1

141 17 10
                                        

Sua moglie moriva sempre più spesso. E sempre nello stesso luogo e nello stesso modo.

Nell'ultima settimana era accaduto tre volte, e stava per succedere di nuovo.

Anna, che in settant'anni di vita non aveva mai avuto nulla di più grave di qualche sporadico raffreddore, stava per avere un infarto fulminante che l'avrebbe stroncata nell'arco di un paio di secondi.

Antonio Fiorentino, detto Tonio, professore di lettere in pensione, richiamando alla memoria i suoi rudimenti di primo soccorso appresi durante un corso a cui anni prima aveva partecipato a scuola, avrebbe tentato di rianimarla praticandole un improvvisato massaggio cardiaco, ma non ci sarebbe stato nulla da fare.

Era così che andava, e quella volta non avrebbe fatto differenza.

Ottobre: Tonio aveva l'impressione che il mese fosse iniziato da poco, così come era per davvero.

Il sole del primo autunno era ancora caldo, il cielo terso e il mare calmo.

Forse era metà mattinata.

Camminavano a piedi scalzi sulla battigia della loro baia, ancora innamorati l'uno dell'altra come la prima volta che si erano visti. Anzi di più, dopo oltre quarant'anni di matrimonio e una figlia adorabile che aveva reso il loro rapporto un idillio romantico che solo la morte avrebbe potuto spezzare.

Proprio come stava per succedere, d'altronde.

La spiaggia era deserta. Il chiosco delle bibite chiuso. Silenziosa era invece la terrazza di legno dalla quale d'estate gli animatori del villaggio vacanze dirigevano risvegli muscolari, balli di gruppo e altre attività simili.

Degli ombrelloni non erano rimasti nemmeno i supporti.

Davanti a loro, a un'estremità dell'emiciclo naturale, una torre saracena. Alle loro spalle, dalla parte opposta, un trabucco.

Erano stati stregati da quel posto l'estate del loro matrimonio, quando novelli sposi senza un soldo per una luna di miele esotica, a bordo di una sgangherata 127 rossa si erano inoltrati nella pineta che digradava fin sulla spiaggia e vi avevano piantato una tenda sbilenca e traballante.

All'epoca, sulla sommità della collina che dominava la baia, non c'erano ancora i due maestosi alberghi che vi sorgevano adesso.

All'epoca, nella pineta non c'erano spazi attrezzati per i camper. Non c'erano bagni per i campeggiatori. Non c'erano viali asfaltati con nomi di alberi. Non c'erano i bungalow che si potevano affittare on line o chiamando al call center della stessa società proprietaria degli alberghi. Non c'erano pizzerie, bar, minimarket, edicole, piscine e piazzole con barbecue ancorati al suolo. E non c'erano nemmeno l'anfiteatro per gli spettacoli serali per i più piccini e il centro informazioni per i più spaesati. E i rami bassi dei pini non venivano tagliati come misura precauzionale contro gli incendi. All'epoca, a dire il vero, non c'erano nemmeno gli incendi.

Tuttavia, nonostante i tanti chiassosi cambiamenti, Tonio e Anna erano sempre rimasti fedeli alla loro baia, tanto che una decina di anni prima, non più squattrinati come agli esordi della loro storia, avevano deciso di comprare una villetta a cento metri dal mare, dal cui terrazzo potevano godere di una vista a dir poco spettacolare. E dopo che anche lei, tre anni dopo di lui, era entrata a far parte dell'allegra combriccola dei pensionati in buona salute, vi si erano trasferiti in pianta stabile, vendendo pure la loro casa in paese. E ciò soprattutto in considerazione del fatto che per ragioni di lavoro Sara, la loro unica figlia, dopo la laurea si era definitivamente stabilita nella città eterna e non aveva nessuna voglia, ma anche nessuna possibilità, di tornare nella terra natia, se non d'estate, quando dopo un anno di stress aveva solo un estremo bisogno di sole e mare e natura, anche se non più del tutto incontaminata come una volta.

Tutto ciò che si nascondeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora