Yasser

Rombo di motori.

Motori grossi.

A reazione.

Quando Yasser Al-Dossari capì che l'auto su cui stava viaggiando chiuso nel portabagagli si trovava nei pressi di un aeroporto, pregò che il formicolio che da qualche minuto aveva cominciato ad avvertire nelle mani e nei piedi fosse il preludio a un veloce riacquisto della sensibilità e della motricità.

Gli era chiaro che gli occidentali che lo avevano rapito sottraendolo ai due agenti del GIP intendevano deportarlo in qualche campo di prigionia umido e pieno di zanzare grandi come una rondine, dove gli avrebbero fatto confessare qualsiasi cosa volessero, vera o falsa che fosse, a forza di waterboarding e di morsetti a coccodrillo attaccati alle palle.

Alla fine era perfino possibile che avrebbe rimpianto di non essere finito in uno snuff dello sceicco. Pertanto, doveva tentare una fuga. Ma non avrebbe mai nemmeno potuto provarci se non fosse tornato in grado di muoversi.

Con la sola forza di volontà, cercò di far espandere la sensazione di brulichio, estendendola agli arti nella loro interezza e, di lì, a tutto il corpo.

Poi la macchina si fermò.

Seguì lo sbattere di portiere che si aprivano e si richiudevano.

A un tratto, il portabagagli fu spalancato e il sole lo abbagliò. Cionondimeno, riuscì a vedere che l'uomo in piedi all'esterno della vettura era l'occidentale del Burj Rafal.

Stesso cappellino dei Toronto Raptors, stessa maglietta WE THE NORTH.

Il suo compagno, quello con il fucile, in quel momento non era presente.

Gli occhi si abituarono alla luce, rivelandogli un particolare che gli fece perdere la speranza, peraltro già parecchio illusoria, di poter fuggire.

L'occidentale aveva in mano una siringa.

Si chinò su di lui e gli infilò l'ago nel collo, spingendo a fondo lo stantuffo.

Proprio come aveva fatto Omar. Ed era pure probabile che gli avesse appena iniettato la stessa sostanza inoculatagli dall'agente del servizio saudita, giacché lui rimase vigile ma il formicolio diventò solo un ricordo nel momento stesso in cui l'occidentale gli sfilò la siringa dal collo.

Gli venne da piangere.

Con orrore, si rese conto che non avrebbe potuto fare nemmeno quello.

L'occidentale scomparve dalla vista.

Venne sostituito da altri due suoi simili, uno dei quali era l'uomo che aveva visto armato di fucile al momento di essere rapito per la seconda volta nell'arco di pochissimo tempo.

I due lo sollevarono, estraendolo dal baule. Quindi lo stesero su una barella dotata di rotelle, assicurandolo a essa con delle cinghie.

L'uomo del Rafal e il cecchino affiancarono il lettino, l'altro cominciò a spingerlo.

Si fermarono accanto alla scaletta di un bimotore bianco senza alcun contrassegno.

Yasser ne conosceva il modello: si trattava di un Lerajet 35A a turboventola.

Prima che suo padre e suo fratello venissero assassinati, quando faceva ancora il commercialista, uno dei suoi clienti più facoltosi gli aveva fatto un regalo, prestandogliene uno simile con tanto di equipaggio per permettere a lui e alla sua famiglia di fare una capatina in Francia per un week-end di divertimento a Disneyland Parigi.

Tutto ciò che si nascondeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora