4 (il trono di spine)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora